Washington, 3 novembre 2010 - I repubblicani hanno conquistato il controllo della Camera dei Rappresentanti alle elezioni americane di midterm, e sono cresciuti in Senato che però rimane a guida democratica. Secondo i risultati ancora parziali del voto del 2 novembre, i repubblicani hanno fatto eleggere 234 deputati e i democratici del presidente Barack Obama 180, mentre 21 seggi non sono ancora stati assegnati.

Al Senato, dove si votava per il rinnovo soltanto di un terzo dei seggi, i democratici sono a quota 51, mentre i repubblicani sono saliti fino a 46 e 3 seggi (quelli di Washington, C ancora non sono stati assegnati. Harry Reid, il capo della maggioranza democratica in Senato, ha riconquistato il suo seggio in Nevada, negando ai repubblicani uno dei maggiori trofei a cui aspiravano.

STATI - I repubblicani hanno strappato al partito di Barack Obama almeno 10 governatori, con il quadro dei risultati non ancora definito.I democratici, dal canto loro, hanno conquistato la California, con la vittoria di Jerry Brown. Lo riportano i media Usa.

I repubblicani hanno conquistato la poltrona di governatore strappandola ai democratici in Iowa (vittoria di Terry Branstad), Kansas (Sam Brownback), Michigan (Rick Snyder), New Mexico (Susana Martinez), Ohio (John Kasich), Oklahoma (Mary Fallin), Pennsylvania (Tom Corbett), Tennessee (Bill Haslam), Wisconsin (Scott Walker) e Wyoming (Matt Mead)

 

SENATO - Restano ancora da assegnare tre seggi per il Senato: negli Stati di Washington, Colorado e Alaska i candidati hanno scarti ridotti a poche migliaia di voti. Lo riportano i media statunitensi.
 

Nello Stato di Washington, l'uscente Patty Murray per i democratici e' al 50%, con un distacco di circa 14 mila voti dallo sfidante repubblicano Dino Rossi. In Colorado, il testa a testa e' tra Ken Buck, repubblicano, e l'uscente Michael Bennet per i democratici: il distacco e' di circa 7.000 voti, e varia di minuto in minuto.
In Alaska, il repubblicano Joe Miller e' accreditato al 35% dei voti, contro il 25% del democratico Scott McAdams, ma la voce "altri candidati" - tra i quali l'uscente Lisa Murkowski - raccoglie oltre il 40% dei consensi.

 

BOEHNER - L'attuale leader della minoranza repubblicana alla Camera dei Rappresentanti, John Boehner, che passerà ad occupare la presidenza della Camera, al posto di Nancy Pelosi, dopo il trionfo del Gop nelle elezioni di midterm, non ha saputo trattenere le lacrime nel festeggiare con oltre un centinaio di sostenitori, a Washington, la vittoria elettorale.
 

"Ho passato tutta la mia vita inseguendo il sogno americano", ha detto tra le lacrime. Esultante e con la voce rotta dall'emozione, Boehner si è congratulato con la muova maggioranza repubblicana nella 'camera bassa' e ha detto che "è chiaro chi sono i vincitori stanotte: è il popolo americano". "Per troppo tempo Washington ha fatto ciò che è meglio per Washington e non ciò che è meglio per il popolo americano. Stasera -ha promesso- si comincia a cambiare".
 

CHICAGO -   Il candidato repubblicano, Mark Kirk, ha conquistato il seggio dell'Illinois nel Senato Usa, quello lasciato vacante nel 2008 dal presidente Barack Obama: una sorta di seggio-trofeo la cui perdita è forse la sconfitta più bruciante per il presidente Usa. È stata una vittoria di misura (79mila voti su 3,6 milioni di voti espressi) e anzi il democratico Alexi Giannoulias, 34 anni, pupillo di Obama e suo compagno di basket, ha cominciato lo scrutinio in leggero vantaggio, ma poi ha dovuto capitolare di fronte al republicano. Doveva essere una corsa scontata per i Democratici, che avevano perso solo una volta la corsa del Senato nell'Illinois negli ultimi 40 anni. Ma una serie di scandali, primo tra tutti quello di Rod Blagojevich, hanno minato la forza dei Democratici nello stato del Midwest.
 

Ufficiale dei servizi segreti nella riserva navale, Kirk, sostenitore di entrambe le guerre e strenuo difensore di Israele, è stato personalmente tanto in Afghanistan che in Iraq. Ma a giugno era stato costretto a scusarsi per aver 'gonfiato' le sue esperienze, arrivando a dire che era stato nella stanza dei bottoni del Pentagono e finito sotto il fuoco nemico in Iraq. Obama era sceso in campo personalmente per sostenere l'«amico» Giannoulias (già provato per il fallimento della banca di famiglia). Sabato sera Obama aveva tenuto un comizio dinanzi a 35mila persona a Chicago disseminando la città con i manifesti che dicevano: «»Potete fidarvi di lui, potete contare su di lui«. Ma non ce l'ha fatta.
 

Di fatto, Kirk completerà il mandato che spettava a Obama nel seggio e sostituirà il democratico Roland Burris, nominato dall'allora governatore Blagojevich, arrestato con l'accusa di aver tentato di vendere il seggio di Obama al miglior offerente. La conquista del seggio ha non solo un alto valore simbolico, ma anche immediate ripercussioni politiche. Kirk assumerà l'incarico prima della prossima sessione del Congresso, che inizierà a gennaio 2011, prevedibilmente nella terza settimana di novembre; e dunque potrà partecipare al voto sull'estensione dei tagli fiscali approvati durante l'amministrazione di George W. Bush. La battaglia dell'Illinois, su cui erano focalizzati i media nazionali, è stata una delle più brutte della campagna elettorale, caratterizzata più da attacchi di carattere personale che da proposte politiche personali. I democratici potrebbero rifarsi con la poltrona di governatore, dove l'uscente Pat Quinn è in vantaggio di quasi 11mila vioti con il 97 per cento delle scede scrutinati; ma poichè ci sono migliaia di schede inviate ancora da conteggiare, il risultato potrebbe arrivare tra giorni.

OBAMA - Il presidente americano Barack Obama tende la mano ai repubblicani che hanno sconfitto il suo partito democratico alla Camera e conquistato nuovi seggi al Senato. Subito dopo i primi risultati, il capo della Casa Bianca ha telefonato a John Boehner, probabile nuovo speaker della Camera e a Mitch McConnell, principale repubblicano in Senato, esortandoli a trovare un terreno comune per lavorare assieme. "Il presidente vuole lavorare con loro e i repubblicani per trovare un terreno comune, portare avanti il Paese e fare le cose che servono al popolo americano", ha detto il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs.