{{IMG_SX}}  NEL 2008 oltre un miliardo di persone non può accedere ad acqua potabile e sicura, mentre il 40 per cento della popolazione mondiale, circa 2,6 miliardi di persone, non ha ancora accesso a servizi igienici di qualità e sono esposti a gravi rischi sanitari, specie in Africa e Asia. In particolare, oltre il 20 per cento degli abitanti in 30 Paesi del mondo deve fronteggiare problemi di carenza di acqua, una percentuale che entro il 2025 diventerà del 30 per cento in 50 Paesi. Sono queste le cifre da ricordare in occasione della Giornata mondiale dell’Acqua che si celebra oggi. Sulla risorsa idrica ci saranno sempre maggiori pressioni in futuro, specie da India e Cina, se adotteranno una dieta simile a quella occidentale. Si calcola che per ogni kg di carne di manzo si utilizzano 15mila litri di acqua, dieci volte di piu' rispetto ad 1 kg di grano. E le stime dicono che entro il 2030 la richiesta di acqua per la produzione di cibo raddoppierà. E aumenteranno anche i consumi di acqua per la produzione di energia.


Firenze, 22 marzo 2008 - "COPING WITH Water Scarcity" (Fronteggiare la scarsità di acqua), è il tema di questa Giornata Mondiale. Le Nazioni Unite sottolineano l’importanza crescente del problema della scarsità d’acqua nel mondo e l’importanza della cooperazione e di un approccio integrato al management delle risorse idriche, a livello internazionale e locale. Il divario tra disponibilità e domanda, il deterioramento delle falde acquifere e la qualità delle acque di superficie, la competizione intersettoriale, le dispute interregionali e internazionali, pongono tutte al centro dell’attenzione la domanda su come fronteggiare la limitatezza delle risorse d’acqua.
Abbiamo intervistato per l’occasione Riccardo Petrella, economista politico, fondatore e segretario del Comitato Mondiale dell’Acqua, consigliere della Commissione Europea a Bruxelles e professore di mondializzazione presso l’Università Cattolica di Lovanio (Belgio).

Perché, almeno in Italia, così tante persone sembrano non rendersi conto della gravità del problema idrico nel nostro pianeta?
«L’ignoranza sulla gravità dello stato idrico in Italia è legata soprattutto ad una cultura assai debole dei beni comuni in seno alla classe dirigente nazionale e locale acuitasi nel corso degli ultimi trent’anni. Oggi è aggravata dal fatto che secondo la grande maggioranza dei leaders politici,economici e tecnocratici del Paese, la gestione dell’acqua deve essere affidata al mercato e al principio della concorrenza».

 

Cosa sarebbe bene cercare di comprendere sul problema dell’acqua?
«Quel che è prioritario capire è il fatto che la mercificazione dell’acqua significa la mercificazione della vita e quindi la fine della storia dei diritti umani e sociali».

 


In che cosa consiste il Contratto Mondiale dell’acqua e quali sono le sue finalità?
«Il Contratto Mondiale dell’Acqua è un movimento di mobilitazione cittadina, da me iniziato nel 1996-7, sulla base di un “Manifesto dell’acqua”, che mira, fra altri obiettivi, a far riconoscere l’accesso all’acqua come diritto umano ed a trattare l'acqua come un bene comune pubblico».

 


Gli obiettivi immediati che si possono, o potrebbero, raggiungere?
«Certi paesi (Uruguay, Venezuela, Colombia, Brasile, Olanda, etc;) hanno dichiarato l’acqua come bene comune pubblico e riconosciuto il diritto umano all’acqua. In Italia si sta raggiungendo l’obiettivo di ripubblicizzare l’acqua e i servizi idrici. Molto resta da fare per realizzare l’obiettivo immediato che consiste ad abbandonare gli attuali processi di mercificazione dell’acqua».

 


Quelli a lungo termine?
«A lungo termine si tratta di arrestare il processo di rarefazione dell’acqua dovuto essenzialmente ai prelievi eccessivi, agli sprechi, all'inquinamento ed al cambiamento climatico. L’obiettivo è realista ma comporta una serie di cambiamenti radicali nel nostro modo di produzione, di consumo e di vita che lungi dal rappresentare una regressione, come pretendono i gruppi oggi dominanti, si tradurranno in un progresso notevole sul piano della qualità della vita di tutti gli abitanti del pianeta».

 


Quali, in sintesi, gli ostacoli principali?
«La visione utilitarista ed antagonista della vita e del mondo. Questa impedisce di considerare l’acqua - che è uguale a vita - come un bene sacro, che deve essere salvaguardato per tutti e per le generazioni future, che non può essere mercificato, che non può diventare proprietà privata, che non può diventare bene strategico per la sopravvivenza di un popolo in conflitto o a detrimento dei diritti di altri popoli. I gruppi dominanti considerano come inevitabile che l’acqua diventerà una delle principali cause di guerra nel XXI secolo. Assurdo. Se questa visione non solidale e non sostenibile permane, ci saranno le guerre dell’acqua, ma non v’è scritto da nessuna parte che esse dovranno aver luogo. Si possono evitare».