Abidjan, 13 aprile 2011 - Il presidente uscente della Costa d’Avorio, Laurent Gbagbo, è stato posto agli arresti domiciliari "insieme ad alcuni compagni". Lo ha annunciato Jeannot Ahoussou-Kouadio, il ministro della Giustizia nominato dall’avversario di Gbagbo, Alassane Ouattara, riconosciuto internazionalmente quale nuovo e legittimo presidente.

Il ministro non ha specificato dove l’ex uomo forte ivoriano si trovi, ma nel frattempo l’Unoci, la Missione delle Nazioni Unite nel Paese africano, ha puntualizzato che l’ex presidente non ha lasciato Abidjan, contrariamente a quanto aveva riferito ieri un portavoce Onu, Farhan Haq.

Ancora Ahoussou-Kouadio dal canto suo ha denunciato che, quando due giorni fa Gbagbo fu catturato nel bunker ricavato sotto alla sua residenza ufficiale, le forze fedeli a Ouattara hanno dovuto vedersela, oltre che con le truppe scelte agli ordini dell’ex presidente, anche con "mercenari provenienti da Liberia e Angola, e con miliziani irregolari".

Resta frattanto aperto il giallo sulla fine di Desirè Tagro, ex ministro della Giustizia, che era stato arrestato insieme a Gbagbo, alla moglie Simone e al loro figlio Michel. Tagro è morto in circostanze ancora tutte da chiarire. Era stato rinchiuso anch’egli nel ‘Golf Hotel’ di Abidjan, dove Ouattara ha il proprio quartier generale, e in cui testimoni oculari avevano riferito di averlo visto arrivare sanguinante. Ieri mattina era infine stato ricoverato in una clinica, dove è poi spirato.

Pascal Affi N’Guessan, segretario generale del Fronte Popolare Ivoriano facente capo al vecchio presidente, ha denunciato che Tagro sarebbe stato assassinato a colpi di arma da fuoco mentre si trovava segregato nell’albergo: una circostanza seccamente smentita dallo staff del nuovo presidente.

Negli ambienti diplomatici locali circolano peraltro voci, secondo cui l’ex ministro della Giustizia potrebbe aver tentato di suicidarsi al momento della cattura sparandosi in bocca: sarebbe in seguito deceduto per le gravi lesioni riportate.