{{IMG_SX}}NEW YORK- Quando era potente e visibile, presidente del partito repubblicano e manager della campagna elettorale di George Bush e Dick Cheney nel 2005, Ken Mehlman ha mentito per anni. Solo adesso è arrivata l’ammissione: “Sono gay…- ha detto all’improvviso in un’intervista - Mi ci sono voluti 43 anni per trovarmi a mio agio con questo aspetto della mia vita…Ho il rimpianto di non essere allo scoperto molto tempo fa ….”.

 

Ma Mehlman fedele soldato e sostenitore della linea repubblicana quando era alla presidenza del partito non si è mai opposto alle iniziative anti-gay di Bush messe in piedi in molti casi per “trarre dei vantaggi politici” come lui stesso ha ammesso. Nel 1994 durante la convention di New York in tanti gli chiesero di uscire allo scoperto e di smettere di nasconderlo per opportunità politica, ma Melhman allora diceva costantemente “non sono gay”.

 

Oggi l’ex leader torna a fare notizia e forse per espiare la sua reticenza e il suo strategico ritardo sostiene di voler diventare portavoce dell’American Foundation for Equal Right, un’associazione che in California sta lottando contro la messa la bando dei matrimoni gay. “Mi è molto dispiaciuto - ha aggiunto Melhman - di non essere uscito allo scoperto mentre ero ancora in un ruolo chiave della vita politica americana…”. Tenace nei dibattiti televisivi, tranciante sui giudizi degli avversari, l’ex presidente del RNC si sente come liberato dal suo peso e anche se i movimenti gay diffidano di lui aggiunge: “tutti hanno reagito in modo meraviglioso e assicurato il loro pieno sostegno”.

 

Chi non lo ha mai amato troppo alla guida del partito è la figlia di Dick Cheney dichiaratamente lesbica che ha trovato il coraggio di presentare la sua compagna al padre anche se questo non era esattamente ortodosso per i repubblicani ortodossi. Forse per difendersi dalle accuse Mehlman nella sua lunga intervista-confessione ha precisato che George Bush non era affatto omofobico e che lui solo nelle ultime settimane è riuscito a confessare agli amici e ai familiari la sua vera natura sessuale.

 

Mike Rogers, uno degli attivisti del movimento gay, era da almeno 10 anni al corrente dell’omosessualità di Mehlman e oggi non lo giustifica: “lui rimane orrendamente omofobico – dice - anche dopo la rivelazione odierna e dovrebbe essere ritenuto responsabile per il suo passato…”. Insomma anche se la California è considerata tollerante, Ken Melhman come 'portavoce' dei diritti delle coppie omosessuali, dopo averle contrastate con furore per tutti gli anni in cui è stato al potere non sembra davvero il massimo. Nemmeno per chi crede nella 'redenzione'.