Santiago del Cile, 24 agosto 2010 -  ''Questo è un assegno nominativo di cinquemilioni di pesos. Ognuno che uscirà lo incasserà". E' quanto dichiarato dal magnate minerario cileno Leonardo Farkas non appena saputo del caso dei 33 minatori bloccati, da oltre due settimane, a 700 metri di profondità nella miniera di San José, nel nord del Cile.

Il gruppo di operai minerari riuscirà a vedere la luce del sole soltanto tra quattro mesi, tempo tecnico necessario per estrarli dalla miniera.

E una volta usciti i 33 sopravvisuti potrebbero rimanere disoccupati, perché la società proprietaria della miniera, la 'San Esteban', è a rischio fallimento: un suo portavoce ha ammesso che non sa se potranno continuare a pagare gli stipendi e i versamenti per il servizio sanitario nazionale.

Il patron multimilionario della compagnia mineraria 'Santa Fe', Leonardo Farkas, ha dunque consegnato un assegno da 7.600 euro, circa, ad ogni famiglia dei minatori bloccati nel pozzo.

L'imprenditore, noto per le sue generose iniziative di beneficienza, ha aggiunto inoltre che cercherà di convincere anche altri patron cileni ad aiutare gli operai intrappolati sottoterra, con l'obiettivo di raccogliere un milione di dollari per ciascuno di loro affinché non debbano mai più lavorare. ''E quando saranno in salvo organizzerò una grande festa'', ha promesso inoltre il magnate. I 33 minatori sono ancora vivi e in ottime condizioni di salute. Speriamo lo siano anche tra quattro mesi.

 

E dalle viscere della terra emerge una storia sospesa tra grande sport e vita quotidiana. Tra i 33 uomini vivi per miracolo nella miniera cilena di San José c'è anche l’ex giocatore di calcio Franklin Lobos, che anni fa ha giocato anche nella nazionale di Santiago. Il 53enne Lobos, che per molto tempo ha militato nella squadra del Cobresal, ha alle spalle una vita fortunata, ma anche molto dura, come tanti minatori, e non solo in Cile.

 

Finita la carriera, a causa dell'età, nel mondo del 'futbol' professionale cileno, Franklin per un po’ ha continuato a giocare a calcio, ma poi per vivere ha iniziato a guidare taxi e autobus. Negli ultimi tempi si occupava di portare su e giu’ i minatori di San José.

 

"Me lo ricordo soprattutto per i calci piazzati, riusciva a dare alla palla un effetto del tutto particolare", ha per esempio rilevato Zamorano, mentre un altro ex calciatore, Manuel Rodriguez Araneda - 'mundialista' nel '62 ed ex allenatore del Cobresal - rileva che "Franklin era una persona affidabile dentro e fuori dai campi di gioco". "E' finito in miniera soprattutto per aiutare i figli a studiare", ha aggiunto Araneda.