Gaza, 15 aprile 2011 - E' stato trovato impiccato in una casa abbandonata a Gaza City il corpo di Vittorio Arrigoni, dopo un blitz delle forze di sicurezza di Hamas. Un portavoce del ministero dell’Interno di Hamas, che controlla l’enclave palestinese, ha affermato che l'italiano era già stato soffocato diverse ore prima. Arrigoni, 36 anni, volontario di Bulciago (Lecco), era stato rapito ieri da un gruppo islamico salafita. Arrestati due salafiti ultraradicali, legati ad Al Qaeda.

LA FARNESINA - Attraverso il Consolato Generale a Gerusalemme, la Farnesina ha confermato la morte di Arrigoni, il cui corpo è riconosciuto presso l’obitorio dello ‘Shifa Hospital’ a Gaza City. In un comunicato, nel quale esprime "il forte sgomento per il barbaro assassinio" e "il più sincero cordoglio alla famiglia" del connazionale ucciso, il ministero degli Esteri ha "condannato nei termini più fermi il vile e irragionevole gesto di violenza da parte di estremisti indifferenti al valore della vita umana, compiuto ai danni di una persona innocente che si trovava da tempo" nella Striscia di Gaza, "per seguire da vicino e raccontare con forte impegno personale la situazione dei palestinesi" nell’enclave. Arrigoni risiedeva nell'enclave dall'agosto 2008.

INCHIESTA DA ROMA - La procura di Roma ha aperto un fascicolo sull'omicidio di Vittorio Arrigoni. Sequestro di persona con finalita' di terrorismo aggravato dalla morte dell'ostaggio, il reato per cui procedono il procuratore aggiunto Pietro Saviotti, responsabile del pool terrorismo e ordine pubblico, ed i sostituti Giancarlo Amato e Francesco Scavo.

DUE ARRESTI PER OMICIDIO - Era segnata fin primo momento la sorte di Arrigoni: lo ha affermato in conferenza stampa Ehab el-Ghoussein, portavoce del ministero dell’Interno di Hamas: "Fin dall’inizio l’intenzione dei rapitori era di uccidere la loro vittima, dal momento che l’omicidio è avvenuto dopo un breve lasso di tempo dalla sua cattura". Dopo il rapimento, le forze di sicurezza di Hamas hanno arrestato di due sospetti: proprio dalla collaborazione di uno di loro sarebbe giunta l'indicazione della casa in cui si trovava l'ostaggio. Quando gli agenti di Hamas sono entrati, però, ormai era troppo tardi. Rimane in corso la caccia all’uomo alla ricerca di ulteriori complici degli assassini.

Il portavoce di Hamas ha precisato che la stessa casa era stata affittata qualche tempo fa dai sequestratori, che per condurvi Arrigoni si erano serviti di un’auto forse rubata. "Le nostre forze si sono messe in azione rapidamente e in maniera accorta, ma quando sono arrivare sul posto hanno rinvenuto solo il corpo dell’ostaggio, che era stato eliminato ore prima in una maniera orribile, secondo quanto accertato dal medico legale", ha ricostruito Ghoussein. Il 36enne italiano sarebbe stato strangolato.

HAMAS: CRIMINE ATROCE - Hamas ha preso nettamente le distanze dall’assassinio di Vittorio Arrigoni, così come aveva fatto ieri rispetto al suo sequestro: "È un crimine atroce che nulla ha a che fare con i nostri valori, la nostra religione, i nostri usi e le nostre tradizioni", ha puntualizzato Ghoussein, avvertendo che "daremo la caccia agli altri membri del gruppo di appartenenza dei rapitori", nei confronti dei quali "sarà applicata la legge".

L'ANP - L'assassinio di Arrigoni a Gaza costituisce "una pagina buia nella storia palestinese": ha commentato Saeb Erekat, veterano negoziatore dell'Autorità Nazionale Palestinese e braccio destro del presidente Abu Mazen. Già subito dopo il sequestro l'Anp aveva reclamato "l'immediato e incondizionato rilascio dell'attivista italiano, che lavora a sostegno della causa e del popolo palestinesi", sottolineando come "un simile gesto non aiuti la giusta causa del popolo palestinese ma, al contrario, le danneggi".

AL QAEDA CONDANNA - “Un gruppo terroristico-criminale ha ucciso Vittorio Arrigoni”. E’ quanto si legge su un banner apparso questa mattina sui principali forum jihadisti, che esalta la figura del volontario italiano e condanna di fatto la sua uccisione. I siti che diffondono la propaganda di al-Qaeda hanno mostrato un banner in cui si pongono interrogativi sui reali obiettivi di questo omicidio. “Per quale colpa e’ morto Vittorio Arrigoni?”, si legge nell’intestazione del banner che mostra due foto del cooperante italiano.


Nella prima immagine Arrigoni viene ripreso mentre mostra un tatuaggio che aveva sul braccio, con la scritta in arabo ‘al-Muqawama’ (resistenza), in riferimento al suo sostegno alla causa dei gruppi palestinesi. Nella seconda foto il giovane italiano appare invece mentre si prostra in terra, intento nell’eseguire la preghiera islamica, alludendo alla possibilita’ che il cooperante fosse di fede musulmana. E’ eloquente la scritta in basso in arabo, che riporta: “Un gruppo terroristico-criminale ha ucciso l’italiano, solidale con Gaza, Vittorio Arrigoni”.
 

Dal marchio apparso sul banner si evince che il montaggio e’ stato realizato da attivisti palestinesi che operano anche in altri forum islamici legati alle vicende di Gaza. Ma la sua permanenza da diverse ore sui forum di al-Qaeda dimostra anche che il messaggio sia condiviso dai seguaci di Osama Bin Laden. Non sfugge inoltre il fatto che nelle due foto Arrigoni venga mostrato con indosso una maglia, un pantalone, un cappello e scarpe di colore nero. Gli stessi indumenti usati dagli attivisti di al-Qaeda in Iraq e in altre parti del Medio Oriente, che hanno fatto del nero il loro colore ufficiale. Il banner e’ stato inoltre pubblicato subito dopo la diffusione, sugli stessi siti, di due comunicati da parte di altrettante formazioni salafite jihadiste di Gaza, che hanno negato qualsiasi coinvolgimento con l’omicidio.

IL RAPIMENTO E IL VIDEO CHOC - Arrigoni, originario di Bulciago (Lecco), è stato rapito ieri a Gaza da un gruppo islamico salafita finora sconosciuto, la ‘Brigata dei Valorosi Compagni del Profeta Mohammed bin Moslima'. In un filmato su You Tube, aveva minacciato di ucciderlo se entro 30 ore, a partire dalle ore 11 locali di ieri (le 10 in Italia), il governo di Hamas non avesse liberato detenuti salafiti. A tarda sera, un portavoce di due delle più conosciute sigle salafite di Gaza (Jund Ansar Allah e Tawhid wa Jihad) si sono fatti vivi per dissociarsi dal sequestro, negare qualsiasi loro responsabilità nell’episodio e avanzare il sospetto che la vicenda possa rappresentare l’occasione per un giro di vite da parte di Hamas contro le fazioni più indocili.

Nel video choc ci sono accuse contro l’Italia e contro Hamas. Sotto le immagini scorre una scritta in arabo nella quale, stando a una libera traduzione, i rapitori accusano Arrigoni di diffondere "i vizi occidentali", il governo italiano di combattere contro i paesi musulmani e il governo del premier Ismail Haniyeh di lottare contro la Sharia (la legge religiosa musulmana). Nel filmato postato da 'ThisisGazaVoice' Arrigoni appare bendato e con evidenti segni di violenza sul lato destro del volto. Il volontario sembra avere le mani legate dietro la schiena, mentre qualcuno gli tiene la testa per i capelli. Sul viso, tracce di sangue che partono da sotto la benda nera che gli copre gli occhi. Una musica copre il sonoro del video, mentre in sovrimpressione appare una scritta in inglese che recita: "Il popolo di Gaza si dispiace per quello che questi bigotti hanno fatto a Vittorio. Siamo sicuri che sarà presto libero e salvo".

CHI SONO I SALAFITI - Sono tre i principali gruppi movimenti salafiti attualmente operativi nella Striscia di Gaza e che rappresentano una spina nel fianco per Hamas. Si tratta del Jund Ansar Allah (i Soldati di Dio), del Jaish al-Islam (l’Esercito dell’Islam) e del Jaish al Umma (l’Esercito della Nazione). Il più pericoloso di questi gruppi per Hamas e per gli equilibri dell’area è quello dei Jund Ansar Allah. Il leader di questo gruppo salafita, Abdul Latif Abu Moussa, è stato ucciso dai sicari di Hamas durante gli scontri dell’agosto 2009. Nonostante la perdita del suo leader, il movimento non solo è sopravvissuto, ma si è rafforzato soprattutto grazie al commercio attraverso i tunnel clandestini nel sud della Striscia di Gaza.

I salafiti si rifanno al movimento islamico della Salafiyya, che letteralmente significa ‘Movimento degli antenati’, fondato dal riformista egiziano Rashid Rida verso la fine dell’Ottocento. Le organizzazioni salafite si caratterizzano per una rigorosa ideologia apocalittica che comprende un netto rifiuto di tutto quanto è relativo all’Occidente. Il loro obiettivo è quello di ristabilire il ‘vero Islam’ tramite il ritorno alle fonti, ovvero al Corano e alla Sunna del Profeta Maometto. Nella maggior parte dei casi sono riconducibili direttamente ad al-Qaeda. In passato le autorità di Hamas hanno tentato di reprimere, senza successo, il complesso universo salafita presente nella Striscia. Sempre più giovani appaiono attratti dall’estremismo religioso