Minsk, 30 novembre 2009 -  Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha ringraziato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per l’odierna visita a Minsk sottolineando di “comprendere bene il significato di questo viaggio”. Per poi aggiungere: “Ce lo ricorderemo”.


Un chiaro segnale di gratitudine
a fronte della scelta di Berlusconi, e a fronte di rapporti con il resto dell’Unione europea fortemente deteriorati. L’apertura di Berlusconi potrebbe rappresentare un passo avanti verso il disgelo di tali rapporti.


Lukashenko ha ringraziato Berlusconi anche per la “precisione”: “Aveva promesso di venire ed è venuto”. Il presidente bielorusso ha ricordato anche la precedente visita del ministro degli Esteri Franco Frattini e del numero uno di Finmeccanica Pier Francesco Guarguaglini. “Bene che dopo il nostro incontro (tra Lukashenko e Berlusconi, ndr) è passato un breve periodo”, ha aggiunto. “In questo intervallo ci siamo incontrati con politici italiani e businessmen”. E ora “possiamo passare a un livello più alto di collaborazione non soltanto fra Stati ma anche fra compagnie”.

 

LE LODI A LUKASHENKO

L’amore del popolo bielorusso per il presidente Aleksandr Lukashenko secondo Silvio Berlusconi si vede “dai risultati elettorali che sono sotto gli occhi di tutti”. Così il presidente del Consiglio ringraziando il capo di Stato a Minsk e il popolo bielorusso che ha di fatto riconosciuto le recenti elezioni bielorusse, fortemente contestate dall’occidente e interessate da polemiche internazionali.

Lukashenko poco prima aveva sottolineato: “Noi vediamo nella sua visita, anche in un contesto più largo, come gesto di supporto al nostro Paese sullo scenario internazionale”.

 

GLI ARCHIVI DEL KGB

Ha aperto gli archivi del Kgb al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: in segno di riconoscimento per la visita odierna a Minsk il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha annunciato “un regalo” degno degli “amici importanti”.
I fascicoli consegnati pubblicamente da Lukashenko a Berlusconi vengono direttamente dagli archivi dei servizi segreti russi e bielorussi e sono il frutto “di un lavoro certosino”.


Un privilegio tributato a Berlusconi che permetterà di stabilire “le sorti dei cittadini italiani prigionieri durante la seconda guerra mondiale in Russia e in Bielorussia”. Le informazioni consegnate riguardano inoltre le sorti degli italiani vittime delle “persecuzioni nell’Unione sovietica degli anni ‘30” ha spiegato Lukashenko.

La Bielorussia è inoltre “pronta” a fornire ulteriore documentazione “per consolidare ulteriormente” i rapporti tra i due paesi. Dal canto suo Berlusconi ha accolto i documenti con grande stupore ringraziando “di cuore per l’idea e l’iniziativa” del presidente Lukashenko.
Il presidente del Consiglio si è detto commosso “nel ricevere queste carte che mi giungono senza preavviso e ringraziando anche a nome delle famiglie dei prigionieri politici dell’Unione Sovietica e delle vittime della Seconda guerra mondiale”. Berlusconi si dice commosso.

 

IL NODO DELLE ADOZIONI

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi incassa dal presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko il ringraziamento per l’ospitalità delle famiglie italiane ai bambini bielorussi contaminati dal disastro nucleare di Chernobyl, la centrale ucraina che con la sua nube tossica aveva contaminato anche parte della Bielorussia. Ma il presidente del Consiglio chiede anche al capo di Stato di Minsk un “contributo per poter realizzare i sogni d’amore” di famiglie italiane in attesa dell’adozione di bambini bielorussi.


Berlusconi spiega nel messaggio
che conclude la visita odierna di aver “ricordato” a Lukashenko “la gioia che questi bambini hanno portato nelle famiglie” ospitanti. “Gioia compensata in tutto. Sono nati rapporti di affetto ed amore che si stanno concretizzando in adozioni. La ringrazio per il contributo che Lei potrà dare per realizzare questi sogni d’amore”.

 

CASINI E FASSINO ALL'ATTACCO

"Ritengo doveroso che Berlusconi venga in Parlamento - e su questo rivolgero’ una richiesta formale al presidente della Camera Gianfranco Fini - per illustrare su quali basi si poggi e a quali linee si ispiri la nuova politica estera italiana”,  afferma, in una nota, Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc.

 “Aveva destato in me gia’ profonda meraviglia il fatto che il nostro sia stato il primo capo di un Governo occidentale ad andare in visita ufficiale in Bielorussia da quando e’ al potere il dittatore Lukashenko. Ma la mia meraviglia - sottolinea - era niente in confronto allo sbigottimento di oggi nel leggere gli elogi del nostro premier a Lukashenko, del quale il presidente del Consiglio italiano ha magnificato la popolarita’ e il consenso tra i cittadini”.

Da parte sua Piero Fassino, responsabile Esteri del Pd, afferma:  “Ancora una volta una sconcertante manifestazione di superficialità e di non conoscenza dello scenario internazionale, che rischia di confermare l`immagine di una politica estera italiana oscillante e confusa”.

“Chiunque abbia seguito in questi anni le vicende della Bielorussia - aggiunge - sa bene quanti interrogativi susciti nella comunità internazionale la figura di Lukashenko e il suo modo di dirigere il Paese. Anche in questa occasione sarebbe stato necessario che il governo rendesse trasparenti e chiare le finalità della visita del presidente del consiglio in Bielorussia. Visto che non lo ha fatto, sarebbe doveroso farlo almeno adesso riferendo al Parlamento”.