Minsk, 19 dicembre 2010 - Tensione alle stelle in Bielorussia, dove la polizia ha respinto i manifestanti dell’opposizione che hanno cercato di dare l’assalto alla sede del governo, a Minsk, dopo l’annuncio della riconferma del presidente Alexander Lukashenko per un quarto mandato, che loro contestano. I poliziotti in temuta antisommossa hanno formato un cordone a protezione, mentre i manifestanti,  migliaia, hanno preso di mira porte e finestre dell’edificio. Gli agenti hanno anche effettuato centinaia di arresti tra i manifestanti nella Piazza Indipendenza.

Secondo i risultati dell’exit poll, Lukashenko ha ottenuto il 72,2% delle preferenze, davanti ai candidati dell’opposizione Andreï Sannikov e Vladimir Nekliaev, che hanno raccolto il 6,1% dei voti ciascuno. Migliaia gli oppositori bielorussi sono scesi in piazza, con bandiere rosse e bianche e dell’Unione euoropea, per manifestare contro il voto dallesito scontato che si è svolto oggi. "Per la libertà" gridano i manifestanti nella piazza di Ottobre, nel centro di Minsk.

Eletto nel 1994 con la prima e l’ultima elezione riconosciuta dall’occidente indipendente e democratica in Bielorussia, Lukashenko è stato rieletto nel 2001 e nel 2006 con voti macchiati da irregolarità e da una dura repressione dei dissidenti. Secondo le opposizioni il presidente ha messo in piedi un sistema elettorale che non lascia chance ai contendenti.

In un documento riservato diffuso da WikiLeaks e pubblicato venerdì scorso dal quotidiano britannico Guardian, diplomatici americani hanno definito Lukashenko un uomo "chiaramente disturbato" che ha "l’intenzione di restare indefinitamente al potere".