Tunisi, 14 gennaio 2011 - Un colpo di Stato incruento ha messo fine a 24 anni di potere incontrastato di Zine El Abidine Ben Alì in Tunisia, dopo un mese di rivolta contro il carovita, la disoccupazione e la corruzione. Nel pomeriggio il presidente ha lasciato il Paese, forse diretto in Francia o a Malta, e i militari hanno preso il controllo dell’aeroporto. La tv ha annunciato che il potere è stato assunto provvisoriamente dal premier Mohamed Ghannouchi fino a nuove elezioni.

Ghannouchi è apparso in tv e ha lanciato un appello all’unità a tutti i tunisini. Mi impegno - ha detto Ghannouchi in un messaggio televisivo - a rispettare la Costituzione e a portare avanti le riforme politiche, economiche e sociali annunciate attraverso consultazioni con tutte le parti politiche inclusi i partiti politici e la società civile".

È stato formato un direttorio composto da sei membri che guiderà il paese nei prossimi mesi. Secondo la tv 'al-Arabiya', il direttorio sarà guidato dal presidente del parlamento, Fouad el-Mabzaa. Nel team è prevista anche la presenza dell'attuale ministro della Difesa, Ridah Grira.
 

DESTINAZIONE ARABIA SAUDITA - La tv Al Arabiya, senza citare fonti, ha affermato che l'aereo dell'ex presidente tunisino Ben Ali è arrivato a Gedda, in Arabia Saudita, notizia confermata anche dall'Afp da fonti saudite che hanno chiesto di restare anonime. Una fonte dell'aeronautica ha precisato che il presidente tunisino Zine Al Abidine Ben Ali in fuga dal suo paese, dopo l'atterraggio a Gedda, e' transitato per la ''sala d'onore'', dello scalo saudita.

Secondo  al Jazira, Ben Ali ha lasciato Tunisi in direzione di Malta a bordo di un elicottero militare scortato da altri tre velivoli. Sempre secondo le stesse fonti, da un non meglio precisato aeroporto dell'isola del Mediterraneo il presidente tunisino si è poi imbarcato su un aereo privato verso un Paese del Golfo. In serata il ministero degli Esteri maltese ha precisato di non aver ricevuto richieste di accoglienza da parte di Ben Ali, riporta l'edizione online del quotidiano 'Times of Malta'. Una delle notizie circolate dopo la partenza di Ben Alì da Tunisi accreditava l'arrivo a Malta sotto protezione libica, mentre i suoi familiari invece sarebbero fuggiti già tre giorni fa dalla Tunisia (ieri era scoppiata la polemica in Tunisia perché uno dei suoi generi era fuggito in Canada con la moglie ed i figli).

GIALLO A CAGLIARI - Giallo su un aereo tunisino atterrato alle 21.20 senza preavviso allo scalo di Elmas, a Cagliari. A bordo non c'è il presidente Ben Ali: lo hanno confermato fonti del governo, dopo che la polizia è salita sul velivolo per verificare la situazione. Ci sarebbero soltanto due piloti e una hostess. Dopo mezzanotte, il velivolo ha presentato un piano di volo per la Tunisia: è decollato verso l'1 di notte e verrà scortato da due caccia dell'Aeronautica militare fino a fuori lo spazio aereo nazionale.

La notizia della presenza di Ben Alì era stata diffusa in prima battuta dal sito web del quotidiano spagnolo El Pais, secondo cui l'atterraggio sarebbe dovuto solo alla necessità tecnica di fare rifornimento. Le autorita' italiane hanno intimato all'aereo di fare immediatamente rifornimento e di ripartire con un nuovo piano di volo. All'equipaggio le autorità italiane avrebbero comunicato inoltre che, se non ripartiranno subito dopo aver effettuato il rifornimento, tutte le persone a bordo saranno considerati clandestini.

Dal momento che il volo non era tra quelli previsti dal traffico dello scalo sardo, si è attivato il meccanismo di sicurezza previsto in situazioni del genere, con le forze di Polizia che hanno circondato il perimetro intorno all’aereo, un Private Canadair Cl 600 sigla Ts Ibt che risulta registrato alla 'Cartago Airlines'.Le autorità hanno consentito di procedere al rifornimento comunicando al tempo stesso di proseguire il proprio tragitto al termine delle operazioni.

In aeroporto sono giunti i vertici di polizia e carabinieri che hanno seguito la vicenda puntualizzando comunque che il livello delle trattative e' ''alto'' e viene condotto direttamente a Roma. A bordo ci sarebbe il pilota, di nazionalità brasiliana, una hostess tunisina e un francese. Alle autorità italiane il pilota avrebbe chiesto di dormire perché molto stanco e, visto che l'aereo si trova in area Shengen non è stato possibile intervenire diversamente.

L'aereo non può essere obbligato a ripartire, né può essere perquisito. Difatti il pilota non è obbligato a fornire l'elenco dei passeggeri alle nostre autorità di Polizia. Tanto meno, secondo alcune ricostruzioni, l'aeromobile può essere obbligato a ripartire poiché essendo a terra non rappresenta un pericolo.

A quanto pare, il piano di volo originario prevedeva lo scalo tecnico a Cagliari per il rifornimento, e poi l'arrivo in Francia. Il governo transalpino ha però detto no all'arrivo di Ben Alì, di qui l'empasse: "Non deve arrivare a Parigi’’, avrebbero chiesto le autorita’ francesi a quelle italiane poco dopo le 21. Il velivolo - hanno accertato gli investigatori della 5/a zona della polizia di frontiera e della Direzione centrale della polizia di frontiera che sono rimaste sempre in contatto con il capo della polizia Antonio Manganelli - ha comunicato la prima volta con la torre di controllo di Cagliari alle 21.15 dicendo di dover atterrare in emergenza per fare rifornimento. Appena atterrato l’aereo, un Falcon commerciale da 15 posti, e’ stato fatto parcheggiare in un’area riservata dello scalo sardo.
A quel punto le autorita’ francesi si sarebbero messe in contatto con quelle italiane, chiedendo di verificare chi fosse a bordo dell’aereo. Prima che questo avvenisse, pero’, dalla Francia hanno ricontattato il nostro governo dicendo che il velivolo non sarebbe comunque dovuto atterrare a Parigi.


Il 'NO' DELLA FRANCIA - Mentre un aereo con la figlia e la nipote dell'ex presidente tunisino è atterrato all'aeroporto parigino di Le Bourget, il ministro degli Esteri francese ha reso noto di non aver ricevuto alcuna richiesta di asilo e che se ciò dovesse avvenire si consulterà con le "autorità costituzionali" di Tunisi. L'Eliseo si è affrettato a dichiarare che "la Francia prende atto della transizione costituzionale"; il presidente francese Nicolas Sarkozy e il primo ministro Francois Fillon si sono riuniti alle 19.45 all'Eliseo per fare il punto sulla crisi tunisina. Secondo la rete via cavo francese 'I-TELÈ, Sarkozy non vuole che l'ex presidente tunisino trovi rifugio in Francia. Altre fonti vicine al governo citate dall'agenzia France presse hanno detto che la Francia ''non auspica'' l'arrivo di Ben Ali sul territorio transalpino, spiegando che Parigi ha assunto questa posizione anche per scongiurare la collera della folta comunita' tunisina in Francia.

IL SACCHEGGIO - E' incerta la sorte della ricchissima e odiata famiglia Trabelsi cui appartiene Leila, la moglie del presidente tunisino Zin El Abidine Ben Ali. Secondo quanto afferma Le Monde nella sua edizione online, nel pomeriggio centinaia di giovanissimi hanno preso d’assalto le ville della famiglia a Gammarth, un sobborgo benestante nel nord di Tunisi, saccheggiandole e incendiandole. Armati di una lista di nomi, ragazzi fra i 16 e 17 anni hanno fatto il giro delle ville, attaccando sistematicamente quelle appartenenti alla famiglia Trabelsi e lasciando perdere le altre, comprese le piu’ lussuose.

‘’E’ stato un saccheggio organizzato. Gli insorti fanno uscire gli abitanti dalle case, tirano fuori le Mercedese dai garage, saccheggiano e poi danno fuoco’’, ha detto a Le Monde un giornalista tunisino che ha chiesto di rimanere anonimo. ‘’Due camionette della polizia cariche di agenti sono passate, senza intervenire. Non ho mai visto scene del genere’’, ha aggiunto. La moglie di Ben Ali e i suoi familiari, specie i suoi nipoti, e’ odiata dai tunisini in quanto e’ il simbolo dell’accaparramento delle ricchezze del Paese e della corruzione.

LE PROTESTE E GLI SCONTRI Dopo i 13 morti negli scontri della notte a Tunisi e in altre città, era arrivato l’annuncio dell’imposizione dello stato d’emergenza in tutto il Paese nordafricano con coprifuoco dalle 17 alle 7 del mattino. Le forze di sicurezza sono state autorizzate ad aprire il fuoco contro chiunque non obbedisca agli ordini ed è stato introdotto il divieto di assembramento fra più di tre persone. Il premier Ghannouchi, parlando ancora a nome di Ben Alì, aveva annunciato anche l’azzeramento del governo e l’impegno a convocare elezioni entro sei mesi.

Nel frattempo, però, la situazione è precipitata con scontri e lancio di lacrimogeni davanti al ministero dell’Interno, e il 74enne presidente ha lasciato la Tunisia. Secondo alcune fonti temeva una rivolta popolare cruenta come quella che nel 1989 in Romania portò alla destituzione e alla fucilazione di Nicolae Ceausescu.

Il rovesciamento di Ben Alì segna il culmine di una rivolta popolare che secondo le Ong ha fatto 66 morti tra i manifestanti. A innescare le proteste a metà dicembre era stato il suicidio di un ambulante laureato a Sidi Bou Sid, che si era dato fuoco dopo il sequestro delle merci da parte delle polizia. L’ambulante è deceduto il 5 gennaio. 

"ITALIANI TRANQUILLI" - ‘’Non c’è’ nessun pericolo, al momento, per la comunita’ italiana in Tunisia con la quale l’ambasciata d’Italia e’ in costante contatto’’. Lo ha sottolineato, parlando con l’ANSA, il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi. ‘’Il governo italiano segue con attenzione gli avvenimenti in un Paese al quale e’ legato da rapporti storici di profonda amicizia’’, ha aggiunto, spiegando come ci sia anche un’ ‘’ansia personale’’ per il ‘’destino di un popolo che mi e’ caro’’.  Secondo il sottosegretario, e’ difficile ‘’prevedere quale sara’ lo sbocco’’ della situazione, ma ‘’l’auspicio’’ e’ che ‘’non ci siano ulteriori violenze’’.

ALITALIA BLOCCA I VOLI - Alle 18 dall’aeroporto di Tunisi è decollato il volo Air One AP 805, diretto a Milano Malpensa, atterrato a Malpensa alle 19.34. Lo comunica Alitalia spiegano che oggi, nonostante quanto accaduto a Tunisi, tutti i voli del gruppo Alitalia previsti da e per la Tunisia sono stati operati. La partenza del volo AP 805 “è stata resa possibile grazie all’impegno straordinario profuso in queste ore dal personale Alitalia/Air One dell’aeroporto di Tunisi e dall’equipaggio del volo del Comandante Giampietro Garbagna”, sottolinea la società rendendo noto che, per ragioni di sicurezza, Alitalia/Air One ha sospeso tutti i voli da e per la Tunisia fino a lunedì 17 gennaio compreso. Non appena saranno ripristinati i voli su Tunisi Alitalia “ne darà tempestiva comunicazione e valuterà l’opportunità di operare i voli con aeromobili più capienti per agevolare le partenze dei passeggeri”. A tutti i passeggeri è comunque garantito il rimborso totale del biglietto, in caso di rinuncia, o la possibilità di cambiare la prenotazione o l’itinerario entro il 31 gennaio.

 

I TURISTI STRANIERI - Nei giorni scorsi, molti paesi europei e gli Stati Uniti hanno sconsigliato ai loro cittadini di viaggiare in Tunisia se non per stretta necessità. Le proteste e i disordini, oltre alla capitale, hanno raggiunto ieri anche alcune località turistiche, tra cui Hammamet, sul mar Mediterraneo. ‘’In questo periodo dell’anno non sono molte le partenze per la Tunisia e in generale per altre mete internazionali. Tuttavia abbiamo ricevuto molte telefonate e richieste di informazioni anche da parte di chi deve partire nei prossimi mesi per il Paese africano’’: dice Roberto Corbella, presidente di Astoi, associazione che riunisce i maggiori tour operator. ‘’I nostri operatori associati - ha aggiunto Corbella - hanno fatto comunque spostare i turisti già presenti in Tunisia in localita’ piu’ tranquille, oppure, a chi era alla vigilia della partenza, e’ stata spostata la data del viaggio o, in alcuni casi, la destinazione. Attendiamo che la situazione si normalizzi e intanto siamo in contatto con l’Unita’ di crisi della Farnesina e con le autorita’ tunisine’’.

In seguito alle manifestazioni antigovernative, il tour operator britannico Thomas Cook ha deciso di avviare il rimpatrio anticipato di circa 1.800 suoi clienti che in questi giorni si trovano in vacanza nel paese. Lo riferisce la Bbc, che cita un portavoce dell’operatore. "Sebbene non ci sia stato alcun problema specifico per i nostri vacanzieri, abbiamo deciso di comportarci dando priorità alla loro incolumità - ha spiegato il portavoce - Per questo, a titolo di precauzione, abbiamo preso la decisione di riportarli nel Regno Unito al più presto possibile".