Kiev, 22 luglio 2010 - Sono giovani, belle e molto arrabbiate. Ce l’hanno, dicono, con gli uomini, soprattutto quelli che vengono in Ucraina con in mente solo il sesso, in cerca di avventure con il portafoglio carico di euro o dollari, dall’Europa o dagli Stati Uniti.
 

Per loro “L’Ucraina non è un bordello”, “Il sesso non è in vendita” e “La bellezza salverà il mondo”: si chiamano 'Femen' e ormai da qualche tempo sono più che una nota di colore nelle cronache locali, in particolare da quando hanno iniziato a buttarla in politica. Puntando ad arrivare in parlamento con le prossime elezioni legislative del 2012.


Il gruppo di attiviste ucraine, femministe un po’ sui generis, ha preso di mira recentemente anche il primo ministro Mykola Azarov, colpevole secondo loro di essere maschilista nelle sue scelte, visto che il nuovo governo messo in piedi un paio di mesi fa è formato solo da uomini.
 

Il premier, anche per dare un’altra stoccata al suo predecessore Yulia Tymoshenko finita all’opposizione, ha detto inoltre che la politica "non è cosa da donne”. Azarov è stato anche ben sostenuto dal presidente Victor Yanukovich, che ha rincarato la dose sostenendo che il gentil sesso deve stare in cucina e non occuparsi di cose pubbliche.


Immediata la protesta di 'Femen' e della loro leader Anna Hutsol, che in una lettera aperta ai due signori ne ha chiesto in sostanza le dimissioni, dicendo che in un Paese civilizzato certe dichiarazioni simbolo di una società arcaica non sarebbero state senza conseguenze.


Naturalmente Azarov e Yanukovich sono ancora oggi al loro posto e le combattive signorine di Femen non perdono occasione per far parlare di sé con azioni di protesta che naturalmente mettono in primo piano importanti questioni (la diffusione della prostituzione e il turismo del sesso) e i loro fisici prorompenti.
 

Anna e le sue compagne di lotta hanno l’abitudine di buttarsi mezze nude nelle fontane di Kiev, protestare nelle piazze in monokini, e talvolta si fanno bloccare dalla polizia che non senza qualche imbarazzo tenta di contenere tanto temperamento.
 

'Femen' esiste ormai da un paio d’anni, ma è salito alla ribalta delle cronache internazionali solo con le azioni a seno scoperto degli ultimi mesi.
 

Le belle attiviste sono decisamente all’avanguardia e la loro lotta contro il maschilismo e i suoi peggiori derivati passa non solo dalle piazze della capitale ucraina, ma anche da internet. Femen ha un canale su youtube dove si possono rivedere manifestazioni e interviste del gruppo, sono su Myspace e anche su Twitter, dove vengono annunciate le azioni di protesta. Su Vkontakte, il Facebook dell’ex Urss, hanno naturalmente il loro gruppo, che conta quasi 14 mila aderenti, non solo donne.


L’attivismo talvolta politicizzato di Anna e socie sembra però stia procurando qualche disturbo a 'Femen', tanto che un paio di settimane fa, in una lettera al capo dell’Sbu, i servizi segreti ucrani, Valery Khoroshkovsky, hanno denunciato pressioni e minacce.
 

L’intenzione di 'Femen' è quella di presentarsi alle prossime elezioni parlamentari che dovrebbero tenersi nel 2012. Stesso anno in cui si terranno gli Europei di calcio e anche in questo campo Femen gioca d’anticipo con un video in cui si richiedono, in hot pants d’ordinanza, campionati senza prostituzione.

 
Per Anna Hutsol in ogni caso, indipendentemente dalle critiche che piovono sul gruppo, "'Femen' è un movimento importante e necessario, proprio perché" come ha scritto lei stessa in un editoriale sul Kyiv Post "fino a che le ragazze potranno protestare a seno nudo di fronte alla sede del governo e le immagini saranno mostrate sui giornali e in televisione, si potrà essere sicuri che l’Ucraina è ancora una democrazia.