Riad, 19 novembre 2010 - Polemiche per la nuova sentenza choc in Arabia Saudita di un giudice di un tribunale di Mecca, la città santa dell’Islam, che ha stabilito la condanna all’amputazione delle mani per quattro ladri già condannati in primo grado. Lo riferisce l’edizione odierna del quotidiano ‘Kabar’, secondo cui i quattro imputati sono stati riconosciuti colpevoli di rapina ad alcune gioiellerie del Paese del Golfo.

"La corte d’appello di Mecca ha confermato il verdetto di un tribunale di Asir (città del sud dell’Arabia Saudita, ndr) che prevede l’amputazione delle mani per quattro ladri che hanno confessato il loro crimine", si legge. Il quotidiano, tuttavia, non ha rivelato le identità dei condannati ni quando le esecuzioni avranno luogo.

Nel regno di re Abdallah vige la sharia, nell’interpretazione estremista della dottrina wahhabita. Reati come l’apostasia, l’omosessualità e il furto sono considerati violazioni del diritto di Dio. Per questa tipologia di crimini il codice penale saudita prevede specifiche punizioni quali la fustigazione e l’amputazione della mano, oppure addirittura la condanna a morte.