Ras Jedir (Tunisia), 27 febbraio 2011  - Il premier provvisorio tunisino, Muhammad Ghannouchi, ha annunciato le sue dimissioni nel corso di una conferenza stampa a Tunisi.  "Ho lavorato in una situazione difficile e sotto forti pressioni", ha detto. 

"Io non sono un uomo della repressione - ha affermato - è necessario che i tunisini lavorino fianco a fianco se vogliamo andare avanti". Le dimissioni del capo del governo provvisorio tunisino vengono in seguito ad una serie di proteste scoppiate nei giorni scorsi in diverse citta del paese contro il suo esecutivo.

"La mia non è una fuga dalla responsabilità ma era necessario prendere provvedimenti dopo le vittime dei giorni scorsi - ha affermato - Mi dimetto e presento queste dimissioni al servizio della Tunisia e della rivoluzione". Negli scontri avvenuti ieri in Avenue Bourghiba a Tunisi i morti sono stati cinque.

Al suo posto è stato nominato dal presidente ad interim Beji Caid Sebsi.

Tra le tensioni anche il problema profughi. Più di 100.000 persone, in maggioranza lavoratori immigrati, sono fuggite dalla Libia questa settimana per cercare riparo nei Paesi vicini, precisa l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr).

L'ESODO DI IERI - Oltre 10mila persone, in maggioranza egiziani, sono fuggite ieri dalla Libia verso la Tunisia, attraverso il principale valico di frontiera di Ras Jedir. Lo ha riferito la Mezzaluna Rossa, denunciando una “crisi umanitaria” e lanciando un appello perchè la comunità internazionale garantisca il suo aiuto.

“Più di 10.000 persone sono passate ieri per Ras Jedir”, ha detto alla France presse Monji Slim, Presidente del comitato regionale della Mezzaluna Rossa di Ben Guerdane, prima città dopo la frontiera. Sono oltre 40.000 quelle che hanno attraversato la frontiera in una settimana, di cui più di 15.000 egiziani. E il flusso non si arresta.

“E’ una crisi umanitaria, le capacità di accoglienza sono ormai superate, la gente dorme all’aperto - ha aggiunto - lancio un forte appello perché tutti ci aiutino a risolvere questo problema”.