Dubai, 24 gennaio 2011 - L’Autorità nazionale palestinese offrì enormi concessioni a Israele “su Gerusalemme e la sorte dei rifugiati” in cambio di un accordo di pace sostenibile e duraturo; le proposte, avanzate durante una serie di “riunioni di coordinamento della sicurezza”, furono respinte al mittente dalle autorità dello Stato ebraico. E’ quanto emerge da alcuni dei 1.600 "Palestinian papers", ovvero “documenti confidenziali” che l’emittente panaraba al Jazeera sta rendendo pubblici e che svelerano “i dettagli tenuti segreti relativi ai negoziati tra l’Autorità Palestinese e Israele nell’ultimo decennio”.

I documenti sono in possesso anche del quotidiano britannico The Guardian e riguardano oltre un decennio di trattative per la pace tra i palestinesi e gli israeliani. In questi si nota la disponibilità palestinese a concessioni importanti per giungere a uno stato indipendente. I testi danno l'impressione di un'Anp debole e della crescente disperazione tra i leader palestinesi per l'impasse nei colloqui e la crescente forza di Hamas.

LA "GRANDE GERUSALEMME"- Immediata la reazione del principale negoziatore palestinese, Saeb Erekat, che interpellato dall’emittente televisiva, ha parlato di una grande “menzogna”. Erekat è stato chiamato direttamente in causa per una conversazione avuta con l’ex ministro israeliano degli Affari esteri, Tzipi Livni: “Non è un segreto che vi abbiamo proposto la più grande Gerusalemme ebraica della Storia”, avrebbe detto il diplomatico palestinese secondo i documenti, che attestano anche come l’autorità palestinese sarebbe stata disposta a rinunciare “al quartiere ebraico e a una parte del quartiere armeno” della Città Santa. Livni (e attuale dirigente del partito centrista Kadima, all'opposizione) si è rifiutata invece di commentare i documenti che la riguardano. La Livni ha detto di essere determinata a mantenere il massimo riserbo, per non pregiudicare l'esito di future trattative con i palestinesi.


COLONIE ESPIANATA DELLE MOSCHEE - Erekat, inoltre, è accusato - secondo al Jazeera - di avere proposto delle concessioni senza precedenti sulla spianata delle Moschee, attraverso “una soluzione innovativa” non meglio precisata per il controllo di questo luogo santo (conteso da Anp e Israele) dopo un eventuale accordo di pace. E, d’altra parte, secondo altri documenti svelati dall’emittente panaraba, l’ex capo del governo palestinese Abu Ala avrebbe riferito agli israeliani che avrebbero potuto conservare “tutte le colonie a Gerusalemme ad eccezione di Abu Ghneim”, chiamata Har Homa dallo stato ebraico, la cui costruzione aveva inferto un duro colpo ai negoziati di pace. Abu Ala è citato, inoltre, in uno dei documenti che, nel 2008, contengono la richiesta a Tzipi Livni di “rafforzare il blocco israeliano imposto a Gaza”.


IL RITORNO DEI PROFUGHI - A proposito dei profughi, la cui sorte è uno dei principali ostacoli al proseguimento del processo di pace, Erekat si sarebbe detto pronto ad “accettare il ritorno di 10.000 di loro ogni anno, per dieci anni, per un totale di 100.000” sui 5 milioni totali.


L'OPERAZIONE "PIOMBO FUSO"- In uno dei documenti si legge, secondo al Jazeera, che il presidente palestinese Abu Mazen era stato informato da un alto responsabile israeliano del ministero della Difesa, Amos Gilad, “dell’intenzione di Israele di lanciare un’offensiva a Gaza” a fine 2008. “L’ho detto più di una volta, noi non rinunciamo alle nostre posizioni. Se avessimo effettivamente rinunciato ai profughi ed avessimo fatto tali concessioni, allora perché Israele non ha accettato di firmare un accordo di pace?” è stata la replica di Erekat, interpellato sul dossier di al Jazeera, che ha deciso di lanciare un sito internet dedicato esclusivamente a queste “rivelazioni”.


LE REAZIONI


"QUALCHE IMPRECISIONE" - Un collaboratore di Ehud Olmert, Yanki Galanti, ha confermato alla radio militare che nella sostanza l'ex premier e leader di Kadima era arrivato molto vicino a un accordo con il presidente dell'Anp Abu Mazen. Galanti ha colto tuttavia alcune ''imprecisioni''. Ha escluso ad esempio che Israele abbia avvertito i leader palestinesi della imminenza della operazione Piombo Fuso, lanciata contro Hamas a Gaza. Anche sulle cifre dei profughi palestinesi che - nel contesto degli accordi di pace - potrebbero rientrare in Israele Galanti ha escluso che il governo israeliano si sia impegnato a una cifra di 100 mila persone. ''Israele parlò allora del ritorno di mille profughi all'anno per cinque anni, dunque cinquemila persone''.


Galanti ha confermato invece che Israele e Anp discussero in dettaglio lo scambio di territori, a Gerusalemme est e in Cisgiordania. Secondo i documenti di al Jazira, l'Anp accettò che i rioni ebraici di Gerusalemme est (con la eccezione di Har Homa' e Givat Zeev) sarebbero restati sotto controllo israeliano, assieme con il rione ebraico e una parte del rione armeno nella Citta' Vecchia. In quei rioni abitano oggi 200-250 israeliani.


HAMAS ACCUSA ABU MAZEN - L'Autorità nazionale palestinese (Anp) e Israele hanno creato un sistema mirato a eliminare la questione palestinese. Questa l'accusa che oggi il portavoce di Hamas a Gaza Sami Abu Zuhri rivolge al governo di Abu Mazen (Mahmoud Abbas).

ASSALTO ALLA SEDE - Un gruppo di sostenitori del partito di Abu Mazen, al-Fatah, ha tentato oggi di prendere d'assalto la redazione della tv araba 'al-Jazeerà a Ramallah. Secondo la stesa emittente qatariota, la polizia dell'autorità nazionale palestinese è riuscita però a fermarli. Il gruppo dirigente del partito e l'Anp hanno accusato la tv araba di aver complottato contro il governo di Ramallah diffondendo documenti nei quali l'Autorità viene accusata di aver fatto concessioni «senza precedenti».