Il Cairo, 31 gennaio 2011- Hosni Mubarak sempre più sotto assedio in Egitto e i tentativi del Rais di placare la rivolta non sembrano dare risultati. Nel settimo giorno di manifestazioni piazza Tahrir, cuore delle proteste al Cairo, si è nuovamente riempita di più di 250 mila persone che chiedono la fine del regime. I manifestanti hanno invocato uno "sciopero generale" a tempo indeterminato a partire da oggi e un "corteo di un milione di persone" per domani al Cairo, con cui sperano di dare la spallata finale a Mubarak. La situazione per il momento è tranquilla, ma è una calma carica di tensione. Secondo la tv satellitare al Arabyia vandali hanno cercato di saccheggiare il tempio di Karnak a Luxor, ma sono stati fermati.

WEB, SPENTO L'ULTIMO PROVIDER - L’ultimo service provider internet egiziano ancora attivo, il Noor Group, è stato spento ed ora il Paese è completamente offline. Lo riferisce una società di monitoraggio Usa.

BANCHE CHIUSE, TRENI FERMI - La tv pubblica egiziana ha dato notizia del blocco totale del traffico ferroviario. E la Borsa del Cairo oggi resta chiusa per il terzo giorno di fila, dopo aver perso il 16% nei due giorni in cui è stata aperta la settimana scorsa. 
Gli sportelli bancari sono stati chiusi anche oggi: lo ha comunicato la Banca Centrale dell'Egitto che aveva già disposto la chiusura delle filiali nella giornata di domenica. Di fatto le banche, chiuse in Egitto per riposo settimanale il venerdi' e il sabato, non hanno piu' aperto gli sportelli dallo scoppio della rivolta. La situazione e' monitorata dalla Banca Centrale e non e' stata ancora fissata una data per la riapertura.

Moody’s ha imitato Fitch e ha tagliato il rating sul debito sovrano dell’Egitto. Il prezzo del petrolio è salito fino quasi a 100 dollari per la crisi, ma le attività del Canale di Suez procedono normalmente.

GIORNALISTI DI AL JAZEERA - Sei giornalisti della rete satellitare Al Jazeera sono stati arrestati e rilasciati dopo qualche ora dagli uomini delle forze di sicurezza egiziana al Cairo; il materiale girato e le telecamere sono stati sequestrate, ha spiegato l'emittente panaraba. I giornalisti sono stati fermati a un checkpoint dell'esercito all'esterno dell'Hilton hotel della capitale, si legge in un messaggio diffuso su Twitter da uno dei giornalisti.

LA SITUAZIONE POLITICA - I ministri degli Esteri dell’Unione Europea chiedono alle autorità egiziane di "avviare una transizione ordinata, aprendo la strada ad elezioni libere e trasparenti". È quanto si legge nelle conclusioni della riunione dei capi delle diplomazie dei 27, secondo quanto riferito da fonti diplomatiche.

Secondo quanto riferito a Bruxelles, i ministri degli Esteri dell’Ue hanno concordato di "invitare le autorità egiziane ad avviare una transizione ordinata attraverso un governo ampiamente rappresentativo, che conduca un autentico processo di riforme democratiche sostanziali, con il pieno ripetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e dello stato di diritto, aprendo la strada ad elezioni libere e corrette".
 

Per ora il presidente egiziano rifiuta di dimettersi è ha nominato un nuovo ministro dell’Interno, l’ex capo dell’amministrazione penitenziaria, generale Mahmoud Wagdi. Mubarak avrebbe anche nominato un nuovo titolare del ministero delle Finanze, Gaudat al Malt, che attualmente guida l’organismo statale di vigilanza finanziaria; ma al Malt ha smentito di far parte del governo, guidato dal nuovo premier Ahmed Shafik.  Nel chiaro tentativo di giocarsi l’ultima carta, Mubarak ha anche lanciato un appello al dialogo con le opposizioni, subito respinto al mittente dai Fratelli Musulmani: "Troppo tardi".

LE REAZIONI INTERNAZIONALI - I ministri degli Esteri dell’Unione Europea chiedono alle autorità egiziane di "avviare una transizione ordinata, aprendo la strada ad elezioni libere e trasparenti". È quanto si legge nelle conclusioni della riunione dei capi delle diplomazie dei 27, secondo quanto riferito da fonti diplomatiche. Secondo quanto riferito a Bruxelles, i ministri degli Esteri dell’Ue hanno concordato di "invitare le autorità egiziane ad avviare una transizione ordinata attraverso un governo ampiamente rappresentativo, che conduca un autentico processo di riforme democratiche sostanziali, con il pieno ripetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e dello stato di diritto, aprendo la strada ad elezioni libere e corrette".

L’Italia ha chiesto "imperativamente" alle autorità egiziane di proteggere i cittadini e le missioni diplomatiche dell’Ue e ha inviato un C130, un nucleo di Carabinieri e unità delle forze speciali, per la protezione dell’ambasciata. Da oggi, e fino a cessazione della crisi, quasi tutti i tour operator italiani hanno sospeso l’offerta di pacchetti viaggio per l’Egitto; per chi ha già prenotato previsti viaggi alternativi, voucher o rimborsi. Intanto 70 connazionali bloccati per 4 giorni all’eroporto del Cairo sono potuti finalmente ripartire per l’Italia.

ISRAELE - Il Primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha agitato lo spettro di un regime all’iraniana in Egitto nel caso in cui "un movimento islamico organizzato prendesse il controllo dello Stato" approfittando del "caos". "E’ giusto affermare che l’islam estremista non è all’origine dell’instabilità. Non era certamente il caso in Tunisia e credo che non lo sia in Egitto", ha dichiarato Netanyahu in una conferenza stampa congiunta con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, in visita a Gerusalemme.

"Ma è anche vero che in una situazione di caos, un movimento islamico organizzato può prendere il controllo dello Stato. E’ accaduto in Iran e altrove", ha aggiunto. I Fratelli musulmani, il movimento di opposizione più influente dell’Egitto, hanno respinto il nuovo governo annunciato oggi dal presidente Hosni Mubarak e chiesto agli egiziani di continuare a manifestare fino al crollo del regime.