Islamabad, 19 gennaio 2011 - Il Mullah Omar, leader dei Talebani afghani e numero due di Osama bin Laden, è stato curato in Pakistan in seguito a un attacco cardiaco con l’aiuto dei servizi di intelligence di Islamabad. Lo riporta il Washington Post, precisando che il leader spirituale degli insorti ha subito un attacco cardiaco lo scorso 7 gennaio ed è stato ricoverato in un ospedale vicino a Karachi per diversi giorni. Come fonte, il giornale cita un documento della rete privata di intelligence guidata da ex ufficiali della sicurezza Usa, ‘The Eclipse Group’, che a sua volta si base sulle dichiarazioni di un medico anonimo dell’ospedale.

"Anche se non ero personalmente in sala operatoria, in base a quello che ho sentito e vedendo il paziente in ospedale, il Mullah Omar ha avuto una complicazione cardiaca con sanguinamento o piccolo incidente vascolare cerebrale, o entrambi", ha detto il medico.
Secondo lui, poi, sembra che il Mullah Omar abbia subito un danno al cervello e aveva difficoltà a parlare dopo l’operazione.

Secondo le informazioni, i servizi segreti pakistani, l’Isi, "lo hanno portato nell’ospedale di Karachi, dove gli è stata somministrata eparina (un anticoagulante, ndr) e dove è stato operato". In seguito, "dopo 3-4 giorni di cure post-operatorie nell’ospedale, (il Mullah Omar, ndr) è stato riconsegnato all’Isi e gli è stato ordinato di stare a letto a casa per diversi giorni".

Nonostante il Pakistan sia ufficialmente un alleato della coalizione internazionale che combatte i Talebani in Afghanistan, funzionari americani hanno più volte accusato l’Isi di fare il doppio gioco. Il Pakistan ha sempre negato con forza queste accuse e l’ambasciatore pakistano a Washington Husain Haqqani ha detto che il rapporto di Eclipse "non ha alcun fondamento". Al quotidiano americano il diplomatico ha detto che "qualche volta l’intelligence ha ricevuto informazioni che si sono rivelate sbagliate. La storia del Mullah Omar rientra in questa categoria".