Islamabad, 10 novembre 2010 - Una donna cristiana è stata condannata a morte in Pakistan per blasfemia. Asia Bibi, 45 anni e cinque figli, è accusata di aver insultato il profeta Maometto. La donna aveva avuto un diverbio con altre contadine durante l’orario di lavoro in una fattoria. Lei ha raccontato al tribunale Sheikhupura, vicino a Lahore, che un giorno le fu chiesto dalle compagne di andare a prendere dell’acqua da bere.


Quando è tornata al campo
, però, le stesse la respinsero dicendo che l’acqua di una cristiana è "sporca". Qualche giorno dopo, la polizia fu costretta a intervenire per sedare una rissa in cui la cristiana rischiava di essere uccisa dalla dalle compagne. Loro hanno raccontato che Asia aveva insultato Maometto, ma nessuna fonte indipendente lo ha confermato.

Nonostante questo -secondo quanto racconta al Telegraph Shahzad Kamran, dell’ong protestante Sharing Life Ministry Pakistan- la polizia «è stata obbligata dalla folla e da alcuni religiosi, che chiedevano di poterla uccidere, ad accusarla di blasfemia. Nel corso del processo è emerso con chiarezza che Asia non ha mai pronunciato insulti contro Maometto».

La legge sulla blasfemia è da tempo nel mirino di Sharing Life e di altre ong c’è, in particolare, la legge sulla blasfemia. Sulla base di questa legge, qualche mese fa, Islamabad bloccò Facebook per timore che vi apparissero immagine insultanti per l’Islam. Spesso, è l’accusa delle ong, la legge è utilizzata per schiacciare le minoranze religiose: in molti sono condannati alla pena capitale, e anche se nessuna condanna è mai stata eseguita spesso la morte è arrivata durante il processo, uccisi dalla folla fondamentalista o da assassini solitari. La stessa Asia è stata in isolamento in carcere per circa un anno. Suo marito, Ashiq Masih, ha detto di non aver avuto «il coraggio» di dare ai due dei figli la notizia della sentenza: «Mi hanno chiesto tante volte della madre".