{{IMG_SX}}Duisburg, 16 agosto, 2007 - La polizia tedesca sta indagando "in tutte le direzioni" sulla strage di italiani avvenuta a Duisburg, nell'ovest della Germania, dove nelle prime ore di ieri sono stati uccisi con un'esecuzione in stile mafioso sei giovani uomini di origine calabrese, le ultime vittime della 'Faida di San Luca' che ha mietuto, dal 1991, oramai 15 vittime.

 

Ma le ricerche si preannunciano "complicate", ha avvertito il capo della commissione omicidi, Heinz Sprenger. .

 

Un "qualificatissimo gruppo di investigatori italiani è già arrivato in Germania e quindi si ritiene che le indagini possano portare a buoni risultati in tempi brevi", ha affermato il direttore della Polizia criminale e vicecapo della Polizia, prefetto Nicola Cavaliere.

 

Dopo la strage di Duisburg, nella quale sono state uccise sei persone di origine calabrese nell'ambito della faida iniziata mesi fa a San Luca, "c'è attenzione anche perché giù non ci sia un atto terzo". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, durante la conferenza stampa di Ferragosto al Viminale. "Quello che abbiamo finora capito - ha aggiunto Amato - è che questa è la coda di un delitto tra famiglie che era cominciata a San Luca". Uno degli autori o dei responsabili è tra le persone uccise a Duisburg. Probabilmente - ha proseguito Amato - si aspettava che qualcosa accadesse. Tant'è che era alla ricerca di armi per difendersi. Probabilmente - ha concluso il ministro - è stato prima raggiunto da chi voleva vendicarsi di lui che dalla giustizia".

 

Nell'ottobre del 2005 la polizia arrestò ad Amsterdam il boss Sebastiano Strangio, che era latitante dal 1999, considerato una figura di primo piano del mercato internazionale della cocaina. La 'ndrangheta calabrese è comunque alla conquista di spazi in Germania: dal traffico di droga agli investimenti di capitali illeciti in azioni di società quotate alla borsa di Francoforte, all'acquisto di attività commerciali soprattutto nelle aree orientali del Paese. L'allarme era contenuto in un rapporto riservato del Bundesnachrichtendienst (Bnd), il servizio segreto tedesco, svelato un anno fa dal quotidiano Berliner Zeitung.

 

La sparatoria, avvenuta attorno alle 2.30 di ieri è stata violenta, ed è stata proprio una esecuzione, in quanto le vittime sono risultate tutte disarmate. Settanta le pallottole sparate da almeno due killer davanti al ristorante "Da Bruno", di proprietà di Giuseppe Strangio, uno dei componenti dei clan coinvolti nella faida di San Luca. I nomi delle vittime: i due fratelli Francesco e Marco Pergola, rispettivamente di 19 e 21 anni, residenti a Duisburg; Marco Marmo, di 25 anni; Sebastiano Strangio, di 38; Francesco G., di 16 anni, e Tommaso Francesco V., di 18 anni.
La città di Duisburg è perplessa e spaventata. "Siamo terrorizzati davanti a questa brutalità", recita un cartello affisso sul luogo del delitto, mentre qualcuno inizia a evitare i tanti immigrati di origine italiana.

 

LA REAZIONE DI PRODI

"Il Governo italiano ha iniziato una lotta contro la criminalità organizzata fortissima". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Romano Prodi, commentando la 'strage di ferragosto' di Duisburg, dove sei italiani sono stati uccisi in seguito a un regolamento di conti presumibilmente legato alla faida calabrese di San Luca.
"Negli ultimi dodici mesi - ha osservato il premier - ci sono stati oltre cento arresti e soprattutto, e questo è l'aspetto più rilevante, sono stati sequestrati oltre 600 milioni di euro di beni della criminalità organizzata".
Prodi ci tiene a sottolineare che questa "non è una criminalità di povera gente" ma "una criminalità con capitali enormi, che, come avete visto, hanno un riflesso internazionale". Per questo, ha sottolineato il presidente del Consiglio, "c'è una lotta interna durissima e anche una collaborazione forte con gli altri Paesi europei, perché ormai le frontiere sono aperte, soprattutto quelle finanziarie". Quindi, secondo Romano Prodi, questa è una "lotta che deve accomunarsi sia per la lotta alla criminalità italiana all'estero, sia per la criminalità straniera in Italia".

 

All'indomani della strage di Duisburg il presidente del Consiglio, Romano Prodi, rivolge un "appello alle giovani generazioni del Mezzogiorno d'Italia perché ci aiutino a fare veramente questo cambiamento storico" nella lotta alla criminalità organizzata. Conversando con i giornalisti fuori dal residence che lo sta ospitando durante le vacanze, il premier ha ricordato che "è dall'unità del nostro Paese che questo problema cambia aspetto, ma rimane con radici tragiche per il nostro Mezzogiorno". "E' ora di cambiare" è stata la sua esortazione.