NEW YORK, 1 ottobre 2010 – C'era una moderna matrigna di Cenerentola alla St. Jonh's University. Cecilia Chang, vicepreside dell'ateneo e responsabile dell'Istituto Studi Asiatici, obbligava gli studenti a cucinare per lei, buttare la spazzatura, spalare la neve e far da autisti e camerieri. I ragazzi ridotti alla condizione di colf della Chang non avevano molta alternativa: la donna infatti controllava l'assegnazione di 15 borse di studio ogni anno, e accettare i lavori domestici garantiva loro di poter continuare ad usufruire della somma messa a disposizione dalla scuola. Ora la donna è stata denunciata dagli allievi.

I legali della Chang hanno dichiarato che i servizi degli studenti-colf erano collegati alle attività di raccolta fondi che la donna svolgeva per l'università, ma i responsabili della St. John's non ci hanno creduto. “Il trattamento riservato dalla sig.ra Chang ad alcuni alunni è inaccettabile e rappresenta una violazione dei valori alla base del nostro ateneo”, ha detto un portavoce dell'università.

Questo peraltro non è l'unico guaio dell'ex vicepreside con la giustizia. Nel gennaio scorso Cecilia era stata accusata di aver “investito” fondi della St. John's in abiti e viaggi al casinò. Da giugno, prima che emergessero le denunce a suo carico da parte di alcuni studenti, la donna non lavorava più nella prestigiosa università. Il giudice, in attesa dell'inizio del processo, ha disposto un deposito cauzionale di 1,5 milioni di dollari, e se verrà condannata la Chang rischia fino a 10 anni di carcere.