Il Cairo, 4 febbraio 2011 - "Nulla mi vieta di candidarmi alle prossime elezioni presidenziali se h il popolo a chiederlo". È quanto ha annunciato il leader dell’opposizione, Mohammed ElBaradei, nel corso di un’intervista con la tv araba al Jazeera. L’ex direttore dell’Aiea ha smentito quanto pubblicato dal quotidiano austriaco Der Standard, a cui aveva detto di non volersi candidare alle prossime elezioni presidenziali in Egitto.

Intanto il primo ministro Ahmed Shafiq ha escluso la possibilità di un passaggio di poteri dal presidente al vicepresidente, cosi’ come proposto dal comitato dei saggi. Parlando alla rete satellitare al Arabiya, Shafiq ha spiegato che i poteri devono rimanere in mano al presidente per motivi "legislativi", per poter portare a termine le riforme costituzionali.

E, sempre secondo al Arabiya, l'attuale presidente egiziano Hosni Mubarak resterebbe in carica nei prossimi mesi solo formalmente. Secondo la tv, infatti, il vice presidente Omar Suleiman avrebbe accettato alcune delle proposte avanzate dal ‘Comitato dei saggi'.

Nella trattativa i 'saggi' hanno assicurato che i Fratelli Musulmani non presenteranno un loro candidato alle prossime presidenziali. Hanno inoltre chiesto che venga garantita l’incolumità a tutti i manifestanti e che si formi un governo tecnico che guidi il paese in questa fase di transizioe. Il ‘comitato dei saggi' è composto da un folto gruppo di personalità del mondo politico economico e culturale egiziano, tra cui l’imprenditore Naguib Sawiris.

Nel corso della riunione tra Suleiman e il ‘comitato dei saggi' è stato raggiunto un accordo per cercare di uscire dalla crisi in corso in Egitto. Secondo quanto spiega ‘al-Arabiyà, l’idea di mantenere Mubarak come presidente pro-forma è emersa dopo che è stata studiata l’ipotesi di passare alcune importanti deleghe, prerogativa del capo di Stato, al vice presidente, che di fatto potrebbe traghettare il paese nella transizione verso la democrazia. 

OBAMA: "MUBARAK ASCOLTI IL POPOLO" - Il presidente americano Barack Obama ha detto oggi a Washington che il presidente egiziano Hosni Mubarak "deve ascoltare il suo popolo". "L’unica cosa che potrà funzionare - ha aggiunto Obama - è avviare un processo di transizione ordinato che inizi subito, e coinvolga tutte le parti, in grado di portare verso pratiche democratiche. Mubarak è orgoglioso ed è anche un patriota. Io gli suggerirei di consultarsi con chi lo circonda al governo, ascoltare cosa sta gridando il suo popolo e trarne le conseguenze".

"Ha già detto che non si ricandiderà alle prossime elezioni - ha proseguito Obama - dopo essere stato per moltissimi anni al potere. Credo che tutto ciò gli abbia provocato un duro colpo psicologico e che ora per lui la cosa più importante sia chiedersi come fare in modo che la transizione sia efficace, duratura e legittima".

GIORNALISTI ARRESTATI - Due giornalisti italiani, Michele Giorgio del Manifesto e Giovanni Porzio di Panorama, sono stati arrestati in Egitto e rilasciati dopo essere stati interrogati. Lo ha riferito lo stesso Michele Giorgio, contattato telefonicamente da TMNews

"L'esercito ha occupato l'hotel Intercontinental Semiramis. Viene proibito ad ogni ospite dell'albergo di uscire, di affiacciarsi alle finestre o ai balconi", ha raccontato l'inviato del Sole 24 Ore in Egitto, Alberto Negri, in diretta con Radio24. "Stanno arrestando tutti i giornalisti e i cittadini stranieri. Praticamente non ci si puo' avvicinare a piazza Tarhir". 

La sede della tv  'al-Jazeera' del Cairo è stata completamente devastata da alcuni uomini armati. Secondo quanto riefrisce la stessa tv araba, uomini identificati come sostenitori di Mubarak, avrebbero fatto irruzione nella redazione distruggendo tutte le attrezzature.

"CI HANNO PRESO I PASSAPORTI" - “Ci hanno fermato dei civili, molto giovani, che brandivano bastoni e coltelli”, ha raccontato Michele Giorgio al telefono. “Poi ci hanno preso i passaporti, e lì abbiamo cominciato a temere, e ci hanno trasportato su un furgone fino a un comando locale dell’esercito”. Dopo essere stati spostati da un locale all’altro ed essere stati interrogati, i giornalisti sono stati rilasciati. Giorgio ha spiegato che questa mattina si trovava assieme ad altri colleghi, fra questi una giornalista olandese, nei pressi della moschea Saida Zeinad (che dà il nome anche a un quartiere del Cairo) quando sono stati individuati e fermati dai civili armati. “E’ evidente che vogliono impedire ai giornalisti di raggiungere la Piazza Tahrir”, spiega il giornalista, che aggiunge: “l’atteggiamento dei soldati continua ad essere gentile”, mentre il vero problema “sono i gruppi di civili: si tratta per lo più di ragazzini, sotto i 18 anni”, evidentemente mandati dal regime, “che brandiscono coltelli e bastoni".

REPORTER UCCISO - Prima vittima tra i giornalisti: si tratta di Ahmad Mohamed Mahmoud, che lavorava per il quotidiano Al-Tàawun. Il reporter era stato colpito alla testa da un cecchino nella zona di Qasr al-Aini, nelle vicinanze di piazza Tahrir il 28 gennaio scorso e oggi è spirato.

PIAZZA TAHRIR - Secondo valutazioni di fonti giornalistiche in piazza Tahrir al Cairo si sono radunati due milioni di persone per chiedere che Mubarak lasci, un milione ad Alessandria.

I manifestanti antigovernativi hanno creato alcune postazioni agli ingressi della piazza per controllare l'identità di chi vi entra, con l'obiettivo di bloccare eventuali infiltrati della polizia o dei servizi di sicurezza. Sui documenti di identità egiani, infatti, è indicata la professione del titolare. Al-Jazeera ha citato alcuni degli attivisti in piazza, secondo i quali i giornalisti "sono i benvenuti". Tutti gli accessi alla piazza sono liberi, tranne quello vicino al museo egizio, presidiato dai militari.

Fonti locali sostengono che il ministero degli Affari religiosi del Cairo abbia inviato una circolare agli imam di tutto il paese invitandoli a tenere sermoni in favore di Mubarak e contro le divisoni e le manifestazioni in corso nel paese.

L’invito a lasciare subito il potere è arrivato anche da Mohammed ElBaradei, premio Nobel per la pace, diventato punto di riferimento dell’opposizione. "Mubarak ha l’opportunità di lasciare il paese con dignità - ha detto nei giorni scorsi - oppure lo costringeremo a farlo venerdì". E poi, dopo che il suo appello non è stato accolto, ha precisato che "ora la gente non chiede più (a Mubarak, ndr) di andarsene, vuole che sia messo a processo".

BERLUSCONI - ''Mi auguro che si possa avere continuità di governo'' nella transizione, ''Mubarak ha gia' annunciato che ne' lui ne' i suoi figli si presenteranno alle elezioni'', ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi ai giornalisti, a margine della riunione del Consiglio europeo a Bruxelles. ''Confido e credo - ha continuato il premier italiano - che tutti gli occidentali pensino la stessa cosa che ci possa essere in Egitto una transizione ad un sistema piu' democratico senza rotture con un presidente come Mubarak che da tutto l'occidente, Stati Uniti in testa, e' stato sempre considerato l'uomo piu' saggio ed un punto di riferimento preciso per tutto il Medio Oriente''.

L'UNIONE EUROPEA - Un forte appello ad evitare nuove violenze e a dare inizio ad ''una transizione rapida e ordinata'' in Egitto e' lanciato dai leader della Ue, nella bozza di conclusioni del vertice. I leader, che seguono con preoccupazione la situazione. dichiarano ''inaccettabile'' ogni repressione della liberta' di stampa, incluse le aggressioni e le intimidazioni ai giornalisti''. ''Il Consiglio europeo riafferma che le aspirazioni democratiche dei cittadini devono essere soddisfatte attraverso una riforma democratica sostanziale, con il pieno rispetto dei diritti umani e le liberta' fondamentali, e attraverso libere e giuste elezioni'', si legge nella bozza. ''La Ue e' determinata a dare il pieno sostegno al processo di transizione attraverso una governance economica, il pluralismo, il miglioramento delle opportunita' per la prosperita' e l'inclusione sociale, e il rafforzamento della stabilita' regionale, anche attraverso la Politica europea di vicinato e l'Unione per il Mediterraneo'', aggiungono i leader.