Roma, 16 agosto 2010 - Circa 3 milioni e mezzo di bambini potrebbero morire in Pakistan per l’inquinamento dell’acqua dovuto alle inondazioni che hanno flagellato il Paese.

L’allarme è stato lanciato dall’ONU. "Non c’è acqua potabile per cinque milioni di persone, e non abbiamo i soldi per assisterne otto milioni. Dai sei agli 8 milioni di persone non hanno cibo", ha spiegato all’AGI il portavoce dell’Ocha in Pakistan, Maurizio Giuliano, "in un’area che equivale alla Svizzera e all’Austria messe insieme. Se non si interviene immediatamente, avremo una seconda ondata mortale".

Le condizioni meteorologiche sono migliori dei giorni scorsi. Il quadro peggiore riguarda il Punjab, dove i livelli del fiume Indus si sono abbassati. Potrebbero aumentare, invece, nella provincia di Sindh. "Nei prossimi 4-5 giorni vi saranno piogge sparse, ma non in grado di causare inondazioni", prevede Qamar-uz-Zaman Chaudhry, direttore del Dipartimento di Meteorologia.

È la situazione umanitaria a preoccupare, soprattutto dopo che è stato registrato il primo caso di colera . "La velocità con cui il quadro peggior", ha spiegato Neva Khan, direttore di Oxfam in Pakistan, "è paurosa. I villaggi hanno un disperato bisogno di acqua pulita, latrine e forniture igieniche, ma le risorse attuali coprono solo una frazione di quanto richiesto".

La comunità internazionale ha stanziato 460 milioni di dollari per la prima emergenza, "e non bastano", ha aggiunto Giuliano. Di questa somma sono arrivati a destinazione solo 125 milioni di dollari. Lo scorso anno il Congresso americano stanziò un miliardo di dollari per la lotta ai talebani in Pakistan.