Tripoli, 20 marzo 2011 - Attacco a Tripoli. Un edificio amministrativo situato nel complesso di Bab el Aziziya, la residenza di Muammar Gheddafi, è stato stasera totalmente distrutto da un missile. Lo ha constatato un giornalista dell’agenzia Afp. Dalla zona della residenza del Colonnello si sono levate colonne di fumo. Esplosioni isolate e forti colpi di contraerea si sono sentiti anche nel centro di Bengasi.

I Tornado italiani sono entrati in azione decollando dalla base militare di Trapani Birgi dove ha sede il 37° stormo dell’Aeronautica militare. I velivoli Ecr sono partiti a distanza di pochissimi minuti l’uno dall’altro. Tutti sono rientrati. "Hanno portato a termine la loro missione di soppressione delle difese aeree presenti sul territorio libico", ha sottolinea lo Stato maggiore della Difesa.

"L’operazione condotta dai nostri velivoli è stata di soppressione delle linee aeree avversarie. E’ stata positivamente condotta e i nostri ragazzi sono tornati a casa". Lo ha detto Mauro Gabetta, comandante del 37/o stormo di stanza all’aeroporto di Trapani Birgi. "I nostri aerei hanno operato nei pressi di Bengasi. Noi siamo a disposizione della coalizione. Sentiamo la nostra responsabilità nei confronti di tutti i cittadini italiani, e la volontà di aiutare la popolazione libica". Gabetta ha poi concluso dicendo che la base aerea è pronta a ricevere "eventuali prossimi ordini".

BOMBARDAMENTI ANCHE NELLA MATTINA - Già in tarda mattinata erano riprese le incursioni aeree delle forze francesi nei cieli libici. Alcuni aerei invisibili americani - gli Stealth - hanno invece bombardato questa mattina un aeroporto libico. Lo riferisce la televisione statunitense. Tre bombardieri B-2 americani hanno compiuto un raid contro un’importante abase aerea libica, sganciando 40 bombe, ha riferito la Cbs.

Intanto il ministero della Difesa britannico ha comunicato che anche l’aviazione di Londra ha lanciato raid aerei sulla Libia, senza tuttavia precisare quando e dove. "Posso ora confermare che anche la Raf (Royal air force) ha lanciato missili Stormshadow da alcuni Tornado GR4", ha detto un portavoce delle forze armate britanniche, il generale John Lorimer.

TRIPOLI: "CESSATE IL FUOCO" - Le Forze armate libiche hanno annunciato che sospenderanno tutte le attività militari. "Dalle ore 21 di questa sera, nel rispetto della risoluzione 1973 dell’Onu, il governo ordina a tutte le unità militari di sospendere tutte le operazioni", ha detto un portavoce.

USA - Il Pentagono ha riferito che le forze di coalizione impegnate in Libia ''non daranno la caccia a Gheddafi". Il Pentagono ha comunicato inoltre di non aver rilevato traccia di alcuna attività aerea da parte delle forze libiche. Anche l’attività di sorveglianza aerea da parte di radar libici è "significativamente diminuita". I raid aerei condotti da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna secondo il Pentagono hanno ottenuto "molto successo".

Il vice ammiraglio statunitense Wiliam Gortney è scettico sull’attendibilità della nuova proclamazione di "cessate il fuoco" fatta da Tripoli. Riferendosi alle violazioni della prima sospensione delle attività militari, venerdì scorso, Gortney ha detto di nutrire "dubbi" sul fatto che Muammar Gheddafi mantenga la parola.

Più tardi ha preso la parola il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Tom Donilon: "Possiamo dire che la prima giornata di attacchi" è stata "una prima ottima giornata in cooperazione con i nostri partner". Donilon ha sottolienato che Gheddafi non sta rispettando il cessate il fuoco e perciò le operazioni continuano. Operazioni il cui comando non dovrebbe essere in mano alla Nato: sarebbe stato infatti raggiunto un accordo in questo senso in seno alla coalizione internazionale. La guida dovrebbe passare a Francia e Gran Bretagna.

GRAN BRETAGNA - Anche Londra fa sapere attraverso un portavoce di Downing Street che Gheddafi continua a violare la risoluzione Onu e che pertanto l'azione della coaliazione va avanti.

ITALIA - Il governo italiano si aspetta da Tripoli che alla nuova dichiarazione di cessate-il-fuoco seguano azioni concrete. "Non è la prima volta che le autorità libiche dichiarano la loro intenzione di applicare un cessate il fuoco per mettere fine alle violenze contro la popolazione civile libica", si legge in una nota della Farnesina. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, aggiunge: "Noi auspichiamo, così come già fatto dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, che questa volta alle dichiarazioni facciano seguito azioni concrete".

E sottolinea: "Un cessate il fuoco, immediato, effettivo, e rigorosamente rispettato sarebbe il modo migliore per attuare da subito le disposizioni della risoluzione dell’Onu 1973, che è stata da noi concepita per il solo obiettivo di proteggere la popolazione civile libica dalle violente repressioni del proprio regime e non di condurre una guerra in territorio libico. Si potrebbe così prevenire l’ulteriore perdita di vite umane cui noi tutti teniamo".

PARIGI: NO VITTIME CIVILI - I raid dell'aeronautica francese non hanno causato la morte di nessun civile libico: lo ha detto a Parigi il colonnello francese Thierry Bukhard, nel corso di una conferenza stampa a Parigi. Secondo il ministero della Sanità libico vi sarebbero 64 morti per i bombardamenti. Rispondendo alle critiche della Lega araba, il ministero della Difesa francese ha precisato che la Francia sta applicando "appieno e solo la risoluzione" approvata dal Consiglio di sicurezza dell'Onu sulla Libia.

IL REGIME: "ARMI PER UN MILIONE" - Il governo libico ha cominciato a distribuire armi a piu’ di un milione di persone e terminera’ l’operazione entro poche ore, riferisce l’agenzia libica Jana citando fonti della Difesa di Tripoli.

MISURATA - Le forze di Muammar Gheddafi hanno bombardato nuovamente Misurata, città 150 chilometri a est di Tripoli. Al Jazira ha riportato la testimonianza di un ribelle, Saadoun el Mesrati, secondo il quale diversi colpi d’artiglieria sono caduti in zone abitate della città. Secondo la stessa fonte sono stati distrutti depositi di combustibile e una centrale elettrica. I proiettili dei blindati e dell’artiglieria hanno anche abbattuto infrastrutture pubbliche, complessi industriali e edifici amministrativi. 

E dopo i bombardamenti, le milizie del Raìs sono entrate nella città e hanno bloccato il porto cittadino con le loro imbarcazioni, fermando gli approvvigionamenti: lo dicono testimoni residenti. Secondo un portavoce dei rivoltosi in collegamento telefonico con ‘al-Jazeera', i militari di Gheddafi aprono il fuoco contro qualsiasi cosa si muova in strada e cercano di fare terra bruciata intorno a loro. Almeno tre carri armati sono stati visti entrare nella piazza principale della città. Nonostante la forza militare delle brigate del regime i ribelli cercano di resistere nel centro della città.

LA SITUAZIONE A BENGASI - E' invece di 94 morti il bilancio delle vittime dell’attacco compiuto ieri dalle brigate di Gheddafi a Bengasi: nella città della Cirenaica si sono celebrati i funerali alcune delle vittime: una decina di bare sono state portate nella piazza che si affaccia sul lungomare, dove decine di civili e miliziani armati hanno eseguito la preghiera rituale sui defunti. Fonti dei ribelli confermano ad 'al-Jazeera' che le brigate di Gheddafi si sono ritirate verso Ajdabiya, anche se cellule di miliziani fedeli al regime potrebbero ancora essere presenti nella periferia,  mentre secondo Mustafa Gheriani, portavoce del Consiglio nazionale dell’opposizione, "i raid aerei di ieri hanno indebolito le forze fedeli al regime che stanno lasciando la città". I residenti, che ieri erano fuggiti da Bengasi città a causa dell’attacco delle forze fedeli a Gheddafi, stanno lentamente ritornando a casa.

L'IRA DEL RAIS - Il leader libico Muammar Gheddafi ha minacciato ieri sera di trasformare il mare Mediterraneo in “un campo di battaglia” e affermato che i “depositi d’armi” di Tripoli sono stati aperti a tutti coloro che intendono difendere la Libia, dopo l’inizio dei bombardamenti occidentali. Ma oggi il Raìs rincara la dose con un messaggio audio trasmesso oggi dalla tv di stato libica. Rivolgendosi all’alleanza che sta conducendo i raid aerei contro il suo paese ha avvertito: "Non rallegratevi presto. L’occidente ci ha dato la possibilità di condurre una rivoluzione mondiale"

“Anche i vostri popoli sono con noi. Cadrete dalle vostre poltrone. Farete la fine di Hitler e Mussolini. Vi faranno cadere i vostri popoli. Questa è un’aggressione, ma noi vi sconfiggeremo”, attacca poi il colonnello libico nel messaggio alla nazione, minacciando la coalizione internazionale. E ancora: “Avete fallito in Somalia, Bin Laden vi ha sconfitto in Afghanistan, e sarete sconfitti anche qui. Noi siamo oppressi e colui che è oppresso vincerà, mentre l’oppressore e il tiranno sarà sconfitto”.

Gheddafi vuole evidentemente infiammare gli animi dei libici: “Siamo pronti a una guerra lunga e gloriosa - ha scandito - Sarete sconfitti, senza dubbio. Ora tutto il popolo libico ha possibilità di impugnare le armi. Ogni uomo e donna potrà avere armi, missili, mitragliatrici, bombe. Tutto il popolo è armato. E se moriranno i nostri uomini, le nostre donne impugneranno le armi. Le abbiamo addestrate. Noi vinceremo”.

Il popolo libico, continua il Raìs, “non permetterà ai crociati, agli aggressori di passeggiare per Bengasi. Il popolo di Bengasi si difenderà, impugnerà le armi, quando si accorgerà che questo è un attacco dei crociati. Il popolo di Bengasi non permetterà ai traditori di arrivare con le mitragliatrici, ai soldati francesi e inglesi di portare la loro bandiera e di aggredire”, ha aggiunto il colonnello. E poi un attacco sulle vere motivazioni della guerra, secondo Gheddafi: "Voi volete il nostro petrolio, ma la nostra terra ci è stata data da Dio. E non ve lo lasceremo prendere”.

L'ITALIA CI HA TRADITO - "L’Italia ci ha tradito, come lo ha fatto la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti", ha detto tra l'altro Gheddafi. "Combatteremo sulla nostra terra, palmo a palmo - ha affermato - L’attacco subito dal nostro paese non ha giustificazioni". Il messaggio di oggi, come quello trasmesso ieri sera, è solo audio. Il colonnello non appare in video.

SITUAZIONE DI STALLO ALLA NATO - La Nato ha approvato stasera la pianificazione di un eventuale intervento in Libia per fare rispettare l’embargo delle armi, che si aggiunge a quello per gli aiuti umanitari già finalizzato ieri. Lo comunica l’Alleanza, riferendo che una nuova riunione del Consiglio atlantico dei 28 ambasciatori è stata convocata per domani pomeriggio. Resta infatti da completare il 'planning' per assicurare la ‘no fly-zone’ sulla Libia. Questo aspetto è quello più complicato a causa dell’opposizione della Turchia.

LEGA ARABA, CINA E RUSSIA - A sole 24 ore dall’avvio dell’operazione ‘Odissey Dawn’ (Odissea all’alba) contro il regime libico di Muammar Gheddafi, la coalizione internazionale guidata da Stati Uniti, Francia e Regno Unito deve fare i conti con l’opposizione ai raid aerei espressa oggi da Lega Araba, Cina e Russia.
Dal Cairo, il Segretario generale della Lega Araba, Amr Moussa, ha criticato i bombardamenti, affermando che “quanto sta accadendo in Libia si allontana dallo scopo di imporre una no-fly zone”, aggiungendo che la Lega araba ha sostenuto l’adozione di tale misura “per difendere i civili e non per bombardarli”. Moussa ha quindi riferito di “consultazioni in corso per una riunione sugli sviluppi arabi”.

Finora, tra i Paesi arabi, solo il Qatar ha apertamente sostenuto l’intervento occidentale contro il regime del leader libico Muammar Gheddafi, promettendo tra i quattro e i sei aerei, e oggi l’ammiraglio Mike Mullen, capo degli Stati maggiori riuniti degli Stati Uniti, ha dichiarato che gli aerei del Qatar stanno prendendo posizione nel teatro di guerra. Tuttavia, anche gli Emirati arabi uniti sono pronti a offrire aiuto all’operazione, mettendo a disposizione una ventina di aerei, pur non avendo ancora ufficializzato il suo impegno. E i leader occidentali auspicano che altri leader arabi si impegnino al loro fianco nelle prossime ore.

Da parte sua, la Russia ha chiesto oggi che si ponga fine “all’uso non selettivo della forza” in Libia. “Nel quadro dei bombardamenti aerei in Libia, sono stati lanciati attacchi su obiettivi a carattere non militare”, si legge in un comunicato del ministero degli Esteri. Di conseguenza, “48 civili sono stati uccisi e più di 150 feriti”, hanno fatto sapere da Mosca. Per questa ragione, ha precisato il ministero, “noi chiediamo ai Paesi interessati a fermare il ricorso all’uso non selettivo della forza”.
La Cina ha espresso rammarico per i bombardamenti, ribadendo la sua opposizione all’impiego della forza nelle relazioni internazionali. “La Cina ha notato gli ultimi sviluppi in Libia ed esprime il suo rammarico riguardo agli attacchi militari contro la Libia - si legge in un comunicato del ministero degli Esteri - speriamo che la Libia possa ritrovare stabilità prima possibile ed evitare nuove vittime civili legate all’escalation del conflitto armato”.

Cina e Russia si sono astenute giovedì scorso, quando il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato la risoluzione 1973 che chiedeva il cessate il fuoco e l’immediata sospensione di tutte le operazioni offensive in Libia, vietando i voli sopra il Paese. In caso di violazione, la risoluzione autorizza la comunità internazionale a ricorrere a “tutte le misure necessarie” per proteggere i civili.