Roma, 25 agosto 2010 - Come già annunciato, Wikileaks ha pubblicato oggi un nuovo file della Cia incentrato sulla preoccupazione del servizio segreto americano che gli Stati Uniti possano essere visti come ‘esportatori’ di terrorismo. Il documento elenca una serie di casi di cittadini americani e con doppio passaporto reclutati da al Qaida per operazioni di terrorismo.

Il file contiene anche un riferimento all’Italia e al caso della rendition di Abu Omar, suggerendo che una proliferazione di operazioni del genere potrebbe danneggiare la lotta globale al terrorismo. Il documento è datato 2 febbraio 2010 ed è opera di quella che il sito guidato da Julian Assange - recentemente nell’occhio del ciclone per un’accusa di stupro, poi derubricata a presuntemolestie sessuali - definisce la “cellula rossa” della Cia.

 In una sezione del file, dedicata all’”Impatto sulle relazioni con i paesi esteri se gli Stati uniti sono percepiti come esportatori di terrorismo”, si ricorda il caso dell’imam rapito nel 2005 nell’ambito di un’operazione “coperta” della Cia. “Per esempio - si legge nel documento - nel 2005 l’Italia ha spiccato un mandato d’arresto per agenti Usa coinvolti nel sequestro di un imam egiziano e la sua consegna all’Egitto”.


Secondo il documento dei servizi americani, “la proliferazione di casi simili non soltanto rappresenterebbe una sfida alle relazioni bilaterali fra gli Stati uniti e altri paesi, ma danneggerebbe anche gli sforzi globali dell’antiterrorismo”. In sostanza, secondo il documento, “se i paesi stranieri ritengono che la posizione degli Stati uniti sulle ‘rendition’ sia troppo unilaterale, e che favorisca solo gli Usa e non loro, potrebbero ostacolare gli sforzi americani per catturare sospetti terroristi”.


Nel testo si prendono in considerazione alcuni casi di terrorismo esportati dagli Stati Uniti e si spiega come la percezione dell’America come “esportatrice di terrorismo” possa indurre altre nazioni a una “minore volontà di cooperazione nelle attività extragiudiziarie, inclusa la detenzione, il trasferimento e l’interrogatorio di sospetti in paesi terzi”, così come a una inferiore disponibilità a “condividere informazioni di intelligence” con le autorità statunitensi.
 

D’altra parte nel documento si sottolinea come “contrariamente al sentire comune, l’esportazione del terrorismo o di terroristi americani non è un fenomeno recente, né è stato associato solo a radicali islamici o individui di origine mediorientale, africana o dell’Asia meridionale”. “Questa dinamica sfida la convinzione americana che la nostra società libera, democratica e multiculturale sminuisce il fascino del radicalismo e del terrorismo per i cittadini degli Stati Uniti”, si legge nel documento della Cia.

Nel documento, classificato come «secret» e «noforn» (segreto e non condivisibile con Paesi stranieri, ndr) si parla anche di al Qaeda. L’organizzazione di Osama bin Laden «e gli altri gruppi estremisti hanno probabilmente notato che il governo Usa è molto più preoccupato dall’impedire attacchi terroristici sul suolo americano, rispetto al fatto che cittadini statunitensi colpiscano altri Paesi», si legge nel memo. «Contrariamente a quanto si pensa, l’esportazione di terrorismo o di terroristi da parte degli Usa non è un fenomeno recente, nè è stato associato solo con i radicali islamici o con individui di etnia mediorientale, africana o dell’Asia Meridionale», si legge nel documento. «Questa dinamica smentisce la convinzione americana che la nostra società libera, democratica e multiculturale diminuisce il fascino del radicalismo e del terrorismo per i cittadini americani».