Roma, 3 gennaio 2011 - La chiesa di Alessandria di Egitto colpita da un sanguinoso attentato la notte di capodanno figurava su una lista di possibili obbiettivi di Al Qaeda. La lista venne pubblicata il due dicembre dal sito Choumoukh al-Islam, un sito web che ospita la gran parte dei comunicati dell’organizzazione terroristica. Nel messaggio si parlava di un possibile attentato "durante le feste di natale". L’autore del comunicato invitata esplicitamente ad un azione kamikaze durante cerimonie religiose. La lista oltre alla chiesa di Alessandria indica una cinquantina di altri luoghi di culto copti al Cairo, ad Alessandria e in altri paesi europei come Francia, Germania e Regno Unito.

L'IDENTIKIT DELL'ATTENTATORE - Intanto la polizia egiziana avrebbe in mano l’identikit dell’uomo accusato di aver fatto saltare in aria l’autobomba che ha colpito nella notte di Capodanno la chiesa di Alessandria, provocando la morte di 22 persone.

Secondo quanto riporta il giornale ‘al-Ahram’, alcuni testimoni oculari sostengono di aver visto una persona rimanere a lungo alla guida dell’auto prima dell’esplosione. Si tratta di un uomo di corporatura media, di carnagione olivastra e di media statura che indossava una giacca di pelle color beige.

Secondo uno dei testimoni, George Adil, di 24 anni, il presunto attentatore sarebbe rimasto in auto da solo per circa mezz’ora prima di farsi esplodere. Prima dell’attentato, però, il kamikaze non era da solo però percé è stato visto a bordo della sua Skoda con altri due uomini, che sono scesi prima dell’esplosione.

LA RABBIA - Intanto ieri è stato un giorno di scontri in Egitto. I copti sono scesi in strada per manifestare la propria collera anche nella capitale, dove hanno fronteggiato la polizia e cercato di dare l'assalto all'auto del grande imam di Al Azhar - una delle massime autorità religiose islamiche del Paese - che si era recato a porgere le condoglianze al patriarca copto Shenuda III. Quarantacinque gli agenti feriti.

Proprio dal grande Imam - che è nominato dal presidente Hosni Mubarak - era giunto un aspro attacco a Benedetto XVI: riferendosi alle parole del Pontefice sulla necessita' di difendere i cristiani, Ahmed el Tayyeb le ha definite un ''intervento inaccettabile negli affari dell'Egitto''.

Una dichiarazione che il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha però voluto legare a ''malintesi nella comunicazione''. ''Il punto essenziale - ha detto Lombardi - è la condanna che l'imam ha fatto dell'attentato, invitando al dialogo e alla pacifica convivenza di cristiani e musulmani in Egitto. Per quanto riguarda, invece, l'accusa di ingerenza relativa alla condanna dell'attentato contro la chiesa copta ad Alessandria d'Egitto che il Papa ha fatto oggi all'Angelus, bisogna vedere che cosa ha inteso dire e che tipo di informazioni egli ha avuto''.

TELEFONATA MUBARAK-BERLUSCONI - "Il presidente Berlusconi ha ricevuto oggi una telefonata dal presidente egiziano Mubarak il quale si è voluto complimentare con il presidente del Consiglio per il recente voto di fiducia parlamentare e formulargli i suoi migliori auguri per il nuovo anno. Nel ringraziare il presidente Mubarak, il presidente Berlusconi ha espresso, a nome suo e del governo italiano, il più profondo cordoglio per le vittime del sanguinoso attentato terroristico di Alessandria d’Egitto". Lo comunica in una nota palazzo Chigi, che informa: "I due presidenti hanno colto l’occasione per ribadire le fortissime relazioni esistenti fra i due Paesi e si sono dati appuntamento al prossimo vertice bilaterale italo-egiziano in programma a Luxor nel mese di febbraio".
 

FRATTINI - "Occorre cominciare finalmente a muoversi", l’Italia "non può essere sempre da sola in questa grande battaglia nel mondo affinché i diritti dei cristiani siano rispettati". Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in un’intervista a Skytg24, tornando a ribadire che anche l’"Unione europea deve fare di più" in questo senso.

"Abbiamo già ottenuto che l’Ue istituisca un meccanismo di monitoraggio in tutte le ambasciate di quei paesi in cui ci sono comunità cristiane di minoranza", ha spiegato il titolare della Farnesina.

Secondo il ministro, bisogna anche che la risoluzione approvata all’Onu, che sancisce il diritto alla professione della religione, "venga attuata". Insomma, "bisogna passare dal monitoraggio all’azione, lavorare con i governi che collaborano e incoraggiarli" nella difesa delle comunità cristiane.

Quanto, invece a quei governi che non collaborano, "e che talvolta tollerano", l’Italia ha già fatto "pressioni diplomatiche". "Anche su questo chiederò una discussione politica il 30 e il 31 gennaio ai ministri degli Esteri dell’Ue. Si deve pensare ad aiuti in cambio di diritti", ha precisato il ministro, ricordando che l’Ue elargisce "un contributo molto generoso a tanti paesi in via di sviluppo".

"Ma non possiamo avere in cambio distrazione o, peggio, tolleranza verso queste stragi", ha insistito Frattini. "Quei contributi a quei paesi che non collaborano vanno ridotti o addirittura eliminati", ha concluso.