{{IMG_SX}}NEW YORK -Colpire al cuore le organizzazioni criminali aggredendo la cosiddetta 'mafia economica', rafforzare la Convenzione di Palermo – di cui in questi giorni ricorre il decimo anniversario - e i tre Protocolli che la integrano, accelerare la cooperazione tra gli Stati a livello mondiale nella lotta al crimine organizzato.

 

Questo è stato l'appello unanime rivolto dall'Ambasciatore Treki, presidente dell'Assemblea Generale dell'Onu, e dal segretario generale Ban Ki-moon durante la Sessione Plenaria al Palazzo di Vetro, cui hanno partecipato i ministri dell'Interno e della Giustizia Roberto Maroni e Angelino Alfano. Aprendo i lavori della seduta Treki ha voluto commemorare “quanti hanno perso la vita per difendere i valori della giustizia e della libertà.

 

Tra questi – ha aggiunto – c'è il giudice italiano Giovanni Falcone. Il suo lavoro e il suo sacrificio hanno gettato le basi per l'adozione della Convenzione di Palermo sul crimine organizzato transnazionale, la pietra miliare e uno dei mezzi più importanti nella lotta alla mafia e al traffico di droga, armi ed esseri umani”. Il segretario generale ha invitato i delegati riuniti all'Onu ad applicare le misure “ricche e dettagliate, che questo strumento offre: la lotta al riciclaggio, la confisca dei beni criminali, la fine del segreto bancario, la protezione dei testimoni, lo scambio di informazioni, l'istituzione di indagini congiunte. Lo dobbiamo a tutte le vittime e a coloro che rischiano la vita ogni giorno per proteggere la legalità”, ha concluso.

 

I dati forniti dal nuovo rapporto sulla 'Globalizzazione del crimine', presentato a New York, sono allarmanti. Solo in Europa sono circa 140mila le vittime della tratta di esseri umani a scopo sessuale, che porta ogni anno nelle tasche degli sfruttatori oltre 3 miliardi di dollari. E se il nostro continente rappresenta il più proficuo mercato dell'eroina con un traffico di 20 miliardi di dollari l'anno, la Russia è il paese con il più alto consumo al mondo che sfiora le 70 tonnellate. La quantità di armi illecite vendute è talmente grande – si aggira sui 170 e i 320 miliardi di dollari annui – da poter uccidere tante persone quanto le peggiori epidemie pandemiche.

 

“Il crimine è diventato una minaccia alla pace, allo sviluppo e persino alla sovranità dei Paesi. Non è pensabile che possa essere combattuto a livello nazionale – ha detto Antonio Costa, direttore esecutivo dell'Unodc, Ufficio Onu contro la droga e il crimine - E' un fenomeno globale che richiede una risposta globale. Non solo a livello giudiziario, perchè per ogni criminale che viene arrestato c'è qualcun altro pronto a sostituirlo.

 

Vanno perseguiti avvocati, banchieri e imprenditori che con la mafia hanno a che fare. Solo bloccando il riciclaggio di denaro e gli interessi economici che circolano intorno alla criminalità organizzata si potranno ottenere risultati concreti”. Secondo il ministro Maroni il crimine organizzato opera come un “business mondiale”. Per questo la strategia italiana proposta agli altri paesi per contrastare con più forza questa grande minaccia è l'aggressione ai patrimoni illeciti.

 

“Negli ultimi due anni sono stati confiscati 22.000 beni per oltre 12 miliardi di euro – ha detto il ministro dell'Interno alla conferenza stampa tenutasi presso la Missione Italiana all'Onu – E' stata istituita un'Agenzia che si occupa dei patrimoni sottratti ai criminali, perchè vengano reinvestiti nella lotta alla mafia”. “I 'boss' mettono in conto di finire in carcere – ha proseguito il ministro della Giustizia Angelino Alfano – ma non di perdere la propria ricchezza.

 

Il modello italiano può rappresentare una bussola. Siamo grati al segretario Ban Ki-moon di aver sottolineato l'importanza del nostro lavoro. Il fatto che le Nazioni Unite abbiano organizzato questa sessione plenaria è un segnale forte che speriamo si concretizzi con la sottoscrizione dei Protocolli che integrano la Convenzione da parte del maggior numero di Stati possibile”.

 

Con la globalizzazione si sono aperti i mercati e i contatti mondiali, ma secondo Alfano l'altra faccia della medaglia è che “la legalità viaggia molto più lentamente della mafia, che dispone di risorse enormi ed una tecnologia avanzatissima. Ciascun paese deve capire che è necessario cedere una parte della propria sovranità ad organizzazioni internazionali come l'Onu”.