Roma, 8 gennaio 2011 - Ancora un gesto estremo di protesta in Tunisia: un venditore ambulante di prodotti ortofrutticoli si è cosparso di benzina e si è dato fuoco oggi nel mezzo del mercato di Sidi Bouzid, in Tunisia. Moncef Ben K, 50 anni e padre di famiglia, è stato immediatamente soccorso e trasportato in gravissime condizioni in ospedale, secondo quanto riporta il quotidiano francese Le Monde.

Il 17 dicembre scorso, un ragazzo di 26 anni, venditore ambulante di legumi, si era immolato nella stessa città, ed era poi morto il 4 gennaio. Il suo gesto di disperazione aveva dato il via ad un’ondata di contestazioni in tutto il Paese contro la disoccupazione e il carovita. Proteste che poi si sono estese anche alla vicina Algeria.

In Tunisia sono stati segnalati altri casi di suicidi a partire da metà dicembre. Oggi nella città di Metlaoui, regione mineraria di Gafsa, è stato sepolto un giovane che si era dato fuoco.

Nelle stesse ore di questa nuova tragedia della disperazione, ''lavoro, libertà, dignità'', ''pane, libertà, dignità '' erano gli slogan più scanditi a Tunisi dai manifestanti radunati per la protesta indetta dall'Unione Generale Tunisina del Lavoro (Ugtt).

I manifestanti hanno osservato un minuto di silenzio, di raccoglimento, ''in memoria dei martiri'', cioè dei cinque morti (due colpiti dai proiettili della polizia, tre suicidatisi) dei giorni scorsi e, come ha sottolineato l'Ugtt, anche in segno di ''solidarieta' con le popolazioni di Sidi Bouziz e con l'insieme delle regioni dell'interno'', che chiedono legittimamente ''una migliore qualità della vita'' e ''un modello di sviluppo che garantisca l'eguaglianza delle possibilità, il diritto ad un lavoro decente e a opportunità di sviluppo''.