Khartoum, 13 gennaio 2011 - Dopo il Maghreb, la rivolta del ‘pane' arriva nel nord Sudan, già alla prese con il referendum per la secessione del sud. A Khartoum e Gezira gli studenti si sono scontrati con la polizia durante alcune manifestazioni di protesta contro il caro-prezzi e il taglio di sussidi destinati ai generi di prima necessità, come lo zucchero e i prodotti petroliferi.

Nell’università della capitale, i poliziotti hanno picchiato decine di studenti, secondo quanto riferito dai ragazzi, arrestandone un numero ancora imprecisato. Le forze di sicurezza sono intervenute con una "presenza massiccia", ha raccontato al-Fadil Ali, uno studente di giornalismo. "Il loro timore - ha aggiunto - è che queste proteste possano portare a una rivoluzione".

Anche a Gezira gli studenti sono scesi per le strade. La polizia, ha raccontato Sheza Osman del Partito Unionista democratico, li ha picchiati con bastoni e ha arrestato tre ragazze.

Intanto, l’ex presidente Usa, Jimmy Carter, ha reso noto che Khartoum ha chiesto la cancellazione del suo debito di 39 miliardi di dollari con l’estero. L’ex inquilino della Casa Bianca, la cui fondazione partecipa al monitoraggio del referendum per la secessione del Sudan del sud, ha fatto intendere di voler sostenere la richiesta del presidente Omar Bashir.

Non vedo nessuno nella lista dei creditori, ha affermato Carter, che "non possa permettersi di condonare il debito". Precedentemente, Washington aveva assicurato che, se Khartoum avesse consentito il pacifico e regolare svolgimento del referendum, avrebbe valutato la possibilità di alleviare il pesante debito che grava sulle casse del governo sudanese.