{{IMG_SX}}Damasco, 19 aprile 2008  - Sfidando i critici in patria e in Israele, l'ex presidente americano Jimmy Carter ha incontrato a Damasco per ben due volte, ieri sera e stamattina, il leader di Hamas in esilio Khaled Meshaal e il suo vice Moussa Abu Marzouk, entrambi considerati come terroristi dal Dipartimento di Stato di Washington.


Ieri sera Carter e Meshaal hanno parlato per quattro ore di un possibile cessate il fuoco tra Israele e il gruppo armato palestinese nella Striscia di Gaza, il territorio teatro ancora oggi di violenti scontri tra miliziani e soldati israeliani.


Stamattina i due hanno invece discusso per un'ora di un possibile scambio di prigionieri per ottenere la liberazione di Gilad Shalit, il soldato israeliano rapito il 25 giugno 2006 da miliziani vicini ad Hamas.

Carter, premio Nobel per la pace nel 2002, è la personalità politica più importante ad aver incontrato esponenti del Movimento di resistenza islamico, e il gruppo palestinese rivendica per questo una nuova legittimità. L'ex presidente Usa nel 1978 fece da mediatore negli accordi di pace tra israeliani e egiziani firmati a Camp David, e si è proposto ora di favorire il processo di pace nella regione e la liberazione del caporale israeliano.

Hamas ha espresso soddisfazione per i colloqui di Damasco, che si sono svolti lontani dagli occhi dei giornalisti. "L'isolamento politico da parte dell'amministrazione americana è iniziato a crollare", ha detto all'Associated Press Mohammed Nazzal, un dirigente del gruppo. Carter, che ha anche incontrato il presidente siriano Bashar Assad, non ha rilasciato commenti. L'ex presidente americano proseguirà il suo tour regionale recandosi in Arabi Saudita.