Roma, 19 novembre 2009 - "Se avrà l’estradizione, in Italia entrerà da morto, non da vivo. Morirà lì, in Brasile". Lo dice in un’intervista audio al Corriere della Sera online il fratello di Cesare Battisti, che si dice «preoccupato» per un possibile gesto estremo come il suicidio.
«Me lo ha detto quando l’ho visto l’ultima volta - dice il fratello di Battisti - Sono preoccupato per lui. Mio fratello è innocente - sostiene - Su questo non c’è dubbio".
 

 

IL SOLLIEVO DI TORREGGIANI

"Questa vittoria è rivolta a tutti i cittadini, a quelli che vivono perchè la giustizia sia applicata, sia equa". Lo ha detto Alberto Torreggiani, in una intervista a La Stampa commentando il sì all’estadizione dal Brasile di Cesare Battisti, l’ex terrorista dei Nuclei Proletari Armati per il Comunismo.


"La questione - ha aggiunto - è applicare la legge, meglio la giustizia. Inizi almeno a scontare qualcosa, chissà metà pena. Poi potremo riparlarne".

Dal febbraio del 1979 Alberto Torreggiani, allora dodicenne, è su una sedia a rotelle dopo l'assalto armato di Battisti, che uccise il padre Pierluigi, gioielliere.

 

LA RUSSA SODDISFATTO

"E’ una grande soddisfazione. Con l’applauso di tutto il Parlamento si e’ dimostrato che il sistema Italia rispetta ovviamente la democrazia ed i diritti civili",dice Ignazio La Russa, che ricorda il figlio di Torreggiani e  tutte le altre vittime uccise da Battisti che "cosi’ non hanno subito una beffa dopo il dolore per la perdita dei loro cari. Un’altra sentenza sarebbe stata orribile".


Per la Russa, "quando si tratta di moralita’, questa e’ al di sopra di ogni rapporto, anche di quelli economici, che si ha con un Paese. Il merito va al governo ed al popolo amico del Brasile". Quanto alla decisione finale che dovra’ prendere il presidente Lula, La Russa risponde: ‘’Non ho dubbi che l’esecutivo di un Paese amico non possa che prendere atto della decisione. Si tratta di una mera formalita’’’.