Tripoli, 22 marzo 2011 -  "Alla fine vinceremo noi". Lo ha detto il leader libico Muammar Gheddafi rivolgendosi alla folla a Tripoli ripreso in diretta dalla tv. La Cnn ha diffuso stralci del discorso pronunciato oggi dal Colonnello, in cui ha ripetuto: "Sono qui, sono qui". Il leader libico si è quindi impegnato a continuare a combattere. Parlando dalle rovine del suo palazzo diroccato, Gheddafi ha ribadito che "americani e europei sono i nuovi nazisti". E ancora: "Niente mi fa paura, nessun tiranno mi può spaventare". Sulle bombe della coalizione: "Mi fanno ridere". Poi assicura: "Sono inaffondabile, sono nel mio diritto".

In serata è nuovamente entrata in azione la contraerea nella capitale. In gioranta una ventina di missili Tomahawk sono stati sparati da unità navali e sottomarine britanniche contro obiettivi libici. Lo ha riferito un portavoce del Comando militare americano in Africa.

Intanto si apprende che un comandante di uno dei principali battaglioni fedeli al regime di Muammar Gheddafi sarebbe rimasto ucciso nei pressi della capitale: lo ha detto l’emittente televisiva pan-araba 'al-Jazira', che ha identificato l’alto ufficiale come Hussein al-Warfali. Il cognome della vittima ne rivela l’appartenenza a una delle tribù che per decenni hanno sostenuto il colonnello, pur avendone di recente preso le distanze.

"NATO RUOLO CHIAVE" - La Casa Bianca ha annunciato che Stati uniti, Gran Bretagna e Francia si starebbero mettendo d’accordo per affidare un “ruolo chiave” alla Nato nel comando delle operazioni: ma i contorni dell’intesa sono ancora tutti da definire. Tanto più che dall’Eliseo la stessa notizia è stata riportata in modo lievemente diverso: Sarkozy e Obama "hanno raggiunto un’intesa sulle modalità di utilizzo delle strutture di comando della Nato a sostegno della coalizione".

La Francia fin dall’inizio si è distinta per il suo attivismo sul terreno e assieme a Gran Bretagna e Usa ha guidato finora la coalizione in Libia. Di fronte alle richieste degli alleati di passare il comando delle operazioni alla Nato (opzione peraltro complessa perchénon tutti i membri dell’Alleanza sono d’accordo) Parigi oggi aveva rilanciato per bocca del suo ministro degli Esteri Alain Juppé, chiedendo “un organismo di controllo politico”, una sorta di ‘cabina di regia’ dell’operazione militare, a livello di ministri degli Esteri.".

Dagli Stati Uniti, il presidente Barack Obama ha insistito per la soluzione di una transizione del comando della missione alla Nato, sottolineando però l’importanza di un "ampio contributo internazionale tra cui quello dei paesi arabi" alle operazioni in Libia. La Casa Bianca ha reso noto la notizia dopo una telefonata fra Obama e il premier turco Recep Tayyip Erdogan, e l’obiettivo sembra quello di mantenere una sintonia con il mondo arabo: Ankara è infatti un importante membro della Nato ed è fra i paesi che hanno mostrato maggiore scetticismo al coinvolgimento diretto dell’Alleanza nel comando delle operazioni.

A Bruxelles, nel frattempo, l’Alleanza atlantica oggi ha completato la sua pianificazione militare per l’attuazione della ‘no-fly zone’, proprio per non farsi trovare impreparata in caso di accordo politico. Allo stesso tempo, ha spiegato il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen, gli ambasciatori dei paesi dell’Alleanza nel Consiglio Atlantico hanno deciso di "lanciare un’operazione per dare esecuzione all’embargo sulle armi contro la Libia". Rasmussen ha precisato che "il comandante in capo operativo, l’Ammiraglio Stavridis, sta attivando le navi e gli aerei nel Mediterraneo centrale", che "condurranno operazioni per monitorare, individuare e, se necessario, vietare il trasporto illegale di armi o di mercenari con vascelli sospetti". La Russia insiste nel chiedere il cessate il fuoco.

HILLARY CLINTON - Muammar Gheddafi e figure del suo entourage sono in contatto con diversi Paesi per trovare "una via d’uscita" alla guerra. Lo ha detto all’Abc il Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, che ha poi riferito che almeno uno dei figli di Gheddafi sarebbe stato ucciso, secondo rapporti non confermati ricevuti dal Dipartimento di Stato. Nei giorni scorsi un sito dell’opposizione libica aveva affermato che Khamis, quinto figlio del rais e comandante della trentaduesima brigata, sarebbe morto domenica dopo essere stato gravemente ferito durante un bombardamento.

ATTACCATO AEREO DI GHEDDAFI - Un aereo da guerra delle forze fedeli a Muammar Gheddafi è stato attaccato in volo da caccia occidentali mentre stava facendo rotta verso Bengasi, 'capitale' dell’insurrezione: lo ha reso noto l’emittente televisiva satellitare 'al-Jazira', citando uno dei propri corrispondenti dalla Libia.

AEREO USA PRECIPITA, SALVO PILOTA - Sono entrambi vivi i due piloti dell’F-15 Eagle americano che è precipitato oggi in Libia probabilmente a causa di un guasto tecnico. Lo ha confermato un portavoce di Africom, Vince Crowley, al Times. “Entrambi i membri dell’equipaggio sono stati capaci di proettarsi fuori dall’aereo. Entrambi hanno sostenuto ferite di scarsa entità e questo è tutto quello che vi posso dire”, ha spiegato.

Secondo il portavoce di Africom, l’aereo precipitato aveva partecipato “a una missione contro le difese aeree libiche”. Al momento, ha aggiunto, non sono ancora chiari i problemi tecnici che avrebbero provocato lo schianto. “Sono possibili diversi tipi di guasti in volo, non crediamo che si sia trattato di un atto ostile”, ha spiegato il portavoce al Times.

Secondo il Daily Telegraph durante l’operazione di salvataggio di uno dei due piloti sei civili libici sono rimasti feriti. Un elicottero statunitense impegnato nell’operazione ha sparato e ferito i civili, scrive il giornale britannico. Uno dei piloti - spiega il Telegraph - è stato consegnato ai ribelli e da questi alle forze Usa e trasportato sulla nave da guerra Kearsage nel Mediterraneo. Durante il salvataggio del secondo pilota un elicottero americano avrebbe sparato ai civili. Ma le forze armate statunitensi negano "al 100%" questa circostanza.

IL RAIS ATTACCA - Le forze di Gheddafi hanno lanciato un attacco con armi pesanti alla città libica di Zintan. Sarebbero morte tra le 10 e le 15 persone. Ma i ribelli sarebbero riusciti a respingere l'offensiva.

Si registrano nuovi attacchi delle forze fedeli al Colonnello anche nella città di Misurata. Lo riferisce una fonte medica alla Bbc, spiegando che "è il quinto giorno consecutivo di attacchi, gli ospedali sono pieni di feriti, non ci sono più posti liberi, in città non c’è luce, non ci sono comunicazioni da dieci giorni, non c’è acqua da più di una settimana". Il bombardamento d’artiglieria, iniziato questa mattina, ha provocato fra l’altro la morte di quattro bambini, che viaggiavano a bordo di un’automobile. Lo dice un testimone, un residente. E, sempre secondo un testimone, le persone rimaste uccise sotto il cannoneggiamento dei carri armati sono almeno 40.

È di almeno nove morti accertati e numerosi feriti il bilancio di furibondi scontri tra forze fedeli a Muammar Gheddafi e rivoltosi a Yafran, città situata appena 130 chilometri a sud-ovest di Tripoli e finora in mano agli insorti libici: lo hanno riferito testimoni oculari raggiunti telefonicamente, secondo cui l’offensiva lealista su vasta scala è scattata la notte scorsa. Sarebbero, invece, 120 i morti e 250 i feriti nell’attacco delle forze di Gheddafi sabato mattina contro Bengasi.

MISSIONI ITALIANE - I Tornado Ecr e i caccia F-16 italiani hanno compiuto oggi due missioni sulla Libia: lo rende noto lo Stato maggiore della Difesa. In particolare, alle ore 11 circa sono decollati, dalla base di Trapani, due F-16 (con funzioni di difesa aerea e scorta) e tre Tornado (due dei quali ECR, Electronic Combat Reconnaissance e un Tornado tanker, con funzioni di rifornimento in volo).

Il tanker è rientrato alla base dopo aver rifornito gli altri aerei in volo. Gli altri quattro velivoli hanno proseguito verso l’area assegnata, facendo ritorno alle 13.10 circa. Alle 11.30 circa sono decollati, sempre dalla base di Trapani, due F-16 e tre Tornado. I velivoli hanno effettuato una missione analoga alla precedente, rientrando in base alle 13.40 circa. "L’Italia - sottolinea lo Stato maggiore della Difesa - contribuisce alle operazioni della coalizione rendendo disponibili sette basi aeree e fornendo l’impiego diretto di alcuni assetti aerei. Le attività in atto sono rivolte alla protezione dei civili in ossequio alla risoluzione 1973 del 17 marzo 2011 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite". Nuovi decolli in serata.

TRE GIORNALISTI ARRESTATI - Tre giornalisti occidentali sono nelle mani delle forze armate libiche da sabato scorso. Lo ha annunciato l’agenzia francese France Press, spiegando che si tratta di due suoi reporter e di un fotografo di Getty Images. I tre sono stati arrestati nella zona di Tobruk, città costiera nell’estremo est della Libia.

I giornalisti di cui si sono perse le tracce sono il britannico Dave Clark e Roberto Schmidt (con doppio passaporto tedesco e colombiano), della France Presse, e l’americano Joe Raedle, di Getty Images. I tre viaggiavano da Tobruk verso Ajdabiya, quando sono stati fermati da un convoglio di mezzi militari. Sono stati fatti salire a bordo di uno dei veicoli e trasferiti in una destinazione per ora ignota.