Il Cairo, 30 gennaio 2011- Egitto nel caos, mentre il nuovo esecutivo del presidente Mubarak sta tentando di riprendere il controllo della situazione. Migliaia di manifestanti sono tornati nelle strade del centro al Cairo per chiedere la dimissioni di Mubarak. Stando a quanto riferito da Al Jazeera in piazza oggi in 150 mila.

E nonostante l’entrata in vigore del coprifuoco proseguono le manifestazioni al Cairo e in altre città del paese come Alessandria, Suez, Ismailiya, al-Hilla e Mansoura. Sono diverse decine di migliaia le persone che hanno continuano a manifestare in piazza Tahrir, nonostante caccia militari ed elicotteri sorvolino la zona a bassa quota.

Mentre i manifestanti eseguivano la preghiera del tramonto , il ministro della Difesa, Hussein Tantawi, ha fatto un giro di ispezione salutando i soldati fermi nei posti di blocco sorti a difesa dei palazzi del potere. Tra i manifestanti che scandiscono slogan contro il presidente Hosni Mubarak non ci sono solo giovani, ma anche professonisti come gli avvocati e giudici del Cairo e per la prima volta sono stati visti in strada anche i religiosi di al-Azhar.

IL BILANCIO - Sono almeno 150 i morti dall’inizio della rivolta, secondo una nuova stima della tv satellitare Al Jazira. La notte scorsa fonti della sicurezza e mediche avevano fornito un bilancio di 102 morti.

EL BARADEI - "Sto cercando di mettermi in contatto con l’Esercito, perché sono stato incaricato dalle forze di opposizione di formare un governo di salvezza nazionale”: così Mohammed El Baradei al suo arrivo in piazza Tahrir al Cairo. Lo riferisce la tv Al Arabya. "Vogliamo far cadere questo presidente": queste è lo slogan che ritmicamente scandiscono le migliaia di persone presenti nella piazza Tahrir (Liberazione) mentre e’ arrivato e sta parlando Mohammed el Baradei.

"Quel che abbiamo cominciato non può tornare indietro": così ha arringato la folla. "Vi siete riappropriati dei vostri diritti - ha aggiunto -. Avete una sola domanda: la fine del regime e l’inizio di una nuova era, di un nuovo Egitto". "Io mi inchino in segno di rispetto al popolo egiziano. E vi chiedo pazienza: il cambiamento arriverà a breve nei prossimi giorni".

IL VERTICE - Il presidente egiziano Hosni Mubarak ha chiesto al premier incaricato Ahmad Chafic di "riportare calma e stabilità" nel Paese. Nel corso di una riunione di un’ora e mezza con il nuovo premier e il vice presidente Omar Suleiman, Mubarak ha fissato le priorità del nuovo governo cominciando dalla "necessità di ristabilire la calma e la stabilità". Mubarak ha anche auspicato “maggiori riforme politiche”, riporta l’agenzia stampa ufficiale Mena, senza ulteriori precisazioni.

GLI STATI UNITI - La decisione del Presidente americano Barack Obama di non chiedere le dimissioni del suo omologo egiziano Hosni Mubarak è dettata dalla preoccupazione della Casa Bianca di perdere la propria influenza al Cairo, ma anche dal timore di favorire un vuoto di potere in Egitto. E' quanto riferiscono al New York Times alcuni funzionari dell'amministrazione americana.

Barack Obama ha chiamato alcuni leader stranieri sostenendo che in Egitto serve "una transizione ordinata" verso un governo che risponda alle aspirazioni del popolo. Lo riferisce la Casa Bianca. Il presidente americano ne ha discusso con il re saudita Abdullah, con il premier turco Recep Tayyip Erdogan, con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e con il primo ministro britannico David Cameron

E il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha detto oggi che gli Stati Uniti desiderano una "transizione ordinata" di poteri che eviti il caos e l’anarchia. Ma ha sottilneato che "Hosni Mubarak non ha fatto abbastanza, il processo è appena iniziato".

STOP AD AL JAZIRA - Il nuovo governo sembra voler adottare il pugno di ferro, almeno a considerare le prime azioni, ovvero la chiusura del canale satellitare al Jazira. Il ministro dell'Informazione, ha riferito l'agenzia di stampa Mena,"ha sospeso le attività di al Jazira, annullato le licenze e revocato gli accrediti per l'intero staff" del canale televisivo che sia in Tunisia sia in Egitto ha fornito un'intera copertura delle rivolte. 

CADAVERI FUORI DAL CARCERE - Nella notte sono stati ritrovati decine di corpi sulla strada nei pressi della prigione di Abu Zabul, a est del Cairo, dove nella notte ha avuto luogo una rivolta dei detenuti molti dei quali sarebbero riusciti ad evadere: lo hanno reso noto fonti della sicurezza egiziana. Le fonti non hanno fornito dettagli in merito alle circostanze in cui sarebbero morte le vittime, limitandosi a rendere noto che colpi di arma da fuoco sono stati sparati all'interno e all'esterno della prigione.La prigione di Abu Zabal si trova in una zona desertica, 100 chilometri a nord della capitale; nelle ultime ore si sono registrati numerosi casi di disordini nelle carceri: migliaia di detenuti - tra cui numerosi attivisti islamici - sono riusciti ad evadere dalla prigione di Wadi Natroun.

ESERCITO A SHARM EL SHEIKH - Forze armate egiziane sono entrate a Sharm el Sheik. Lo ha detto la tv Al Jazira. L'esercito egiziano è dispiegato a Sharm el Sheikh in virtù dell'autorizzazione israeliana ottenuta due giorni fa quando si è dispiegato a El Arish, nel nord del Sinai. L'autorizzazione era necessaria perche' in base all'accordo di pace concluso tra Egitto e Israele nel 1979, la penisola del Sinai è una zona demilitarizzata.

ESODO STRANIERI -  Molti degli stranieri che si trovano in Egitto stanno affollando in queste ore l'aeroporto del Cairo nel tentativo di lasciare il Paese. Gruppi di turisti italiani stanno tentando di lasciare Sharm el Sheikh ma hanno difficoltà a partire. Lo riferiscono all'Ansa testimoni all'aeroporto della città sul mar Rosso. Gli aerei della Egypt air sono bloccati a causa della mancanza di connessioni al Cairo con voli internazionali. L'ambasciata americana in Egitto ha consigliato ai cittadini statunitensi di lasciare il paese "il prima possibile". ll dipartimento di Stato Usa ha deciso di evacuare dall'Egitto il personale diplomatico non essenziale ed i loro familia. Appelli simili sono stati lanciati da Francia, Gran Bretagna, e Turchia. A questi si uniscono i paesi arabi come Emirati Arabi Uniti, Libano, Giordania, Qatar, Kuwait e Arabia Saudita. Si stanno organizzando voli speciali per far rientrare nei rispettivi paesi i propri connazionali. Molti italiani hanno rinunciato intanto alla propria vacanza in Mar Rosso. Da Roma Fiumicino tre voli charter sono decollati senza passeggeri.

OMAR SHARIF CONTRO MUBARAK - Anche Omar Sharif, il più celebre attore egiziano, appoggia le manifestazioni contro il presidente Hosni Mubarak. Sharif, il celebre Zivago, è "solidale con i cittadini" ha detto oggi ai microfoni di radio France Inter nel sesto giorno di proteste in Egitto contro il regime. "Penso che il presidente debba dimettersi. Sono 30 anni che è presidente, credo che bastino", ha osservato Sharif.

NUOVO ESECUTIVO - La nomina alla guida dell'esecutivo di Ahmad Shafik - personalità rispettata anche dall'opposizione ma pur sempre espressione delle forze armate - e soprattutto di Omar Suleiman, potentissimo responsabile dei servizi segreti divenuto vicepremier, rappresenta un chiaro segnale di un continuismo di fondo, nella convinzione che né i Paesi arabi né l'Occidente vorranno correre il rischio di vedere l'ascesa dell'islamismo in uno dei due soli Stati arabi ad aver firmato la pace con Israele. Rimane tuttavia da vedere se tanto basterà a placare le manifestazioni, che sull'onda dell'esempio della "Rivoluzione dei Gelsomini" tunisina reclamano ben altro: a Mubarak resta di fatto ancora da giocare la carta dell'esercito, finora dispiegato per le strade ma che si è mantenuto ai margini delle violenze senza mai intervenite.

DALL'ARABIA SAUDITA - "Le minacce alla sicurezza e alla stabilità" dell'Egitto sono ingiustificabili: lo ha affermato il monarca saudita Abdullah, in un colloquio telefonico con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama.Secondo quanto riporta l'agenzia ufficiale saudita, la Spa, i due dirigenti hanno discusso "il caos, i saccheggi e gli atti di terrorismo contro la popolazione innocente" da parte di coloro che "tentano di seminare il disordine al fine di realizzare i loro dubbi obbiettivi, che sauditi e statunitensi non approvano".

FRATTINI - ll ministro degli Esteri, Franco Frattini, chiede a tutto l'Egitto di fermare le violenze e a Hosni Mubarak di fare le riforme. "La priorità", si legge in una nota, "è fermare le violenze ed evitare ulteriori vittime civili. Bisogna fermare anche le azioni che producono danni materiali, in particolare quelle dirette contro i beni culturali del Paese che sono patrimonio culturale di tutta la società egiziana e dell'umanità".