Il Cairo, 12 febbraio 2011 - Erano migliaia gli egiziani radunati ancora questa mattina all’alba in Piazza Tahrir al Cairo per festeggiare la fine del regime di Hosni Mubarak, il presidente egiziano “cacciato dal popolo”.

Sul ponte che conduce a uno degli ingressi della Piazza Tahrir, simbolo della contestazione popolare che ha costretto Mubarak alle dimissioni dopo 30 anni di regime, un gruppo di giovani balla avvolta nelle bandiere egiziane. “Il mattino della vittoria”, gridano alcuni col volto segnato da incredulità, gioia e stanchezza.

"E’ festa, siamo nati una seconda volta", si rallegra Oussama Toufic Saadallah, un ingegnere di 40 anni. "E’ la fine dell’ingiustizia! Eravamo in ritardo rispetto ad altri paesi, adesso abbiamo un valore agli occhi degli stranieri e del mondo arabo”, spiega un altro. Molti si aspettano adesso la formazione rapida di un governo civile: Aspettiamo un altro comunicato dell’esercito. Non vogliamo essere governati dai militari. Vogliamo un governo di coalizione con gente esperta”.

ESERCITO: IL GOVERNO RESTA FINO A NUOVO ESECUTIVO - L’attuale governo egiziano "rimarrà in carica e svolgerà le sue funzioni fino alla nascita di un nuovo esecutivo", che dovrebbe prendere corpo dopo le elezioni presidenziali previste a settembre. È quanto ha riferito il comunicato numero 4 del consiglio supremo delle forze armate egiziane.

VIETATO LASCIARE EGITTO AD ALTI FUNZIONARI - Agli alti funzionari del governo egiziano è vietato lasciare il Paese senza permesso. È quanto riferiscono fonti dell’aeroporto del Cairo. La misura sarebbe stata decisa per evitare che alti funzionari cerchino di sfuggire a possibile indagini sulla corruzione.

Già nei giorni scorsi sono stati annunciato divieto di espatrio e il congelamento dei beni per alcuni ex ministri e uomini d’affari, come il magnate dell’acciaio e deputato del partito al potere, Ahmed Ezz, e l’ex ministro degli Interni, Habib el-Adly.

ESERCITO: RISPETTEREMO TUTTI I TRATTATI - L’Egitto rispetterà tutti i trattati nazionali e internazionali". Lo ha assicurato Il Consiglio supremo delle forze amate in un messaggio televisivo parte del ‘comunicato numero 4’ in cui i militari ribadiscono la volontà di permettere una transizione pacifica per un governo eletto democraticamente. L’esecutivo attuale, hanno anche comunicato, rimarrà temporaneamente in vigore fino a che non verrà formato un nuovo esecutivo.  

APPELLO VIA WEB PER PULIRE PIAZZA TAHRIR - Con le dimissioni ieri del presidente egiziano Hosni Mubarak, e’ finito il presidio a Tahrir e ora necessario ripulire la piazza e pertanto e’ stato diffuso un appello via internet ai manifestanti affinche’ dei volontari si facciano vivi con scope e palette.

Lo ha raccontato stamattina parlando con la Tv satellitare Al Jazira il docente di storia contemporanea dell’universita’ del Qatar Majub Zwiri, facendo riferimento all’esistenza di un coordinamento di giovani studenti di vari livelli di istruzione che sin dai primi giorni della protesta ha dato indicazioni e continua a darne sull’organizzazione dei servizi essenziali.

IRAN: SCONFITTA DI USA E ISRAELE - Il segretario del Consiglio supremo della sicurezza nazionale iraniana, Said Jalili, ha affermato che le dimissioni del presidente egiziano Hosni Mubarak sono la testimonianza del “fallimento degli Stati Uniti e del sionismo nella regione”.

“La coincidenza della caduta di Mubarak con l’anniversario della rivoluzione islamica iraniana dimostra che l’11 febbraio è il giorno della vittoria dei popolo di questa regione e il giorno del fallimento degli Stati Uniti e del sionismo”, ha dichiarato Jalili, citato dall’agenzia Isna. “Mubarak e i suoi alleati americani hanno ascoltato la voce del popolo egiziano con 30 anni di ritardo”, ha aggiunto.

Il presidente del parlamento iraniano, Ali Larijani, aveva affermato dal canto suo che gli “avvenimenti in Tunisia e in Egitto sono un campanello d’allarme per tutti i dittatori che hanno potuto mantenere il potere solo opprimendo il popolo e ignorando le sue richieste”.

Ieri, il ministro degli Esteri iraniano, Ali Akbar Salehi, si era congratulato con il popolo egiziano “per la sua vittoria” e aveva affermato di “condividere la sua gioia”. “Ci aspettiamo anche da parte dell’esercito egiziano, che vanta un passato glorioso nella lotta contro il regime sionista, che giochi un ruolo storico per sostenere le richieste del popolo”.

Dal canto suo il presidente Mahmoud Ahmadinejad, ieri - davanti a una folla oceanica riunita a Teheran per celebrare il 32esimo anniversario della rivoluzione islamica - ha detto che il Medio Oriente si è “sbarazzato” degli Stati Uniti e di Israele. “Presto vedremo un nuovo Medio oriente senza americani né regimi sionisti e nel quale gli oppressori non avranno più spazio”.

IL CAIRO, EVASIONE DI MASSA - Evasione di massa dal carcere del Cairo: 600 detenuti sono riusciti a fuggire dalla prigione di Marg, nel corso di una rivolta in cui ci sono stati diversi morti. Gli evasi sono stati aiutati nella fuga da un commando armato che ha attaccato il carcere dall’esterno, uccidendo alcune guardie. Si tratta della seconda evasione dalla prigione dall’inizio delle proteste anti-Mubarak.

L’esercito che ha preso il controllo del Paese dopo le dimissioni del presidente egiziano è riuscito a riportare in cella oltre mille detenuti. Tra gli evasi vi sono anche miliziani palestinesi fuggiti dalla prigione di Abu Zaabal, a nord del Cairo, dove sono morte almeno 14 persone, tra cui due poliziotti.