Roma, 9 aprile 2011 - E’ stato un altro giorno di assedio e di duri combattimenti a Misurata, la città nella Libia occidentale in mano agli insorti anti-Gheddafi, ma sempre più bersaglio della controffensiva delle forze lealiste. Mentre a Tripoli il rais è tornato sotto i riflettori della tv di Stato.

Dopo i ribelli morti - almeno 8 - durante gli scontri del giorno, in tarda serata le truppe di Muammar Gheddafi hanno sferrato un nuovo attacco a Misurata in cui sono stati uccisi almeno trenta ribelli.  Un portavoce degli insorti, Abdelsalem, ha detto che i governativi oggi hanno attaccato da tre fronti. "I ribelli sono pero’ riusciti a contenere l’attacco e a impedire che (i governativi) potessero avanzare", ha aggiunto il portavoce secondo quanto riferito dalle fonti.
 

A Misurata stamani e’ attraccata una nave della Croce Rossa carica di forniture mediche destinate all’ospedale della città. Mentre la Nato - sempre secondo fonti degli insorti - ha colpito con raid aerei almeno quattro postazioni dell’esercito governativo. "Devo dire che da ieri stiamo registrando un cambiamento positivo nelle forze Nato. Hanno bombardato almeno quattro siti delle forze di Gheddafi a Misurata", ha detto uno degli insorti, Mustafa Abdulrahman, al telefono con la Reuters.

In effetti già ieri la Royal Air Force aveva bombardato cinque carri armati dell’esercito di Gheddafi nei pressi di Misurata e altri sette nella zona di Ajdabiya, nell’est del Paese, a soli 160 km da Bengasi, ‘capitale’ della ‘Rivoluzione del 17 febbraio’.
E oggi gli insorti libici hanno violato la no fly zone. La stessa Nato ha annunciato di aver intercettato un caccia Mig-23 pilotato da un ribelle obbligandolo ad atterrare. Nel primo pomeriggio era stato avvistato anche un elicottero militare con i colori della bandiera rivoluzionaria ch evolava da Ajdabiya verso ovest. Sempre ad Ajdabiya, le forze lealiste hanno bombardato stamani la periferia occidentale, provocando la fuga dei ribelli che cercavano di avanzare verso Brega, citta’ di quel polo petrolifero conteso ormai da settimane. Poi una violenta esplosione, seguita da un’enorme colonna di fumo, ha scosso Ajdabiya, facendo pensare a un altro raid della Nato. L’Alleanza atlantica ha però smentito di esserne all’origine.

Nel corso della giornata decine di automobili hanno lasciato la citta’, in direzione di Bengasi. E mentre sul terreno la situazione appare ormai da settimane in stallo, la diplomazia internazionale si muove in cerca di una soluzione politica o di un cessate il fuoco. Soluzione che, ha ribadito il Consiglio nazionale transitorio dei ribelli, non puo’ prevedere che Gheddafi o uno dei suoi figli restino al potere. Il Cnt ha inoltre chiesto al Tesoro americano, attraverso l’ex ambasciatore di Tripoli Ali Aujali, di sbloccare i beni congelati del rais per poter finanziare la rivolta.

GHEDDAFI RIAPPARE IN TV - A sorpresa Muammar Gheddafi è ricomparso alla televisione di Stato, che ha mandato in onda alcune riprese in cui si vedeva il leader libico entrare in una scuola elementare di Tripoli: circondato dalle guardie del corpo, addosso il tradizionale burnus marrone, gli occhiali da sole sul volto, Gheddafi si è mescolato agli alunni, che nel frattempo scandivano in coro slogan anti-occidentali. L’ultimo messaggio conosciuto del colonnello risaliva a tre giorni fa, quando scrisse al presidente americano Barack Obama per chiedergli di fermare la "crociata colonialistica" della Nato contro la Libia. La sua precedente apparizione in tv era invece stata il 4 aprile, vicino alla propria residenza-bunker, mentre era intento a salutare una folla di sostenitori.

 

VERTICE LEGA ARABA, ONU, UE -  Si terrà il 14 aprile prossimo al Cairo una conferenza internazionale dedicata alla crisi libica, che sarà allestita dalla Lega Araba per "rafforzare la collaborazione" tra la stessa Lega, "l’Onu, l’Unione Africana e l’Organizzazione della Conferenza Islamica": lo ha annunciato il numero due dell’organismo pan-arabo, Ahmed Ben Helli. L’appuntamento seguirà di un giorno la prima riunione del Gruppo di Contatto sulla Libia, in programma mercoledì prossimo nel Qatar.

MARONI: DECIDEREMO SE BOMBARDARE - "L’Italia deciderà a metà della prossima settimana se partecipare ai bombardamenti. Lo farà dopo che avrò incontrato i ministri della Difesa di Francia e Gran Bretagna", afferma in una intervista a Repubblica, il Ministro della Difesa Ignazio La Russa.

"Il Governo esaminerà le richieste degli alleati poi, nella sua autonomia, farà una scelta anche se l’orientamento - spiega il Ministro - è quello di continuare ad appoggiare la missione senza un coinvolgimento diretto nei raid contro le truppe di Gheddafi".

La Russa conferma i due pilastri, ovvero, "moderazione e prudenza, raccomandati dal Parlamento e la volontà di dare piena attuazione alla risoluzione Onu per proteggere i civili".

NELLO STRETTO DI SUEZ LA NAVE COL GREGGIO DEI RIBELLI - Fonti portuali egiziane hanno annunciato che è entrata oggi nel canale di Suez, diretta verso il Mar Rosso, la petroliera liberiana ‘Equator’, salpata martedì scorso dallo scalo libico di Marsa el-Hariga, in mano agli insorti, con a bordo il primo carico di greggio estratto per conto degli stessi ribelli, e da essi commercializzato al fine di finanziare la loro rivolta contro il regime di Muammar Gheddafi. Si tratta nel complesso di 80.000 tonnellate di petrolio, equivalenti a 550.000 barili, destinate a compratori cinesi. Le ostilità in corso da febbraio hanno portato a una riduzione dell’80 per cento nella produzione nazionale della Libia, e tanto i rivoltosi quanto i governativi si sono a più riprese accusati a vicenda di attacchi a pozzi petroliferi e installazioni estrattive.