Washington, 3 marzo 2011 - Spuntano 22 nuovi capi di imputazione, tra cui “collusione con il nemico” per il soldato americano Bradley Manning, detenuto per aver fornito a WikiLeaks migliaia di documenti riservati americani. Lo ha annunciato il Pentagono.

Questo capo di accusa è punibile con la pena di morte ma i procuratori hanno deciso di non richiederla, ha precisato John Haberland, portavoce della giurisdizione militare della regione di Washington, in un comunicato. Ha aggiunto che il giovane soldato di 23 anni rischia l’ergastolo.

L’analista dei servizi segreti in Iraq era stato già accusato di dodici capi di imputazione ed è chiuso in isolamento da luglio in un carcere militare della Virginia. E’ sospettato di aver fornito a WikiLeaks, che li ha in seguito resi pubblici, documenti militari americani sulle guerre in Iraq e in Afghanistan e migliaia di dispacci diplomatici del Dipartimento di stato.

Il soldato “si è introdotto in un software interno del sistema informatico del governo allo scopo di consultare informazioni confidenziali”, ha spiegato Haberland. Le ha in seguito “illegalmente scaricate, archiviate e trasmesse in vista di una diffusione pubblica e di un utilizzo per il nemico”, ha aggiunto, “I nuovi capi di imputazione riflettono meglio la grande portata dei reati” di cui Bradley Manning è accusato, ha ancora aggiunto.

Unica persona al mondo attualmente perseguita per le fughe di notizie orchestrate da WikiLeaks, il giovane è al momento - su richiesta dei suoi avvocati - oggetto di una perizia psicologica e psichiatrica che ha ritardato l’apertura delle udienze preliminari al processo. Nel sito internet dedicato al soldato dal suo avvocato David Coombs, quest’ultimo ha detto di non essere sorpreso dai nuovi capi di imputazione. Ma ha ricordato che solo una giuria militare “determinerà in via definitiva quali capi saranno portati di fronte alla corte marziale, se alcuni lo saranno”.

Bradley Manning ha sporto denuncia contro le sue condizioni di detenzione. David Coombs chiede per il suo cliente condizioni di detenzione meno rigide, in particolare che sia revocato il regime di isolamento, dove è sorvegliato in modo permanente, per impedire che si tolga la vita o si provochi ferite. Nella denuncia, spiega che molti esperti psichiatri hanno raccomandato che non sia più detenuto in condizioni di massima sicurezza.

Il fondatore di WikiLeaks, l’australiano Julian Assange, è da parte sua in attesa di estradizione dal Regno Unito verso la Svezia, dove la polizia vuole interrogarlo per una vicenda di violenza sessuale.