Teheran, 14 febbraio 2011 - E’ "caos totale" nel centro di Teheran, dove ci sono stati violenti scontri fra manifestanti dell’opposizione e polizia, in assetto antisommossa; altre proteste anche nelle città di Isfahan e Shiraz. Lo riporta la Bbc, citando un suo produttore nella capitale iraniana, colpito dai gas lacrimogeni degli agenti.

Il bilancio ufficiale parla di un morto e diversi feriti. Gli arresti, stando a questa fonte, sarebbero circa 250.

Secondo le testimonianze locali gli agenti hanno fatto uso di lacrimogeni e di proiettili riempiti di vernice (“paintball”) per la successiva identificazione dei manifestanti, alcuni dei quali sarebbero stati arrestati; agli arresti domiciliari, ancor prima dell’inizio della protesta, è finito uno dei leader dell’opposizione moderata, Hossein Mir Mousavi.

Il corteo di Teheran, all’inizio silenzioso, era formato da piccoli gruppi di manifestanti che si sono riuniti nei pressi della piazza di Azadi (“Libertà”): successivamente, alcuni oppositori hanno lanciato slogan anti-governativi e dato fuoco ad alcuni bidoni della spazzatura.

La manifestazione era stata convocata dall’opposizione “verde” al governo del presidente Mahmoud Ahmadinejad in segno di appoggio ai movimenti popolari in Egitto e Tunisia, approvati di fatto anche dalle autorità della Repubblica Islamica: il governo iraniano aveva tuttavia vietato qualsiasi forma di raduno nella capitale per evitare che l’opposizione potesse sfruttare gli avvenimenti egiziani e tunisini come mezzo per rinfocolare la proteste di piazza del dicembre del 2009.

GLI STATI UNITI - A differenza della prudenza con cui gli Usa accolsero le proteste dell’Onda Verde nell’estate del 2009 stavolta Washington esprime il suo sostegno alle "aspirazioni" dell’opposizione iraniana e hanno intimato a Teheran di non ricorrere alla violenza contro i manifestanti. Lo ha dichiarato Hillary Clinton che ha esortato il regime degli ayatollah ad "sbloccare" il suo sistema politico.