Sharm el Sheikh (Egitto), 5 dicembre 2010 - Uno squalo ha ucciso una turista tedesca a Sharm el Sheikh. La vittima è una donna di 70 anni, che stava nuotando nei pressi della spiaggia privata di un grande albergo. Lo squalo l’ha attaccata da destra e per lei non c’e’ stato nulla da fare, riferiscono fonti locali. La scorsa settimana alcuni turisti russi erano stati attaccati da uno squalo, che li aveva feriti in maniera grave, ma questo e’ il primo attacco mortale.

SPIAGGE CHIUSE - Subito dopo l’attacco, le autorità locali hanno iniziato a richiamare a riva tutti i turisti e i villeggianti per fare in modo che nessuno rimanesse in acqua. E successivamente tutte le spiagge di Sharm el-Sheikh sono state chiuse, per decisione del ministro egiziano dell'Ambiente. Il ministro del Turismo egiziano, Zoheir Garan, ha deciso ‘’la sospensione di tutte le attivita’’’ sulle spiagge di Sharm, finche’ ‘’non venga garantita l’eliminazione totale del pericolo’’ in seguito all’attacco mortale di uno squalo, che ha provocato la morte di una turista tedesca.

Prima della donna quattro turisti - tre russi fra cui due donne e un ucraino - erano stati attaccati, riportando gravi ferite, portando a una prima chiusura tra mercoledì e sabato. Le spiagge erano state riaperte ieri, dopo che il ministero dell’Ambiente egiziano aveva reso noto di aver catturato l’esemplare ritenuto responsabile degli attacchi. Da quell’incidente sono al lavoro team di scienziati per spiegare questo fenomeno inusuale di squali che attaccano l’uomo abbastanza vicino a riva. Successivamente, hanno indicato fonti locali, e’ stato catturato un secondo squalo nella zona dove si era verificato il primo attacco contro turisti russi.

Il presidente dell’ente per l’attivita’ subacquea e marittima di Sharm El Sheikh, Hisham Gabro, ha spiegato di aver preso contatto con esperti di vari Paesi europei per riuscire a capire il motivo per il quale gli squali stanno attaccando l’uomo e per sapere se vi sono altri esemplari cosi’ pericolosi. Secondo una ong ambientalista locale, la Hurgheda Environmental Protection and Conservation Association (Hepca), tuttavia, gli squali catturati non sono quelli che hanno attaccato i turisti.

 

L'ESPERTO - E’ uno squalo ‘longimanus’ (carcharinus longimanus), con un segno particolare (forse un morso o una cicatrice provocata dall’elica di una nave) il protagonista dell’attacco mortale alla turista tedesca, stamane, e di quelli dei precedenti giorni del terrore a Sharm El Sheikh, secondo quanto riferiscono fonti dell’ambiente delle immersioni subacquee della localita’ turistica egiziana.
‘’E’ stato fotografato ed e’ stato visto da varie persone - racconta Bruno Jarach, diver e concessionario di ditte famose che riforniscono le scuole ed i circoli di subacquei del Mar Rosso, da vent’anni a Sharm - e credo proprio che sia sempre lo stesso, che non e’ stato catturato, come avevano annunciato le autorita’ locali. Probabilmente hanno preso due esemplari di altre specie, forse meno aggressivi, e hanno pensato di aver risolto il problema’’, afferma Jarach.
 

‘’Il longimanus, piu’ degli altri squali, molto raramente si avvicina alla riva - aggiunge - di solito si incontra in mare aperto e in profondita’. Potrebbe essere stato richiamato sotto costa dopo che sono state scaricate in mare carcasse di montoni, uccisi in grande quantita’ per la Festa islamica del Sacrificio, tra il 15 ed il 20 novembre’’.
 

‘’Non e’ comunque questo il sistema giusto per catturare lo squalo aggressivo - sottolinea Jarach - ne’ per difendere i bagnanti. Pasturare (gettare in mare pezzi di carne sanguinanti per richiamare i predatori, ndr) le acque sottocosta e’ controproducente, perché rischia di attirare tanti squali dove sono numerosi i bagnanti. E poi si dovrebbero catturare tutti gli squali del Mar Rosso, per essere sicuri’’. L’alternativa efficace, suggerisce il subacqueo, potrebbe essere l’installazione di boe elettroniche con emettitori di segnali elettromagnetici che allontanano i predatori, come avviene da tempo vicino alle coste della Florida, della California ed alcune zone costiere dell’Australia.