Washington, 6 luglio 2010 - Il presidente Usa Barack Obama auspica "colloqui diretti" tra palestinesi e israeliani prima di settembre. Lo ha detto al termine di un colloquio con il premier israeliano Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca a Washington. Dal canto suo Netanyahu ha affermato di aver discusso di "passi concreti" con Barack Obama per il processo di pace.

 

Il primo ministro israeliano ha detto che “è arrivato il momento” di effettuare trattative dirette con i palestinesi. “Gli israeliani sono pronti a fare molto per la pace”, ha detto Netanyahu. “Dobbiamo cominciare le trattative dirette per poter arrivare alla pace”.

 

Obama ha assicurato che "gli Stati Uniti non chiederanno mai a Israele di fare passi che mettano in discussione la sua sicurezza" nella regione. Nella conferenza stampa congiunta con il premier israeliano, il presidente americano ha sottolineato che "non vi è alcun cambiamento nella politica americana" riguardo alla sicurezza di Israele, incluso quindi anche il suo programma nucleare.

 

Per la pace in Medio Oriente, secondo Obama, serve il coinvolgimento degli stati arabi. "Questo - ha affermato - sarà determinato dai popoli israeliano e palestinesi. Non possono aver successo senza un maggior investimento degli stati circostanti".

 

Il presidente degli Stati Uniti ha negato poi che ci sia stata una crisi nei rapporti con Israele negli ultimi mesi. “Ogni dichiarazione che ho fatto è stata un’affermazione costante del nostro legame speciale con Israele”. “Ci saranno momenti in cui io e lui avremo accese discussioni”, ma il legame di fondo non cambierà mai, ha detto Obama. Netanyahu gli ha fatto eco dicendo che le speculazioni secondo cui i rapporti tra Washington e Tel Aviv si sarebbero incrinati sono “del tutto sbagliate”.