Roma, 20 marzo 2011 - Un elicottero della coalizione internazionale ha intercettato il rimorchiatore italiano Asso 22, sequestrato ieri pomeriggio a Tripoli da uomin armati. Alla vista dell’elicottero, il rimorchiatore ha invertito la rotta dirigendosi nuovamente verso il porto della capitale libica.

LA RUSSA: "PRONTI A INTERVENIRE" - Il ministero della Difesa potrebbe intervenire, se gli sarà richiesto, per trarre in salvo l’equipaggio del rimorchiatore italiano trattenuto nel porto di Tripoli da uomini armati. A spiegarlo è stato il ministro Ignazio La Russa a In mezz’ora. "Quello che sappiamo, perché la gestione non compete al ministero della Difesa, che questo rimorchiatore era al largo ed è rientrato probabilmente volontariamente per fare rifornimento. Gli è stato impedito di ripartire. Si tratta di una situazione delicata che la Farnesina e anche la capitaneria di porto stanno seguendo", ha ricordato.

"Noi ovviamente siamo pronti e a disposizione per un’opera di necessaria, se fosse così, evacuazione con ogni strumento possibile", ha assicurato. "Questo quando ci chiedessero l’intervento e se ne ravvisasse l’opportunità, cosa che non dipende direttamente o non solo dal ministero della Difesa", ha precisato.

LA SOCIETA' ARMATRICE - "Confermiamo che il nostro Offshore Support Vessel Asso Ventidue trattenuto nel porto di Tripoli fino alle ore 13 di oggi, sta ora dirigendosi fuori dal porto di Tripoli, con rotta nord-ovest, con a bordo gli 11 membri dell’equipaggio e persone che si sono dichiarate appartenenti ad autorità portuali e militari libiche", si legge in una nota diffusa dall’armatore dell’imbarcazione, Augusta Offshore.
"L’equipaggio, composto da 8 italiani, 2 indiani e un ucraino, sta bene ed è a bordo della nave", si assicura. "Siamo in costante contatto con l’Unità di Crisi della Farnesina e il ministero per collaborare e coordinarci con le autorità", si spiega ancora.

"L’attività che Asso Ventidue stava svolgendo nel porto di Tripoli fa parte delle normali operazioni da noi realizzate in quell’area e che dall’inizio della crisi svolgiamo in costante contatto e coordinamento con ministero degli Esteri, Unità di Crisi della Farnesina, ministero della Difesa, Secondo e Terzo Reparto Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto", si legge ancora nella nota. Dal 2004, Augusta Offshore opera stabilmente con 3 rimorchiatori e l’unità appoggio, Asso ventidue, al porto di Mellita, a 120 km da Tripoli e 30 km dal confine tunisino. 

LA RICOSTRUIZIONE DEI FATTI - Nel comunicato, l’armatore ha ricostruito l’intera vicenda. Venerdì mattina Asso Ventidue, per una normale attività richiesta dai noleggiatori, si è spostata dal porto di Mellita a quello di Tripoli. In serata, l’equipaggio ha ricevuto istruzioni per l’imbarco di gasolio, "che è avvenuto a mezzo di autobotti durante la notte". Durante la notte, "alcune persone che si sono dichiarate appartenere all’Autorità portuale libica sono salite a bordo, richiedendo una serie di dati tecnici sulla nave e sul funzionamento degli apparati e degli strumenti, così come sulle performance dell’unità. Le stesse sono poi sbarcate".

La mattina del sabato è trascorsa "in modo tranquillo e con normali comunicazioni con il bordo". Nel pomeriggio le stesse persone si sono ripresentate a bordo "per ispezionare i locali nave, conoscere gli apparati, i sistemi di funzionamento, di comunicazione ed effettuare delle foto sul ponte e in macchina". Poi sono sbarcate. Nel frattempo dalla base di Mellita, "i noleggiatori e i nostri rappresentanti hanno confermato" che le operazioni continuavano e che la situazione era tranquilla. Contemporaneamente la Compagnia ha comunicato alle autorità italiane competenti tutti gli avvenimenti e le informazioni su quanto stava accadendo.

Poco prima delle ore 21 alcune persone delle autorità libiche sono risalite a bordo e vi sono rimaste tutta la notte, "chiedendo al comandante e al direttore macchina di farli familiarizzare con il funzionamento degli apparati e con il comando della nave". La Compagnia ha mantenuto regolari comunicazioni con il comandate della nave e con le autorità italiane "notificando le informazioni sugli eventi step dopo step".

Questa mattina poi, alle ore 6.30, il comandante dell’Asso Ventidue ha avvisato la Compagnia che si sono presentati a bordo anche militari libici armati, che gli è stato intimato di sospendere tutte le comunicazioni: sono stati poi imbarcati in coperta due gommoni fast boat. "La Compagnia si è attivata con tutti i canali a sua disposizione (militari, commerciali e locali) per ricevere informazioni e istruzioni e per coordinarsi con le autorità", si assicura nella nota.

Alle ore 13 la Compagnia è stata avvisata dal suo rappresentante locale che l’Asso Ventidue stava lasciano il porto di Tripoli, dirigendosi fuori dalle acque territoriali verso nord-ovest. Poi è stato intercettato e ha cominciato la marcia indietro.

L’Augusta Offshore, si spiega, è una società italiana fondata nel 1986 e specializzata nel servizio di assistenza a piattaforme petrolifere e in attività di esplorazione e produzione. La sede principale è a Napoli, dove sono presenti il dipartimento commerciale e quello tecnico; inoltre, la società ha basi operative in Egitto al Cairo, in Libia, in Brasile a Rio de Janeiro e Macaè. Augusta Offshore S.p.A. è membro di Confitarma (Confederazione Italiana Armatori) e ISOA (International Support Vessels Owners’ Association).

IL SALVATAGGIO DI MIGRANTI - Il rimorchiatore Asso 22 riuscì a mettere in salvo oltre 350 migranti nel marzo del 2009 al largo delle coste libiche. In quel periodo il rimorchiatore, lungo 75 metri, stava assistendo tre piattaforme petrolifere al largo della Libia quando incrocio’ una carretta del mare in difficolta’ carica di migranti che fu agganciata e rimorchiata fino al porto di Tripoli. In seguito al quell’operazione la Cgil Campania chiese che all’equipaggio del rimorchiatore fosse conferita la medaglia al valor civile.