New York, 21 febbraio 2011 - Plauso di Washington al ‘’dialogo col popolo’’ avviato dalle autorita’ del Bahrein. Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton ha avuto un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri del Bahrain, il principe Saud al-Faisal.

Lo ha reso noto il portavoce del Dipartimento di Stato, Philip Crowley, precisando che Hillary Clinton e al Faisal ‘’si sono detti d’accordo a sostenere il del Bahrein con tutti i suoi cittadini. Clinton - ha aggiunto Crowley - ha sottolineato la necessita’ che le forze di sicurezza del Bahrein si astengano dall’uso della forza’’.

‘’Il segretario - ha proseguito Crowley - ha anche sottolineato che gli Stati Uniti hanno accolto in modo favorevole i passi intrapresi dal principe incoronato del Bahrein Selman bin Hamad al-Khalifa di dare inizio ad un dialogo significativo con l’intero spettro della societa’ del Bahrein’’.

Intando in Bahrein rientrerà l’oppositore sciita in esilio Hassan Mashaimaa, attualmente processato in contumacia per terrorismo. Lo ha annunciato lui stesso da Londra.

Mashaimaa rientrerebbe martedì in Bahreïn. “Ho deciso di rientrare nel mio Paese. Sarò all’aeroporto di Manama verso le 19 locali (le 17 italiane)”, ha dichiarato Mashaimaa, contattato al telefono a Londra, dove si trova da giugno per curare un tumore. “Nelle circostanze attuali, non potrei restare fuori dal mio Paese”, ha aggiunto, affermando di non avere “alcuna garanzia” di non essere arrestato al suo arrivo nella capitale del Bahrein. “Se decidono di arrestarmi al mio arrivo, che lo facciano”, ha detto in tono di sfida.

Mashaimaa, segretario generale di Haq, o movimento delle libertà e della democrazia (MLD), è uno dei due imputati giudicati in contumacia nel processo di un gruppo di 25 persone sospettate di atti di terrorismo. Il secondo imputato giudicato in contumacia è un altro oppositore, Said al Shihabi, segretario generale del Bahrein Freedom Islamic Movement, che vive in esilio a Londra. Il processo si è aperto il 28 ottobre in presenza dei 23 altri imputati, tutti in stato di arresto.