San Paolo, 3 aprile 2011 - “Per me il preservativo non è un male minore. Fra i beni, il profilattico è il bene maggiore’’. Poche semplici parole, ripetute a più riprese e con ferma convinzione. E' quello che pensa padre Valeriano Paitoni, 61 anni e da 33 missionario in Brasile, dove assiste bambini e adolescenti contagiati dall’Aids.

Già in passato il Vaticano lo aveva ammonito, ma lui aveva continuato a difendere strenuamente l'uso del preservativo. A gennaio di quest'anno è arrivato l'annuncio della sua congregazione, l’ Istituto Missioni della Consolata: Padre Valeriano deve rientrare in Italia. Se il trasferimento sia dovuto alle posizioni del sacerdote, non è dato di sapere.

Fatto sta che, a seguito di questa decisione, è ora minacciata la continuità di tre strutture mantenute da Padre Valeriano, tutti asili per giovani contagiati dal virus Hiv. Come se non bastasse, anche l’arcidiocesi paulista, proprietaria di un edificio che ospita uno degli asili, la Casa Siloè, ha dato l’avviso di sfratto al sacerdote italiano.

Una catena di provvedimenti che non è passata inosservata. I fedeli della Chiesa Cattolica “Nossa Senhora de Fatima” di Imirim, un quartiere periferico di San Paolo, sono in rivolta: a loro, questa decisione proprio non va giù. Il sospetto che la causa dell'allontanamento di Padre Valeriano, siano le sue idee sul profilattico è forte fra i parrocchiani.

E l'interessato cosa ne pensa? “Non mi hanno fornito alcun motivo valido perché l’asilo venga trasferito in un altro immobile - si è lamentato padre Paitoni al quotidiano Folha de S.Paulo -. Se loro avessero altre finalità per quella sede sarei io il primo ad andarmene".