Stoccolma, 1 setembre 2010 - La giustizia svedese riapre l’inchiesta per violenza sessuale contro Julian Assange, il fondatore del sito Internet WikiLeaks specializzato nella pubblicazione di documenti confidenziali. Lo ha annunciato la procura di Stoccolma che ieri, per circa un’ora, ha ascoltato Assange in merito a presunte aggressioni contro due ragazze.


"Ci sono motivi per pensare che sia stato commesso un crimine”, ha spiegato la responsabile della procura, Marianne Ny, in un comunicato. “In base agli elementi raccolti è stato aperto un fascicolo per ‘stupro’”, ha aggiunto.
La Procura di Stoccolma qualche settimana fa aveva già annullato un mandato di arresto spiccato nei confronti del fondatore di Wikileaks per aggressione e violenza carnale, su denuncia di due donne svedesi.
 

Durante l’interrogatorio di ieri, Assange è stato formalmente informato dei sospetti a suo carico. Il suo avvocato, Leif Silbersky, ha aggiunto che Assange ha respinto le accuse. Australiano, 39enne, Assange ha sempre negato qualsiasi responsabilità, denunciando ‘’una campagna di calunnie’’ orchestrata dal Pentagono e dagli Usa.


RICHIESTA DI PERMESSO DI SOGGIORNO
- Nel frattempo lo stesso Julian Assange ha fatto richiesta all’ufficio svedese dell’immigrazione per ottenere l’autorizzazione a vivere e lavorare in Svezia, come annunciato ieri da un portavoce dello stesso ufficio.


‘’Ha chiesto l’autorizzazione di lavorare e risiedere in Svezia’’, ha dichiarato Haakan Gestrin, precisando che la richiesta è stata presentata il 18 agosto e non è ancora stata presa in esame. Un altro portavoce, Gunilla Wikstroem, ha precisato che la richiesta è ancora in attesa perché mancano alcune informazioni. La richiesta di residenza e lavoro in Svezia è stata presentata due giorni prima che Assange venisse accusato di stupro e poi ‘solo’ di aggressione sessuale.

WIKILEAKS E I DOCUMENTI SULL'AFGHANISTAN - Assange è assurto alla ribalta della cronaca internazionale dopo aver pubblicato il 23 luglio su Wikileaks migliaia di documenti riservati sulla guerra in Afghanistan, suscitando forti critiche del Pengagono che ha accusato Assange di essere un irresponsabile. Quest’ultimo aveva però confermato che avrebbe pubblicato altri 15.000 documenti. La pubblicazione ha infiammato il dibattito su scopo e direzione della guerra americana nella regione