Brisbane (Australia), 11 gennaio 2011 -  È di nove morti il bilancio delle inondazioni senza precedenti che hanno colpito il Queensland meridionale: nelle ultime ore è stato trovato un altro cadavere e il timore è che il bilancio possa crescere perchè i dispersi sono decine. Il premier dello Stato, Anna Bligh, ha detto che la situazione è gravissima e che l’elenco delle persone mancanti, 66 almeno, copre tutte le fasce d’età (almeno due vittime sono bambini).

Un torrente d’acqua, quasi uno tsunami sulla terraferma, ha spazzato via una collina a Toowoomba, portando via auto e abitazioni, e si è poi abbattuto su diverse cittadine più piccole nella valle di Lockyer. "Era come una scena di un film", ha raccontato alla ABC News un consigliere regionale, Joe Ramia, che ha detto di non aver visto mai nulla di simile: "Sono andato al parcheggio, il parco d’auto del Consiglio, e c’erano tutte le auto impilate".

"La situazione sarebbe ironica se non fosse così tragica", ha aggiunto un abitante, parlando con la Bbc.
"Toowoomba risiede nella culla di un vulcano estinto a circa 610 m. sul livello del mare: abbiamo avuto 10 anni consecutivi di siccità, per parecchi anni non siamo riusciti nemmeno a lavare le nostre automobili".


Il muro d’acqua si sta adesso spostando verso Brisbane, dove piogge e temporali stanno già imperversando sulla città e dove la più grande inondazione dal 1974 dovrebbe arrivare nei prossimi due giorni. La polizia ha sollecitato l’evacuazione di alcune parti della città, che è la terza più grande dell’Australia e capitale dello Stato del Queensland; secondo il sindaco Campbell Newman, sono 6.500 le proprietà minacciate. Le acque sono in rapido aumento e un funzionario locale ha raccontato di aver visto salire il livello di 1,5 m. in appena un’ora. Ai residenti sono stati forniti sacchi di sabbia.

 Anche agli abitanti della valle di Lockyer è stato consigliato di spostarsi immediatamente nelle zone più alte. E adesso già si pensa alle conseguenze, di cui probabilmente si sentiranno gli effetti per mesi: è probabile, tra l’altro, che la distruzione delle colture farà impennare il prezzo del cibo.