IL PRIMO maccherone italiano prodotto ad Haiti ha visto la luce. La grande macchina del pastificio di Francisville, la città dei mestieri della Fondazione Francesca Rava di Milano, ha cominciato a produrre la montagna dei mille chili che sfornerà ogni giorno. Non è stata una gestazione facile. Il pastificio era già pronto prima del terremoto che quasi sette mesi fa ha ucciso 222.570 persone, prendendo per buone le cifre ufficiali. Il sisma lo ha fatto restare a lungo in Italia fino a quando non è stato possibile scaricarlo sulle banchine del porto di Port Au Prince. Subito dopo è cominciato un lavoro di adattamento non del tutto semplice alla corrente trifase di matrice americana. Il suo avvio ha fatto tirare un respiro di sollievo a molte famiglie. Il forno di Francisville assicurava già diecimila panini al giorno e non si è mai fermato, neppure subito dopo la grande scossa. Oltre a sfamare molte bocche, il forno, il pastificio e l’officina meccanica sono una piccola diga contro la disoccupazione, la piaga che affligge 7 haitiani su 10.
Alcune centinaia di ragazzi impareranno un mestiere. Sarà un’alternativa concreta all’andazzo più diffuso. Nelle bidonville di La Saline, Citè Soleil e Pelé appena compiono otto anni gli imberbi si muniscono di pistole e le usano.

LE SCUOLE di strada delle Ong riescono a reclutare solo il 35 per cento degli sbandati. Non si sa neppure quanti siano. Di sicuro il terremoto ha aumentato il numero degli orfani. Ma è impossibile avere numeri precisi. Il palazzo dell’anagrafe è crollato. Il Comitato ad interim per la ricostruzione di Haiti si è riunito per la prima volta solo il 25 giugno. Millecinquecento mamme e bambini ogni giorno ricevono acqua e cibo caldo dal programma Angels light della Fondazione Rava. Per un giorno il pranzo di nozze di Paola Turci ne ha sfamati quattrocento. La cantautrice si è sposata il 2 luglio con il giornalista di Radio 101 Andrea Amato. Ha celebrato Richard Frechette, il sacerdote - chirurgo che da 20 anni guida le attività della Fondazione Rava ad Haiti. Migliaia di piccoli rischiano di ammalarsi per le terribili condizioni igieniche nelle quali vive, in 900 tendopoli, quasi un milione e mezzo di senza tetto. L’Independent calcola che ogni duecento superstiti sia disponibile un solo gabinetto di fortuna. Dopo le piogge si sta avvicinando la stagione degli uragani. L’associazione Terre Des Hommes coglie «i sintomi precursori di un colossale traffico di minori mascherato da adozioni». La ong sostiene che il 70 per cento degli ospiti degli orfanotrofi ha almeno «un genitore vivente». Le cifre delle necessità sono da scoramento. Sempre l’Independent stima che per la ricostruzione occorrano 9 miliardi di euro in 5-10 anni. L’Onu ha raccolto 3 miliardi e 200 milioni. Ad Haiti arrivano solo briciole. La Fondazione Clinton-Bush è un esempio significativo. Ha 52 milioni di dollari in cassa ed è riuscita a spenderne solo 7. L’Italia sembra un’eccezione positiva. Dei 18 milioni che i connazionali hanno versato al cartello della solidarietà «Agire», il 93 per cento sarà investito nell’aiuto diretto a quella polveriera di disperati che si chiama Haiti.