{{IMG_SX}}Roma, 26 aprile 2007 - Garry Kasparov, leader dell'opposizione a Vladimir Putin, scrive una lettera a 'Repubblica' in cui esprime forti critiche verso Silvio Berlusconi che ha difeso i presidente russo dopo gli scontri seguiti alle 'marce degli scontenti'.


Prima di tutto Kasparov se la prende con i leader occidentali. "Nessuno - osserva - ha voluto criticare Putin né dire che quanto è accaduto basterebbe ad allontanarlo dalla cerchia dei cosiddetti paesi civili. Nessuno ha osservato che un leader che tratta i suoi connazionali a manganellate non è degno di sedere assieme agli altri grandi del G8, ma piuttosto al fianco di Mugabe e Lukascenko".


"Solo l'ex presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi- scrive Kasparov - si è affrettato ad esprimersi in merito".


"Berlusconi - aggiunge - ha fatto una dichiarazione scandalosa. Ha detto che la Russia è un paese democratico ripetendo le menzogne del Cremlino".

Perché queste bugie, si chiede? "Due - afferma Kasparov - sono le ipotesi. La prima è che Berlusconi intrattenga cinicamente rapporti con Putin al solo scopo di approfittare del suo appoggio per interessi commerciali. Il che, per un leader che presiede una delle formazioni politiche più importanti d'Italia, è certamente un atteggiamento indegno. La seconda è che Berlusconi condivida sinceramente le idee di Putin sulla democrazia 'sovrana controllabile'.

"E quindi approvi il sistema politico della Russia di oggi che somiglia sempre di più a quello dell'Italia del Ventennio, quando Mussolini aveva un forte consenso e anche le manifestazioni in suo appoggio avevano un carattere di massa".