Berlino, 28 giugno 2010 - Il governo tedesco ha bocciato la proposta di esponenti politici conservatori di sottoporre gli aspiranti immigranti a un test di intelligenza. La richiesta era arrivata dal responsabile di politica interna della Cdu berlinese, Peter Trapp, e dal capogruppo al Parlamento europeo della bavarese Csu, Markus Ferber.

Immediata la reazione del governo: il portavoce Christoph Steegmans si è affrettato a liquidare l’idea, che "non dimostra -ha detto- una particolare intelligenza"; e ha aggiunto: "presumere che gli immigranti siano stupidi è chiaramente discriminatorio".

Ma tutti i principali partiti, dalla coalizione al governo all’opposizione, hanno preso le distanze, con qualcuno -come il portavoce immigrazione dei Verdi, Memet Kilic, che è arrivato a notare che "ci si aspetterebbe una politica per l’immigrazione più umanitaria da un partito cristiano".

Sullo stesso tema c’erano state nelle settimane scorse dichiarazioni molto forti del socialdemocratico Thilo Sarrazin, componente del direttorio della Bundesbank, secondo il quale l’arrivo degli immigrati fa diventare più stupidi i tedeschi.

"In maniera naturale stiamo mediamente diventando più stupidi", aveva affermato Sarrazin, riferendosi agli extracomunitari arrivati da "Turchia, Vicino e Medio Oriente e dall’Africa". Sottolineando la più forte natalità nelle famiglie di migranti rispetto a quelle tedesche, il manager della Buba aveva aggiunto che in Germania si verifica "una crescita dei gruppi di popolazioni con differenti livelli di intelligenza", anche perchè, a suo avviso, l’intelligenza sarebbe ereditaria all’80%. Sarrazin aveva anche criticato la qualità dell’insegnamento nelle scuole tedesche, spiegando che "quello che Pierino non impara, Piero da grande non lo impara più".