Roma, 10 novembre 2010 - Mehmet Ali Agca, l’autore dell’attentato contro papa Giovanni Paolo II il 13 maggio del 1981, ha accusato lo stesso Vaticano di aver orchestrato l’agguato. In un’intervista esclusiva alla televisione pubblica turca Trt, Agca ha accusato l’allora Segretario di Stato vaticano, Agustino Casaroli, di essere stato il cervello dell’attentato contro il pontefice polacco. “Sicuramente il governo del Vaticano stava dietro al tentativo di assassinio del Papa. Lo aveva deciso il cardinale Agostino Casaroli, numero due del Vaticano”, ha dichiarato Agca.

Durante l’intervista - spiega il quotidiano spagnolo El Pais - Agca ha insistito più volte sul fatto che l’incarico di uccidere il Papa provenisse dal cardinale Casaroli, che avrebbe utilizzato un suo agente, “padre Michele”, per far pervenire l’ordine agli esecutori. “Ho fatto delle prove per l’attentato assieme a padre Michele e a un altro agente del Vaticano. Mi sono riunito con lui diverse volte e siamo anche stati in Piazza San Pietro per pianificare l’attentato”, ha raccontato Agca.


Il terrorista turco ha assicurato che nell’attentato non erano implicate né la Cia americana, né il Kgb sovietico, né altri servizi segreti: la pista bulgara venne creata appositamente per far affondare l’Unione sovietica.
Quando nel dicembre 1983 papa Giovanni Paolo II lo visitò in cella, racconta ancora Agca, non gli chiese nulla sui mandanti dell’attentato, perché “sapeva molto bene che dietro c’era il Vaticano”.


Agca, che oggi ha 52 anni, ha scontato 19 anni di carcere in Italia. Poi è stato trasferito in Turchia, dove avrebbe dovuto scontare una condanna all’ergastolo per altri crimini compiuti quanto era membro di un gruppo estremista di destra turco. E’ stato liberato invece il 18 gennaio scorso.