Port-Au-Prince, 10 novembre 2010 - Il colera ha raggiunto la capitale di Haiti, Port-Au-Prince, facendo un morto e contagiando altre 73 persone. A questo punto, ha denunciato il Direttore generale del ministero della Sanità, Gabriel Thimoté, l’epidemia è considerata “una questione di sicurezza nazionale”.

 Dalla metà dello scorso ottobre, in tutta l’isola la malattia ha fatto 583 morti, costringendo altre 9.000 persone al ricovero in ospedale.
“Port-au-Prince è una grande bidonville, dove le condizioni igieniche e sanitarie sono pessime - ha sottolineato il medico Jon K. Andrus, dell’Organizzazione panamericana della Sanità - sono condizioni ottimali per una rapida diffusione del colera. Dobbiamo intervenire con celerità”.

Le cattive condizioni igieniche dei campi profughi presenti nell’isola dopo il devastante sisma del 12 gennaio scorso sono state aggravate negli ultimi giorni dal passaggio dell’uragano Tomas, che ha risparmiato la capitale, ma ha colpito la zona sud-occidentale dell’isola.

Crescono intanto i timori legati alle notizie sulla diffusione del colera a Port-au-Prince, dove un milione di persone cira ancora vive nei campi allestiti all’indomani del terremoto di gennaio.

"Migliaia di bambini" sono a rischio di contagio nella capitale di Haiti Port-au-Prince, avverte l’organizzazione Save The Children, che teme soprattutto per i bambini che popolano i numerosi campi di sfollati dopo il devastante terremoto che ha colpito il Paese, colpito anche dal recente passaggio dell’uragano Tomas.
"Da gennaio stiamo lavorando ininterrottamente per rispondere ai bisogni delle persone colpite dal terremoto e questo e’ servito fino ad oggi anche come barriera per il colera che aveva finora risparmiato Port-au-Prince", ha dichiarato in una nota Gary Shaye, Direttore di Save the Children ad Haiti.