NEW YORK, 28 marzo 2011- “Il mondo non poteva assistere senza reagire alle molte vittime e alle distruzioni massicce inflitte dal leader libico alla sua stessa popolazione…la responsabilità di proteggere ricade sulle Nazioni Unite legittimate internazionalmente dalla risoluzione 1973….Non sottovalutiamo nel modo più assoluto i costi umani e i rischi delle azioni militari….La protezione dei diritti umani è al centro del sistema delle nazioni senza eccezione …e di conseguenza violazioni massicce di questi diritti rendono un regime illegittimo e lo pongono fuori dalla comunità degli stati….Questo non significa pretendere di esportare uno specifico modello di democrazia, bensì promuovere e proteggere i diritti fondamentali, civili e politici e le libertà religiose come precondizione per l’autonoma realizzazione, dal basso e con modalità diverse per ogni singolo paese, di sistemi democratici….Non nascondo la preoccupazione di fronte all’ondata di disordini che hanno sconvolto i paesi in Nord Africa, in Medio Oriente e nel Golfo dove la popolazione è scesa in strada….ma il mondo ha una chiara responsabilità nell’aiutare questa nuova alba contro le dittature a diventare realtà…”
E’ stato questo, salutato da un caloroso e prolungato applauso, il passaggio fondamentale del discorso del presidente Giorgio Napolitano davanti all’Assemblea Generale dell’Onu. L’accoglienza per il capo di stato italiano che si è schierato anche contro la pena di morte, non poteva essere più entusiastica.


Il segretario generale Ban Ki moon nel presentarlo a una platea numerosa e attenta ha definito Napolitano “il grande saggio dell’Europa, l’incarnazione della storia italiana del dopoguerra e una profonda guida morale…”.
Fuori dall’aula il presidente ha incontrato anche l’ex ambasciatore libico alle Nazioni Unite Mohammed Shalgam che si è schierato col Comitato Nazionale di Transizione di Bengasi contro Gheddafi il quale gli ha detto “Lei è una persona corretta che ha promosso il ruolo dell’Onu a favore della Pace e questo il popolo libico lo sa…L’Italia a Londra non si deve allineare con la Germania, deve stare con Inghilterra, Francia, America e Katar… deve chiedere che Gheddafi se ne vada subito…”.


Commentando i nuovi sbarchi di immigrati e le polemiche sulla situazione di Lampedusa Napolitano ha detto: “Ci sono ogni tanto delle posizioni e delle reazioni un po’ sbrigative a livello di opinione pubblica…Voglio ricordare proprio qui che l’Italia è stato un paese di migranti e la nuova situazione che si è creata non è semplice ma va governata….Questa è gente talvolta disperata che cerca lavoro e una vita decente…”.


Il bagno di folla dell’Onu in questa breve visita di 3 giorni a New York è stato il secondo dopo quello della comunità italiana e soprattutto dei giovani e degli artisti che vivono in America che lo hanno accolto con Isabella Rossellini e Fabrizio Ferri all’inaugurazione della mostra “Industria Gallery” al Village dicendo: “siamo commossi di avere qui l’Autorità che ci rappresenta tutti e ci fa sentire orgogliosi di essere italiani…”. Domani con la visita a Ellis Island e la conferenza lezione alla New York University sarà il momento conclusivo.