Londra, 24 luglio 2010 - Il gruppo petrolifero britannico British Petroleum ha annunciato oggi che inizierà “entro alcune settimane” una nuova perforazione nel Mare Mediterraneo, a nord delle coste libiche, confermando così un’anticipazione del Financial Times. “Prevediamo di iniziare la prima perforazione nelle prossime settimane”, ha detto David Nicholas, portavoce del gruppo BP a Londra.


Il portavoce ha ricordato che, in virtù di un accordo firmato nel 2007 con le autorità libiche, il gruppo ha ricevuto l’autorizzazione ad effettuare cinque perforazioni. “Non li abbiamo ancora calendarizzati”, ha aggiunto, precisando che una perforazione “richiede sei mesi o più”.


Queste nuove perforazioni avranno luogo nel Golfo di Sirte, al largo delle coste libiche, a “circa 5.700 piedi” (1.700 metri), ad una profondità leggermente superiore a quella di Deepwater Horizon, la piattaforma al largo delle coste della Louisiana, la cui esplosione è all’origine della marea nera nel Golfo del Messico.

L’accordo siglato da Bp con la Libia nel 2007 è oggetto di grande controversia negli Stati Uniti. Il gruppo petrolifero britannico è al centro delle polemiche sul presunto ruolo svolto per la liberazione del libico Abdelbaset al-Megrahi, condannato per la strage di Lockerbie. British Petroleum è accusato di avere esercitato pressioni sulle autorità britanniche per ottenere la liberazione di Megrahi in cambio di un contratto di esplorazione di idrocarburi al largo della Libia.


Megrahi era stato condannato nel 2001
alla prigione a vita per l’attentato dinamitardo perpetrato nel 1988 contro un Boeing 747 sopra la città scozzese di Lockerbie, che fece 270 morti. La Commissione Affari esteri del Senato americano esaminerà la vicenda Megrahi il 29 luglio prossimo per determinare l’eventuale ruolo di Bp nella liberazione di Megrahi da parte degli organi di giustizia scozzesi, nel 2009, per ragioni di salute.