Bengasi (Libia), 20 marzo 2011 - Per la prima volta dall’inizio dell’operazione ‘Odissea all’alba' è in corso un bombardamento su Tripoli. In particolare sembra che il raid abbia come obiettivo la parte della città dove sorge il palazzo bunker di Muammar Gheddafi di Bab al Aziz. Le batterie antiaeree stanno sparando da minuti illuminando quasi a giorno i cieli della capitale libica.  

Sul versante opposto, la rete pan-araba al Jazira riferisce che forze leali a Muammar Gheddafi hanno bombardato alcuni quartieri di Bengasi, la roccaforte dei ribelli. Secondo una fonte citata dalla rete qatariota i lealisti stanno usando i cannoni dei carrarmati e missili terra-terra per colpire la città. Il regime libico ha da poco denunciato la validità della risoluzione Onu 1973 e ha fatto sapere di considerarla non più valida insieme alla sua proposta di cessate il fuoco dopo l’attacco della coalizione internazionale.

È di almeno 48 morti il bilancio provvisorio dei raid aerei francesi e britannici e dai 112 missili da crociera Tomahawk lanciati dai sottomarini e dalle navi da guerra Usa e di Londra. È quanto sostiene il regime di Muammar Gheddafi

L'ATTACCO - Alle 17:45 ora italiana sono iniziati i raid contro le forze leali a Muammar Gheddafi. Aerei francesi avrebbero distrutto quattro carri armati libici. I jet impegnati nelle operazioni sono una ventina.

Anche gli Usa scendono in campo. Obama ha annunciato di aver dato il via all'operazione militare, un intervento "limitato". Non è previsto, infatti, l'invio di truppe militari di terra.

Le forze statunitensi e britanniche hanno lanciato una prima ondata di 110 missili da crociera “Tomahawk” su obiettivi libici: lo ha reso noto il portavoce del Pentagono, ammiraglio William Gortney, precisando che l’operazione è denominata “Odyssey Dawn”, odissea all’alba.

Le forze statunitensi hanno colpito delle batterie antiaeree libiche con dei missili da crociera “Tomahawk”, per facilitare la creazione di una zona di interdizione al volo prevista dalla risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

“La maggior parte dei primi bersagli previsti si trovano sulla costa perchè lì si trovano i sistemi” di difesa aerea, hanno spiegato fonti del Pentagono precisando che gli obbiettivi si trovano nelle zone di Misurata e di Tripoli. Sia i due incrociatori che i tre sommergibili statunitensi attualmente nella zona sono dotati di missili da crociera, così come i sommergibili britannici.

Il Consiglio per la Sicurezza Nazionale statunitense ritiene che il sistema di difesa aerea libico sia stato "duramente danneggiato e reso inoperativo". "Al momento è troppo presto per prevedere come (Muammar Gheddafi) e le sue truppe di terra potranno rispondere ai bombardamenti di oggi", ha riferito una fonte del Csn.

A un certo punto, la tv di stato libica ha annunciato l'abbattimento di un caccia francese nel distretto di Njela, a Tripoli. Ma l'esercito francese ha smentito la notizia.

In serata, delle forti esplosioni sono state avvertire ad est di Tripoli: lo hanno reso noto testimonianze locali. Attacchi aerei anche a Misurata. I residenti hanno detto che i raid delle forze occidentali vicino alla città hanno preso di mira una base aerea dove sono basati fedeli di Gheddafi e non, come ha detto la televisione statale, riserve di carburante.

Secondo fonti libiche, i bombardamenti della coalizione occidentale sulla Libia avrebbero colpito anche la città natale del Raìs, Sirte.

Già nel primo pomeriggio numerosi jet 'Rafale' avevano sorvolato Bengasi e l’intero territorio libico in missione di ricognizione, per impedire gli attacchi di Gheddafi. Due fregate di difesa aerea francesi sono attualmente al largo della Libia: la fregata Jean Bart e la Forbin. La portaerei nucleare francese 'Charles de Gaulle', scortata da altre tre unità, salperà domani dalla base di Tolone. Dopo l'annuncio degli attacchi, è esplosa la festa in piazza Tahrir a Tobruk.

LIBIA CHIEDE RIUNIONE D'EMERGENZA ALL'ONU - La Libia, che ha chiesto una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza Onu, ha annunciato che non considera più valida la risoluzione 1973 che ha autorizzato la no-fly zone dopo i raid aerei sul suo territorio da parte delle forze della coalizione internazionale. Tripoli in particolare fa riferimento alla parte in cui la 1973 chiede l’immediato cessate il fuoco alle truppe di Muammar Gheddafi.

Il Raìs inizia a dare seguito alle minacce contro l’Ue. Fonti della sicurezza annunciano che Tripoli non aiuterà più i Ventisette a fermare il flusso di immigrati illegali che dalle coste libiche si imbarcano alla volta dell’Europa, Italia in primis. Lo riferisce la tv di Stato.

GHEDDAFI: "COLPIREMO OBIETTIVI CIVILI" - Il Mediterrano si è trasformato in "un campo di battaglia". Questo il primo commento di Muammar Gheddafi all’attacco della coalizione internazionale in un discorso trasmesso dalla tv di Stato libica. Il Colonnello ha anche annunciato che "i depositi di armi sono stati aperti" per consentire al popolo di difendere la Libia.

Muhammar Gheddafi ha minacciato di attaccare obiettivi civili e militari nel mediterraneo come rappresaglia "all’aggressione dei crociati".  Il Colonnello ha chiarito che gli interessi dei Paesi del Mediterraneo e del Nordafrica saranno da ora in pericolo.

Gheddafi ha ribadito che il popolo libico resisterà all’aggressione "coloniale dei crociati". Il leader libico ha poi chiesto aiuto agli africani, agli arabi, ai sudamericani e agli asiatici di sostenere il popolo libico contro il nemico.

GIORNALISTI ARRESTATI - Quattro giornalisti di al Jazira sono stati arrestati dalle forze di sicurezza libica nella Tripolitania, la parte occidentale del Paese. Lo riferisce la stessa rete qatariota specificando che si tratta di un britannico, un norvegese, un tunisino e un mauritano.

LA VOCE DI TRIPOLI -  Tra gli obiettivi colpiti questa sera a Tripoli ci sarebbe anche l’ospedale Bir Usta Milad di Tripoli. Lo sostiene il portavoce delle forze armate libiche, secondo il quale "il nemico crociato ha bombardato questa sera l’ospedale di Bir Usta Milad, nella periferia di Tripoli, nel quale vi erano molti malati ed in particolare anziani". La versione sarebbe confermata da una serie di testimonianze.

In precedenza altre dichiarazioni 'forti' erano state espresse dall'emittente di stato: "Siamo vittime di una nuova crociata da parte dei francesi e del loro presidente, il noto ebreo sionista Sarkozy".

"BAMBINI USATI COME SCUDI UMANI" -  Bambini e oppositori finiti in carcere usati come scudi umani a Tripoli: lo denuncia il Democratic Libya Information Bureau, basato a Londra, sulla base di informazioni raccolte nella capitale libica.

Fonti del governo affermano che si tratta di una manifestazione spontanea del popolo per difendere la Rivoluzione guidata dal leader Muammar Gheddafi.

PARIGI: "AVANTI FINCHE' GHEDDAFI NON MOLLA" - Le azioni militari contro obiettivi libici continueranno anche nei prossimi giorni, finchè Gheddafi non si atterrà a quanto prevede la risoluzione dell’Onu. È quanto ha detto il ministro degli esteri francese, Alain Juppe. Per ora i caccia francesi hanno bombardato quattro volte il territorio della Libia, distruggendo numerosi blindati del regime di Muhammar Gheddafi.

ITALIA- Confronto caldissimo in italia sull'intervento militare in Libia. Il nostro Paese non sta partecipando ne ha partecipato a raid aerei sulla Libia. Lo si apprende da fonti della Difesa. Belrusconi: "Per ora concediamo solo le base, se serve daremo anche i mezzi".  La Russa: "Dall'Italia partecipazione attiva. I nostri aerei pronti al decollo in 15 minuti. I loro missili non sono in grado di arrivare a Lampedusa". Bossi: "Era meglio stare più cauti. Arriveranno qua a milioni. Francia e Usa? Abilissimi a fare i loro interesi, noi abilissimi in quel posto"

LE REAZIONI, CHI DICE NO - La Russia deplora l’intervento militare contro la Libia iniziato questo pomeriggio. "Questa azione bellica che fa riferimento alla risoluzione 1973 approvata frettolosamente dal Consiglio di sicurezza dell’Onu è deplorata da Mosca", ha dichiarato il portavoce del ministero degli esteri, Alexander Lukashevich, in un comunicato citato dall’agenzia di stampa Interfax. La Russia si è astenuta dal voto della risoluzione giovedì sera al Palazzo di Vetro, così come la Cina.

"Sollecitiamo ancora una volta tutte le parti in Libia e fra i partecipanti all’operazione militare a fare il possibile per evitare sofferenze fra i civili, raggiungere un cessate il fuoco e porre fine alla violenza il prima possibile", ha agigunto il portavoce.

"Chiediamo misure esaustive per assicurare la sicurezza delle missioni diplomatiche straniere e del loro personale. Insistiamo in modo particolare sulla sicurezza dell’ambasciata russa a Tripoli e dei cittadini russi in Libia", ha quindi concluso.

Duro anche il presidente venezuelano Hugo Chavez, che ha giudicato “irresponsabile” l’intervento armato internazionale e ha richiesto un immediato cessate il fuoco.

Anche l'Africa fa sentire la sua voce. Il comitato dell’Unione africana sulla Libia ha chiesto lo “stop immediato a tutte le ostilita’” in Libia. Membri del comitato avrebbero dovuto recarsi oggi a Tripoli ma non hanno ricevuto l’autorizzazione.

IL SUMMIT DI PARIGI - Il via libera ad un’azione militare contro Gheddafi è arrivato dal vertice di Parigi. I paesi che hanno partecipato al summit hanno deciso "di assicurare l’attuazione della risoluzione Onu" , ha detto Nicolas Sarkozy. "Insieme - ha spiegato - abbiamo deciso di mettere in atto le richieste dell’Onu per porre fine alle violenze contro i civili in Libia" e siamo, ha aggiunto "tutti d’accordo ad usare tutti i mezzi possibili anche militari per mettere in atto le decisioni del consiglio".

LE FORZE IN CAMPO - Sono stati rischierati a Trapani invece i caccia Tornado dell’Aeronautica militare italiana che potrebbero essere impiegati sulla Libia: si tratta dei Tornado ECR di Piacenza, specializzati nella distruzione delle difese missilistiche e radar, e dei Tornado IDS di Ghedi (Brescia), con capacità di attacco. Insieme ai Tornado, sono stati schierati nella stessa base anche i caccia Eurofighter di stanza a Grosseto. Nella base di Trapani sono già schierati dei caccia F-16, aerei radar Awacs della Nato e aerei per il rifornimento in volo.

Il cacciatorpediniere della Marina militare Andrea Doria è attualmente schierato nel Canale di Sicilia con compiti, soprattutto, di difesa aerea: sia delle altre unità impegnate nel dispositivo navale messo in campo per la crisi in Libia, sia dello stesso territorio italiano. Oltre all’Andrea Doria, la Marina schiera specificatamente per questa emergenza la portaerei Garibaldi, che imbarca 6 caccia Av8 e 5 elicotteri, che incrocia attualmente davanti ad Augusta; la nave rifornitrice Etna; il pattugliatore Libra, che si trova al largo delle coste della Cirenaica con un carico di aiuti umanitari; e la fregata Euro, a protezione del pattugliatore. La fregata Euro e il rifornitore Etna sono inserite nella flotta Nato Snmg1.

Unità navali americane dispiegate nel Mediterraneo si stanno preparando a bombardare la contraerea e le piste di atterraggio degli aeroporti e delle basi in Libia nel quadro dell’operazione per la creazione della 'no fly zone' sui cieli del Paese, operazione che verrà condotta da aerei di Paesi europei e arabe, spiegano fonti americane ed europee citate dal Washington Post. Aerei provenienti da Francia, Gran Bretagna, Danimarca e Emirati arabi uniti stanno cominciando a convergere sulle basi in Italia e intorno all’Italia, si precisa. Il comando e controllo dell’operazione sarà assunto dagli Stati Uniti dalla loro base di Napoli.

Quattro caccia-bombardieri F-18 spagnoli ed un velivolo per il rifornimento in volo sono atterrati a nella base italiana di Decimomannu in Sardegna. I jet saranno operativi da domani mattina. Lo riferisce il sito di El Pais

GHEDDAFI ATTACCA LE CITTA' - In Libia le forze di Gheddafi attaccano Bengasi da terra, dall’aria e dal mare e i carri armati, dicono gli insorti, sono arrivati alla periferia ovest. Nell’imminenza di prevedibili raid della coalizione internazionale e in vista del vertice fra Ue, Unione africana e Lega Araba a Parigi, le truppe del regime cercano di accelerare i tempi e di guadagnare più terreno possibile nella città bastione degli insorti. Attacchi si registrano anche a Zenten, a ovest. Il bialncio: 26 morti a Bengasi, 27 a Misurata. E Gheddafi attacca anche verbalmente, minacciando la coalizione: "Ve ne pentirete se interverrete nei nostri affari interni", ha scritto il rais in una lettera inviata a Sarkozy, Cameron e Ban ki-moon.