Roma, 8 gennaio 2011 - Controlli saranno effettuati da parte del ministero della salute dei Nas e delle Regioni per la massima sicurezza di alcuni alimenti, dopo la contaminazione da diossina nei mangimi animali in Germania. E' quanto annunciato dal ministro della Salute Ferruccio Fazio.

L’Italia ha importato dal Pese "una quantità di uova limitate - ha spiegato il ministro - ma grazie all’etichettatura è possibile rintracciarle guardando il marchio di produzione e provenienza".  Il ministro ha rassicurato sul fatto che le uova italiane, che sono marchiate e tracciabili, "sono garanzia di sicurezza anche in Germania". E lo stesso vale per latte e carne.

Ulteriori rassicurazioni sulle uova arrivano anche dal direttore generale per la sicurezza degli alimenti del Ministero della Salute, Silvio Borrello. "Le partite che sono giunte in Italia dalla Germania non provengono da allevamenti sospettati di contaminazione alla diossina". Dalla Ue, afferma l’esperto, non è arrivata alcuna segnalazione specifica riguardo alle partite di uova a rischio, mentre rimane la segnalazione per l’Olanda e la Gran Bretagna. 

Per quanto riguarda i controlli saranno effettuati test a campione da Nas e Regioni in tutta Italia. "Le uova italiane, il latte italiano, la carne suina di casa nostra - ripete Fazio - sono assolutamente sicuri. Il mangime tossico è stato distribuito solo in Germania. Le uova contaminate inviate solo in Olanda e Gran Bretagna",
dice Fazio minimizzando anche sull'allarme latte, ampiamente importato nel nostro Paese.  "Verificheremo tutto - conclude - ma i prodotti italiani sono, restano e resteranno una garanzia".

Martedì e mercoledì ci saranno riunioni tecniche sull'argomento a Bruxelles. Mentre per giovedì è stata convocata a Roma una riunione con i tecnici, che avranno preso parte all'incontro di Bruxelles, e i carabinieri del Nas e le Regioni. L'obiettivo dell'incontro è la messa a punto delle modalità di controllo a campione. In ogni caso, "no ad allarmismi, stiamo tranquilli" sottolinea il ministro.

"PROVVEDIMENTI PIU' SEVERI" - La doppia produzione di oli industriali e acidi grassi destinati ai mangimi animali è all’origine della contaminazione di diossina in uova, carne e latte in Germania, e per questo sono necessari provvedimenti più severi. "La stessa azienda responsabile della contaminazione ('Herles and Jentzch', ndr) - dice Fazio - aveva contemporaneamente una produzione di oli industriali di scarto e di acidi grassi usati nei mangimi animali. Ha avuto l’opportunità quindi di mescolare i due prodotti" dice il ministro convinto che "bisogna essere molto più severi in questo campo. Non si può permettere a chi produce pericolosi oli industriali di occuparsi anche di materie prime per l’alimentazione animale".

Non è la prima volta infatti che questo problema si verifica. "Nel 1999 - ricorda Fazio - si è verificata la stessa situazione in Belgio. È la seconda volta, è necessario quindi prendere provvedimenti". Fazio ha anche ricordato l’impegno dell’Italia per un’etichetta trasparente sui prodotti alimentari. "Il nostro Paese ha votato contro la risoluzione proposta proprio dal Belgio e appoggiata dalla Germania per un’etichettatura non sufficientemente trasparente. Noi vogliamo che ci sia chiarezza in particolare sulla provenienza e sull’origine di tutti gli alimenti".

IN GERMANIA -  I livelli di diossina nei grassi animali prodotti dalla Harles und Jentzsch, la società al centro dello scandalo, non erano il doppio rispetto alla norma - come si pensava fino a oggi - ma circa 78 volte più alti, secondo quanto ha annunciato il ministero dell'Agricoltura dello Schleswig-Holstein (nord), il Land in cui ha sede l'azienda sotto accusa.

Finora, le autorità sanitarie tedesche hanno chiuso temporaneamente 4.709 allevamenti in attesa di accertamenti, tracce di diossina sono state rilevate in altre due regioni e la 'Harles und Jentzch' non solo sapeva della contaminazione dal marzo 2010, ma probabilmente non è neanche registrata. In Germania il numero di regioni colpite - secondo la stampa - è salito da 10 a 12 su 16, mentre in Europa finora il caso ha interessato anche l'Olanda e il Regno Unito, dove sono stati esportati i prodotti agricoli contaminati.

Ed questi aumentano. Dopo uova, latte e carne suina, lo scandalo dei mangimi diossina si allarga anche agli allevamenti dei polli. Il settimanale Focus ha rivelato che in un rapporto del 6 gennaio inviato a Bruxelles dal governo tedesco è scritto che l'analisi di tessuti grassi prelevati a tre polli di batteria hanno evidenziato una percentuale di diossina di 4,99 picogrammi per ogni grammo di carne. Il valore massimo di tossina tollerato dalla legge è invece di 2 picogrammi. Nel rapporto non è scritto da quale allevamento tedesco provengano i polli contaminati dalla diossina, mentre in un rapporto del ministero federale per la Tutela dei consumatori si spiega che i laender con gli allevamenti contaminati con le percentuali di diossina indicate non hanno lanciato l'allarme, in quanto nel caso dei prodotti sotto accusa, dal loro consumo "non è prevedibile nessuna immediata conseguenza per la salute". 

Intanto un sondaggio dell'Istituto Emnid condotto per conto del settimanale mette in luce che dopo lo scandalo alla diossina un terzo dei tedeschi (32%) non si fida più dei prodotti tradizionali ed acquista solo prodotti biologici. Fino ad oggi la percentuale di acquirenti di prodotti biologici era solo del 10%. A voltare ancora di più le spalle ai prodotti dell'agricoltura e dell'allevamento tradizionali sono adesso le persone con più di 65 anni, il 44% delle quali intende d'ora in poi acquistare solo prodotti biologici.